Sindrome dell’occhio secco? Ecco come fare per evitare tale fastidio

L’occhio secco rappresenta un disturbo alquanto fastidioso. Non essendo una patologia particolarmente grave, non se ne parla spesso. Tuttavia, ci rendiamo conto che i disagi da esso indotti possono creare dei problemi nella vita quotidiana, ad esempio se siete abituati ad indossare frequentemente le lenti a contatto o ad utilizzare per diverse ore il computer.

Ma è possibile ovviare a questa patologia?

Lo scopriremo assieme nei prossimi paragrafi, cercando di capire quali sono i rimedi più efficaci!

Sindrome dell’occhio secco, perché si manifesta?

La sindrome dell’occhio secco è piuttosto comune. Questo disturbo si scatena quando la produzione delle lacrime da parte delle ghiandole lacrimali è presente ma insufficiente, la composizione delle lacrime è normale ma la loro quantità è ridotta (ipolacrimia).

Oppure, in altri casi o meglio nella stragrande maggioranza dei casi circa 80%, il problema è causato da un’alterata qualità della composizione lacrimale (dislacrimia), la cui diretta conseguenza è un’eccessiva evaporazione lacrimale. Infatti, la qualità del film lacrimale, ossia il corretto bilanciamento di tutte le componenti che ne fanno parte, è indispensabile al fine di lubrificare e proteggere adeguatamente l’occhio.

Tutto ciò conduce ad una disidratazione cronica e severa della congiuntiva e della cornea (le superfici del bulbo oculare esposte all’ambiente esterno), provocando irritazione.

La sindrome dell’occhio secco colpisce, generalmente, molto più le donne rispetto agli uomini, in particolare dopo i 45 anni e durante il periodo della menopausa.

Sindrome dell’occhio secco: può essere primaria o secondaria

La sindrome dell’occhio secco può manifestarsi per svariate cause.

Come prima cosa, il medico dovrà distinguere se tale disturbo è da considerare primario o secondario. Primario significa che tale patologia è isolata. Cioè, si sviluppa “da sé”.

Secondaria quando, e lo dice il nome stesso, viene scatenata come concausa di altre patologie come ad esempio una malattia autoimmune. Alcuni esempi di queste ultime possono essere:

  • lupus eritematoso sistemico,
  • artrite reumatoide,
  • sclerodermia,
  • sindrome di Sjögren.

L’evaporazione del film lacrimale

Come abbiamo già sottolineato, l’evaporazione legata al film lacrimale è dovuta a svariati fattori e, talvolta, capirne i reali motivi, non è poi così semplice, nemmeno per il medico. Per farlo potrebbe essere necessario richiedere degli esami di accertamento per escludere determinate cause.

Quando si manifesta una evaporazione del film lacrimale eccessiva, il perché può dipendere, a volte, anche da fattori molto differenti tra loro.

Fra le cause più comuni:

  • Le malattie locali, come blefariti e congiuntiviti;
  • l’utilizzo sbagliato o eccessivamente prolungato di lenti a contatto o alcuni colliri;
  • Infine, svariate cure farmacologiche (ormoni, antidepressivi, farmaci per malattie cardiache, ecc.) potrebbero concorrere a questa sindrome.

Occhio secco, come me ne accorgo?

Ti starai chiedendo: ma come mi accorgo di avere l’occhio secco?

Effettivamente, non è poi così complesso. I sintomi sono tendenzialmente fastidiosi e ricorrenti, e più nello specifico:

  • dolore oculare,
  • sensazione di avere un corpo estraneo all’interno dell’occhio,
  • rossore (iperemia oculare),
  • forte bruciore,
  • prurito,
  • fastidio alla luce (fotofobia),
  • annebbiamento visivo ripetuto nel tempo,
  • stanchezza,
  • muco all’interno o attorno agli occhi,

Più raramente alcuni pazienti, avvertono anche mal di testa. Inoltre, nei casi più gravi, tutto ciò può degenerare repentinamente fino alla comparsa di lesioni alle strutture dell’occhio (cornea congiuntiva), come: cicatrizzazione, neovascolarizzazione, infezioni e ulcerazione.

Come diagnosticare la sindrome dell’occhio secco

Agire tempestivamente, anche in questo caso, è molto importante. La diagnostica è clinica: necessita quindi di una visita specialistica presso l’ambulatorio di un medico oculista.

Due sono i test principali che si effettuano in ambulatorio per studiare l’occhio secco:

  • il Test di Schirmer è molto utile. Valuta infatti la quantità delle lacrime prodotte in un determinato lasso di tempo mediante una strisciolina di carta bibula.
  • la qualità delle lacrime, invece, viene testata mediante il test di rottura del film lacrimale, il cosiddetto BUT (Break-up Time Test) che prevede l’utilizzo di un colorante giallo, la fluoresceina, e di una luce con filtro blu.

Inoltre, durante la visita il medico oculista può riscontrare la presenza di segni a livello della superficie oculare che possono segnalare la presenza di occhio secco e definirne la gravità.

Come curare la sindrome dell’occhio secco

Come debellare la sindrome dell’occhio secco? Si parte proprio dalle abitudini. Inizia ad usare meno le lenti a contatto, magari per un primo periodo. Evita anche di strofinare eccessivamente gli occhi. Bere la corretta quantità giornaliera di acqua è molto importante. Dormire a sufficienza (7-8 ore a notte).

Una volta messe in atto queste abitudini, se nulla cambia, allora si dovrà optare per una terapia. Che, sottolineiamo, dovrà essere consigliata dal tuo medico. Mai fare di testa propria.

Normalmente, il medico consiglia di iniziare la terapia mediante l’utilizzo di colliri o gel. Più nello specifico, delle lacrime artificiali riprodotte da sostanze che possiedono al loro interno l’azione detergente, lubrificante e disinfettante delle lacrime naturali (es. l’acido ialuronico).

Il collirio, se al suo interno contiene anche antibiotico, ha bisogno della prescrizione medica. Inoltre, se il medico lo ritiene opportuno, potrà prescrivere anche ulteriori farmaci antinfiammatori locali.

Nel caso in cui la terapia farmacologica non dovesse dare i frutti sperati, allora si potrebbero utilizzare terapie con dispositivi medici come lenti a

contatto o terapie chirurgiche, sempre con lo scopo di proteggere, appunto, la superficie oculare.

In sostanza la terapia dell’occhio secco è una terapia che si effettua “per step”, si comincia con terapie più semplici e, qualora non fossero sufficienti, si passa progressivamente a terapie più impegnative.

Però, ti ribadiamo, a queste conclusioni potrai arrivare solo dopo aver effettuato una visita specialistica dal tuo oculista di fiducia.

In caso contrario, definire correttamente una diagnosi è pressoché impossibile.

La Redazione – Monica Penzo

La Redazione in collaborazione con il Dr. Daniele Marchina – specialista in oftalmologia, chirurgia refrattiva e della cataratta


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