La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) colpisce moltissime donne in età fertile, e questa patologia può richiedere cure e attenzioni particolari.
Lo specialista ginecologo, mediante una valutazione accurata, è in grado di confermare o meno la sua presenza. Ad ogni modo, si tratta di una patologia che, spesso, ci lancia dei segnali ben comprensibili.
Nel corso dell’articolo approfondiremo, quindi, la patologia dell’ovaio policistico ma analizzeremo anche gli integratori utili per fronteggiare al meglio questa condizione clinica.
Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS)
La sindrome dell’ovaio policistico (disturbo endocrino) coinvolge non solo la struttura delle ovaie, ma spesso di manifesta con disturbi del ciclo mestruale.
Partiamo proprio dal ciclo mestruale. Le donne affette da PCOS presentano spesso irregolarità nella frequenza delle mestruazioni.
In altri casi, si riscontra la amenorrea, cioè, l’assenza totale del ciclo mestruale, che può protrarsi per tempi talora anche lunghi diversi mesi.
Le ovaie, invece, vedono una maturazione parziale di molti follicoli in contemporanea, e quindi vengono a contenere numerose cisti follicolari di dimensioni più ampie rispetto alla norma; pertanto in alcuni casi le ovaie risultano anche parecchio ingrossate rispetto alla norma.
Coloro che soffrono di ovaio policistico, riscontrano anche delle alterazioni endocrine e metaboliche. Infatti, la disfunzione dell’ovaio può comportare un aumento della produzione di ormoni di tipo maschile (gli androgeni), con conseguente comparsa di fenomeni come acne, irsutismo (eccesso di peli), seborrea, alopecia, ecc. C’è poi una importante associazione tra ovaio policistico ed iperinsulinemia, ovvero aumento dei livelli medi di insulina, con difficoltà da parte dell’organismo a gestire correttamente gli zuccheri circolanti, e tendenza ad aumento di peso e a disposizione del grasso corporeo modificata.
Ci sono poi dei casi dove l’ovaio policistico è totalmente asintomatico. Non dà, cioè, nessun segnale circa la sua presenza. Non si parlerà in questi casi di sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) in quanto appunto mancano i sintomi correlati, e sarà utile solo mantenere una sorveglianza periodica del quadro clinico ed ecografico della Paziente per valutare eventuali modifiche.
Ovaio policistico e PCOS non sono la stessa cosa
Cerchiamo però di fare chiarezza e di non confondere il lettore.
L’ovaio policistico rappresenta una condizione ecografica delle ovaie. In questo caso, sono presenti un numero considerevole di cisti (determinate come si diceva prima da maturazione parziale di molteplici follicoli).
La PCOS invece, è una sindrome, una patologia ben precisa. E questo è ben comprensibile perché i sintomi percepiti sono diversi e piuttosto chiari, quali:
- irregolarità del ciclo mestruale (disfunzioni ovulatorie o totale assenza di ovulazione, irregolarità della frequenza delle mestruazioni, o loro totale assenza),
- iperandrogenismo (quando cioè il corpo femminile ha una eccessiva produzione di ormoni maschili, ossia di androgeni),
- presenza di cisti su una o entrambe le ovaie,
Quindi, riscontrare l’ovaio policistico non significa, automaticamente, essere affetta dalla patologia.
Quando l’ovulazione è assente
Come detto, un punto molto importante che caratterizza la sindrome dell’ovaio policistico è l’assenza dell’ovulazione. In parole semplici, la mestruazione può anche talora manifestarsi, ma senza che nelle settimane precedenti ci sia stata la liberazione dell’ovocita (ciclo anovulatorio).
Questo diventa un problema quando la donna desidera diventare madre. Infatti, tale sindrome rappresenta una forma di infertilità femminile.
Se non viene rilasciato l’ovocita, infatti, la sua fecondazione diventa impossibile.
È possibile indagare e capire se l’ovulazione è assente del tutto o se si tratta di una fase transitoria. E questo lo si fa mediante:
- misurazione dei livelli ormonali nel sangue,
- ecografia pelvica,
Possono comunque esistere episodi di cicli anovulatori anche indipendentemente dal quadro di ovaio policistico: in questo caso tendono ad essere più spesso irregolarità transitorie, che facilmente si risolvono spontaneamente, o correggendo la causa di fondo (ad esempio livelli eccessivi di prolattina, o disturbi della tiroide).
