Passiflora: rimedio contro insonnia, ansia e sbalzi d’umore

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La pianta della Passiflora arriva in Europa nel 1600 d.C. ad opera di un frate che la importò dal Messico, dove gli abitanti erano soliti consumarne il frutto, una bacca dolce e succosa: il frutto della passione.

La Passiflora è una pianta rampicante che si trova soprattutto in America Centrale, Sudamerica e India.

Principi attivi ed azione

I principi attivi di interesse si trovano nella parte aerea che viene raccolta in primavera e sono: cumarine, flavonoidi (es. isovitexina, vitexina, luteolina, quercetina, apigenina, isorientina, kaempferolo, rutina, crisina), alcuni alcaloidi (es. passiflorina, armina, armalina), alcuni fitosteroli (es. sitosterolo).

Tra i flavonoidi, la crisina si lega ai recettori che abbiamo a livello del sistema nervoso centrale a cui si legano anche le benzodiazepine, risultato: la crisina presenta azione ansiolitica, favorisce sonno e relax, quindi ha anche azione sedativa. Allo stesso modo, alcuni alcaloidi della passiflora pare abbiano azione antidepressiva. Questo fa sì che la passiflora possa risultare utile in tutte quelle occasioni in cui il continuo stress ansiogeno o gli sbalzi di umore ci debilitano: senso di angoscia, ansia, isteria, fobie, nervosismo generalizzato, sbalzi di umore indotti dalla menopausa, irritabilità, tachicardia.

Né dipendenza né sonnolenza

A differenza delle benzodiazepine, la passiflora non genera dipendenza e, a differenza degli antidepressivi, non provoca sonnolenza durante il giorno, però ha un’azione più blanda dei farmaci, che sicuramente si dimostrano più efficaci laddove la patologia è forte o grave.

Gli alcaloidi hanno un’azione rilassante sulla muscolatura liscia, perciò calmano le contrazioni da mestruo doloroso, i crampi dell’intestino irritabile, la tosse stizzosa; in altre parole, è utile laddove vi siano spasmi, anche a livello respiratorio.

Controindicazioni

Gli effetti collaterali sono soprattutto a livello dell’utero: provoca contrazioni in caso di gravidanza, per cui ne è vietata l’assunzione. Inoltre, se il soggetto è già in terapia con ansiolitici o antidepressivi, ne potenzia l’azione e gli effetti collaterali, pertanto è altamente sconsigliabile associare la passiflora alle terapie già in atto. È invece utile usarla ai primi sintomi, proprio per non arrivare alla patologia conclamata. Inoltre, le cumarine possono interagire con gli anticoagulanti (es. warfarin) potenziandone l’effetto, quindi anche questa associazione è da evitare.

Dott.ssa Valeria Cantarelli

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