Tumori al cervello: cosa c’è da sapere

In questo approfondimento si parla dei tumori al cervello e su cosa c’è da sapere a riguardo, ed in particolare di:

Scoprire di avere un tumore al cervello non è affatto semplice, lo comprendiamo. La paura prende il sopravvento e riuscire a gestire una situazione del genere può sembrare una cosa impossibile.

Tuttavia, bisogna farsi forza e iniziare fin da subito delle cure adeguate.

Confronta il parere di più medici e valuta quale clinica, o ospedale, tenere come punto di riferimento.

Essere forti, cercare di essere positivi e non perdere mai la speranza, non sono di certo medicine, ma assumere un atteggiamento di questo tipo ti aiuterà ad affrontare meglio la malattia. Circondati di persone che ti amano e della tua famiglia. La serenità, per quanto possibile, in casi come questi, è fondamentale.

I tumori al cervello considerati primari

I tumori intracranici primari delle strutture cerebrali, comprese le meningi, sono rari e hanno un tasso di sopravvivenza globale pari a cinque anni (33,4% circa). Questa patologia è chiamata, collettivamente, tumore al cervello primario.

Il tumore al cervello primario rappresenta circa l’1% dei nuovi casi di cancro e circa il 2% dei decessi per cancro negli Stati Uniti. Inoltre, sono i tumori solidi quelli più comuni nei bambini e comportano una significativa mortalità legata, appunto, al cancro.

Questi tumori sono molto eterogenei e possono essere ampiamente classificati in maligni e benigni, e le istologie specifiche variano in base all’età, al sesso e alla razza/etnia.

È necessario anche tenere conto di un’incidenza progressivamente maggiore con l’avanzare dell’età.

Banner-chirugia-2

I tumori al cervello primari nei bambini

Negli ultimi vent’anni si è assistito ad una rivoluzione nella gestione dei tumori al cervello infantili. Tutto questo grazie alla creazione di svariati team multidisciplinari e di consorzi nazionali ed internazionali. I quali hanno portato miglioramenti significativi negli esiti dei bambini con tumori al cervello.

Una vera cooperazione senza precedenti all’interno della comunità neuro-oncologica pediatrica. Una tecnologia sofisticata in rapida evoluzione e in grado di produrre dei progressi, i quali, probabilmente, saranno in grado di rivoluzionare le strategie di trattamento.

I sintomi dei tumori al cervello

I sintomi più comuni di questi tumori sono la cefalea e le convulsioni. La diagnosi di un sospetto tumore cerebrale dipende da un’appropriata diagnostica per immagini e dall’istopatologia.

I primi esami da fare in caso di tumore al cervello

La modalità di imaging di scelta è la risonanza magnetica con gadolinio. Non esiste una caratteristica patognomonica specifica sulla diagnostica per immagini che differenzi i tumori al cervello primari dalla malattia metastatica o non neoplastica. Nei casi di malattia metastatica sospetta o patologicamente provata, può essere utile la tomografia computerizzata del torace e dell’addome, anche se la determinazione della sede del tumore primario è spesso difficile, soprattutto se non ci sono indizi clinici dall’anamnesi e dall’esame fisico.

L’uso della tomografia a emissione di positroni con fluorodesossiglucosio per cercare una lesione primaria non è raccomandato a causa della bassa specificità nel differenziare una neoplasia da lesioni benigne o infiammatorie.

I fattori di rischio circa i tumori al cervello

I fattori di rischio accertati per questi tumori includono alcune sindromi genetiche e l’esposizione a radiazioni ionizzanti ad alte dosi. I tumori al cervello, quelli considerati primari, sono classificati in base a criteri istopatologici e a dati immunoistochimici.

Tuttavia, gli studi epidemiologici hanno esplorato numerosi potenziali fattori di rischio e finora le uniche associazioni convalidate per i tumori al cervello sono le radiazioni ionizzanti (che aumentano il rischio sia negli adulti che nei bambini) e la storia di allergie (che diminuisce il rischio negli adulti). E proprio le radiazioni ionizzanti rappresentano un fattore di rischio ben riconosciuto per i tumori al cervello.

Inoltre, non è stata stabilita un’associazione nemmeno per quanto concerne i comuni agenti mutageni del tabacco, l’alcol o i fattori dietetici.

I tumori al cervello: come gestire la malattia

Le prove dell’efficacia della riabilitazione sono favorevoli. I pazienti con tumore cerebrale, trattati in contesti di riabilitazione acuta, migliorano in modo paragonabile ai soggetti con ictus o lesioni cerebrali traumatiche.

Sebbene i pazienti con tumori al cervello siano stati studiati meglio rispetto a quelli con malattia metastatica, anche in quest’ultimo gruppo, sono stati riportati miglioramenti significativi con la riabilitazione in regime di ricovero.

I programmi ambulatoriali devono affrontare i deficit cognitivi dei pazienti sopravvissuti a un tumore cerebrale. Quest’ultimi includono anche la terapia cognitiva e le strategie farmacologiche: entrambi i percorsi hanno riscontrato benefici.