Altri sintomi dell’ovaio policistico
L’ovaio policistico, oltre al problema legato all’ovulazione e al ciclo che spesso non rispetta le “tempistiche corrette”, è, come sopra accennato, causa anche di altri disturbi a lui correlati:
- irsutismo,
- acne,
- grana della pelle irregolare,
- alopecia o perdita di capelli in determinate zone della testa,
- difficoltà a perdere peso,
- capelli grassi,
- disturbi del sonno,
- mal di testa ricorrenti,
L’irsutismo è una condizione molto odiata da tutte le donne che ne sono coinvolte. Provoca infatti una presenza anomala di peli duri e grossolani in determinate aree del viso e del corpo. Sul viso si presentano, di norma, sopra al labbro superiore, sul mento e sul contorno del viso (mascella). Mentre, per quanto concerne il corpo, questi peli indesiderati li ritroviamo: sull’addome, sulla schiena, sulla parte centrale del petto ecc…
Anche l’acne è un frequente sintomo, che in alcuni casi può presentarsi in modo molto accentuato e diffuso.
È quindi consigliato attuare una skincare routine costante e corretta. Questo servirà per tenere a bada sia i brufoletti da acne, ma anche i rossori e soprattutto il tanto sebo in eccesso prodotto dall’epidermide.
Se ciò non dovesse bastare, è sicuramente consigliabile far riferimento ad uno specialista dermatologo che potrà consigliare trattamenti specifici per la pelle.
Attenzione va anche posta al make-up. Che si trucca quotidianamente, ad esempio, può optare per una base viso leggera che non vada poi ad occludere eccessivamente i pori. Se però questi accorgimenti locali non sono sufficienti, è bene indagare le cause sistemiche dell’ acne, considerando appunto anche l’ipotesi di sindrome dell’ovaio policistico da studiare tramite consulenze ginecologiche.
Integratori per le donne che soffrono della sindrome dell’ovaio policistico
In assenza di controindicazioni specifiche e di desiderio di gravidanza, la terapia principale della sindrome dell’ovaio policistico prevede l’impiego di specifiche pillole contraccettive con azione antiandrogenica, ovvero in grado di contrastare l’eccesso di ormoni maschili prodotti.
Se invece l’obiettivo della Paziente è recuperare la funzione ovulatoria per cercare una gravidanza, o se presenta controindicazioni all’assunzione della pillola, in accordo con il proprio medico ginecologo, è possibile assumere degli integratori specifici. Ma, è raccomandabile, come si diceva prima, evitare di acquistare prodotti senza indicazione del medico. Vediamo in sintesi le principali sostanze in questo ambito.
L’inositolo rappresenta un gruppo di 9 molecole considerate membri del gruppo delle Vitamine B. In sostanza, sono carboidrati (zuccheri) che però possiedono proprietà antiossidanti e sono in grado di influenzare la risposta insulinica del nostro intero organismo.
Gli integratori a base di inositolo vengono consigliati alle donne che soffrono di questa patologia perché svolgono due compiti funzionali: migliorano gli aspetti metabolici ma anche quelli legati alla sfera riproduttiva femminile.
Tra gli inositoli più importanti troviamo:
- myo-inositolo,
- d-chiro inositolo,
Entrambi lavorano nella catena di messaggi collegata all’azione dell’insulina, e la loro proporzione può cambiare in base al tessuto in esame ed alle condizioni metaboliche. E’ quindi importante valutare con il ginecologo quale tipo di integratore possa essere più indicato per la terapia.
Anche altre molecole possono avere un ruolo nella gestione della policistosi ovarica: tra queste ricordiamo:
- l’acido folico
- l’acido alfa-Lipoico,
- la Betaina
- Le Vitamine B2, B6 e B12
Non va sicuramente sottovalutato poi il ruolo dell’alimentazione: un peso corporeo troppo elevato, infatti, può compromettere la funzionalità ovarica, così come una dieta che contenga una quota eccessiva di carboidrati, che vanno appunto ad inserirsi in quel meccanismo di “insulino-resistenza” (cioè di ridotta risposta all’insulina, con suo conseguente aumento in circolo) che spesso è almeno uno degli attori coinvolti nella sindrome dell’ovaio policistico.
Quindi, al di là dell’impiego di integratori specifici, rimane fondamentale favorire nella Paziente la corretta gestione della dieta e del peso corporeo.
La redazione – Monica Penzo
La redazione in collaborazione con il Dr. Stefano Fracchioli – Medico Ginecologo a Torino
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