Rotula instabile: cause, sintomi, diagnosi e terapie  

La rotula è un osso sporgente che collega i muscoli della parte anteriore della coscia alla tibia; si articola con il femore e ha la funzione di accrescere la forza del muscolo quadricipite consentendogli di estendere la gamba. Il femore è dotato di una scanalatura a V all’estremità per tenere la rotula all’interno del proprio binario durante il movimento.

 Quando la rotula esce dal binario

Durante la flessione del ginocchio, la rotula scorre su un canale compreso tra i due condili femorali che si adatta alla sua forma. In questo modo il movimento avviene in maniera fluida e indolore, con un attrito minimo. Come un treno, però, la rotula può deragliare uscendo dal proprio binario, parzialmente o completamente, risultando instabile e provocando una lussazione. Quando la rotula è instabile, si presenta spostata esternamente rispetto alla sua zona anatomica e durante il movimento tende a strisciare contro il condilo femorale con notevole attrito. In questo caso, è necessario un pronto intervento perché il tempo che passa peggiora la situazione ed è un’eventualità molto rara che la rotula torni in sede da sola. Il rischio di sottovalutare il problema, infatti, è che possa insorgere un’artrosi secondaria nei pazienti che manifestano lussazione o sublussazione ricorrente.

Rotula instabile: chi è più a rischio e perché 

Una rotula instabile soggetta a lussazione è dovuta nella maggior parte dei casi a un evento traumatico o al sovraccarico dell’articolazione del ginocchio. Per questo, i più a rischio sono gli sportivi, in particolare chi salta, corre, pratica sport quali calcio, rugby, ciclismo, e ginnastica sollecitando molto le ginocchia e/o con frequenti cambi di direzione, quindi torsioni, e movimenti ripetuti. Le cause/concause possono essere anche fisiche, ad esempio un ginocchio valgo o un piede pronato o ancora una forma alterata della rotula stessa, debolezza del muscolo vasto mediale rispetto al vasto laterale, retrazione della bandelletta ileo-tibiale, del bicipite femorale o del legamento alare esterno.

Rotula instabile: i sintomi

Il sintomo per eccellenza di una rotula instabile è il dolore, accompagnato da gonfiore e tumefazione. Si può avere la sensazione che il ginocchio scricchioli, che i movimenti siano rigidi, che il quadricipite sia debole, fino al punto di non riuscire a sostenere il peso del corpo. Il dolore, localizzato tra la rotula e il femore, tende ad aumentare quando si flette il ginocchio oppure ci si alza dopo essere rimasti seduti a lungo.  
Solitamente, l’instabilità è unilaterale, ma può manifestarsi su entrambe le ginocchia.

Rotula instabile:diagnosi e terapie

Diagnosi

Diagnosticare una rotula instabile da parte di un ortopedico attento è piuttosto semplice. Si tratta di osservare il ginocchio raccogliendo la sintomatologia manifestata dal paziente. In questo modo, sarà possibile escludere altre due patologie quali la tendinite e la condropatia della rotula. In genere, sono eseguite radiografie per escludere fratture.

Per una diagnosi corretta oltre ’esame clinico è fondamentale l’esecuzione della risonanza magnetica e di una tomografia computerizzata dinamica detta TC TA-GT.

Terapia in fase acuta

La terapia prevede un primo intervento nella fase acuta in cui è necessario riportare la rotula all’interno del binario attraverso la cosiddetta “riduzione” della lussazione: il medico riposiziona la rotula aiutandosi con una delicata spinta. Successivamente, saranno necessari antinfiammatori, infiltrazioni di acido ialuronico, crioterapia e l’utilizzo di un bendaggio elastico, stampelle o tutore, a seconda di quanta stabilità abbia recuperato l’articolazione. Tutti questi interventi saranno da valutare e concordare con il proprio ortopedico curante. Gli sportivi dovranno osservare un assoluto riposo.

Terapia non chirurgica a lungo termine

Superata la fase acuta, per mantenere e massimizzare il recupero a lungo termine, sono possibili più opzioni, a seconda dei casi: eseguire esercizi per rinforzare i muscoli e di allungamento; applicare kinesio taping, utilizzare una ginocchiera e dei plantari ortopedici.

Terapia chirurgica


L’intervento chirurgico
 (tradizionale o in artroscopia) resta l’unica soluzione per risolvere una volta per tutte una situazione altamente invalidante.  In genere, si procede al solo intervento in artroscopia quando la sintomatologia è insorta da pochi mesi senza lussazione franca ,mentre in caso di sublussazione cronica o  lussazione recidivante  si preferisce integrare l’intervento artroscopico con tempi chirurgici “open”  rivolti o al ripristino del legamento patello femorale o alla trasposizione della tuberosita’ tibiale o alla creazione di un’articolazione femoro rotulea più congruente (trocloplastica)

Infine i tempi chirurgici “ open” possono essere associati a seconda della gravità del caso clinico.

L’intervento soft in ARTROSCOPIA è un intervento che non necessita di pernottamento . Tutti gli altri interventi prevedono una notte di ricovero.

Nessun intervento necessita forzatamente di un tutore . Normalmente è sufficiente un bendaggio elastico per i primi 15 -20 gg con carico a tolleranza ed eventuale ausilio di stampelle

 Successivamente, un’adeguata fisioterapia e riabilitazione saranno necessarie per un buon recupero articolare, muscolare e funzionale del ginocchio. La ripresa di tutte le normali attività quotidiane avviene dopo 1-2 mesi, mentre la ripresa dello sport attivo è consentita dopo circa 3-4 mesi.

Dr. Filippo Maria Surace – ortopedico traumatologo

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