Mentre il paziente riceve le cure riabilitative, i fisiatri, in collaborazione interdisciplinare con i servizi oncologici pertinenti, lo assistono nella gestione dei sintomi. Ovvero, l’affaticamento, cefalea e disturbi del sonno e delle complicazioni mediche, tra cui depressione, convulsioni e malattia tromboembolica.

Sono anche necessari metodi particolari per identificare i pazienti da sottoporre ai servizi di riabilitazione. Questo però, quando la situazione di reputa opportuna e nel corso del processo di malattia.

Tromboembolismo venoso, un’altra complicanza

Il tromboembolismo venoso è comunemente diagnosticato nei pazienti con tumori al cervello primari e secondari. La gestione dell’anticoagulazione in caso di tumori al cervello è complicata per via dall’elevato tasso di emorragie intracraniche spontanee.

Fino a poco tempo fa, le decisioni circa la somministrazione di un anticoagulante terapeutico, in presenza di metastasi cerebrali o tumori cerebrali primari, erano limitate.

Le evidenze attuali suggeriscono che il profilo di sicurezza dell’eparina terapeutica, a basso peso molecolare per il trattamento del tromboembolismo venoso, dipende dall’origine del tumore cerebrale. E cioè se primario (cioè glioma) o secondario.

Nei pazienti con metastasi cerebrali, il tasso di emorragia intracranica supera spesso il 20%, ma non è influenzato dalla somministrazione di eparina a basso peso molecolare.

Al contrario, nei tumori cerebrali primari come il glioma, l’anticoagulazione terapeutica è associata a un aumento del rischio di emorragia intracranica che può avere un impatto negativo sulla sopravvivenza.

I tumori al cervello: i trattamenti non sono mai standard

Le decisioni sul trattamento da adottare vengono prese da un team multidisciplinare in base al tipo e alla localizzazione del tumore, al potenziale di malignità, all’età e alle condizioni fisiche del paziente.

Il trattamento spesso comprende una combinazione di chirurgia, radioterapia e chemioterapia.

Il successo terapeutico dipende dagli sforzi, dalle competenze e dalla cooperazione degli specialisti e delle discipline coinvolte.

È dunque fondamentale, per una equipe medica, possedere la giusta formazione e avere la capacità di applicare tempestivamente delle cure terapeutiche adeguate.

La parte più complessa riguarda la limitata penetrazione dei farmaci nel tessuto cerebrale ma anche la necessità di preservare la funzione cerebrale in caso di intervento terapeutico massiccio.

Possibili complicazioni dopo aver effettuato la craniotomia

Dopo la craniotomia, i pazienti devono essere seguiti attentamente in caso di eventuali complicazioni, tra cui: trombosi venosa profonda, embolia polmonare, emorragia intracranica, infezione della ferita, infezione sistemica, convulsioni, depressione, peggioramento dello stato neurologico e reazione avversa ai farmaci.

Il ricovero ospedaliero e le cure palliative devono essere offerti, se appropriati, durante tutto il trattamento.

Studi e scoperte sui fattori di rischio

Gli studi sui fattori di rischio genetici hanno identificato 32 varianti (genetiche) germinaliistologia specifiche – associate a un aumento del rischio di questi tumori negli adulti (25 nel glioma, 2 nel meningioma, 3 nell’adenoma ipofisario e 2 nel linfoma primario del SNC).

Sebbene l’identificazione dei fattori di rischio per questi tumori sia difficile a causa della loro rarità, molti dei dati esistenti possono essere sfruttati per future scoperte.

Molte istituzioni infatti, stanno continuando a sviluppare ampi database clinici che includono dati sui fattori di rischio pre-diagnostici. Inoltre, gli sviluppi circa la caratterizzazione molecolare dei sottotipi tumorali, continuano a consentire lo studio di fenotipi più raffinati.

Sono attualmente in corso ulteriori studi per altri sottotipi istologici e per vari tumori al cervello infantili.

Fortunatamente, i notevoli progressi nei metodi di diagnosi, nella tecnica chirurgica e nella terapia adiuvante, hanno contribuito a migliorare le prospettive dei pazienti affetti da tumori al cervello.

Gli effetti dei tumori al cervello

I tumori al cervello hanno un’elevata probabilità di produrre effetti invalidanti a lungo termine. Questo a causa del tumore stesso ma anche degli effetti legati al trattamento.

Sono comprese anche le complicazioni chirurgiche, gli effetti neurotossici delle radiazioni e la debilitazione causata dalla chemioterapia.

Anche i tumori al cervello benigni o di basso grado possono causare disabilità significative.

La Redazione – Monica Penzo

Consulta i migliori chirurghi

    Contatta il Medico

    Se vuoi richiedere un preventivo, chiedere informazioni, o semplicemente rispondere ad una Tua curiosità, inviaci i tuoi dati, verrai ricontattato nel giro di qualche giorno!

    Il tuo nome *

    La tua email *

    Oggetto

    Nome del dottore/ssa *

    Medico o area di interesse
    (Le richieste inviate tramite questo modulo di contatto NON pervengono direttamente ai medici, ma sono mediate da DossierSalute.com. Si prega di specificare il destinatario della richiesta. Grazie) *

    Il tuo messaggio *

    Acconsento al trattamento dei miei dati personali secondo quanto stabilito dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati - Regolamento GDPR 2018

    Condividi su