Le disfunzioni legate alla tiroide possono provocare problemi agli occhi.
Tali problemi possono essere sia di lieve entità, come un semplice bruciore, fino a problematiche severe quali, dolore, diplopia, sporgenza dei bulbi oculari, grave perdita della vista.
Approfondiamo l’argomento con l’aiuto della dr.ssa Toma che ci spiega cos’è la tiroide, come funziona e come il suo malfunzionamento può influire sul benessere degli occhi.
Cos’è la tiroide
La tiroide è una ghiandola endocrina situata alla base del collo, sotto la laringe, che assorbe iodio dal sangue e produce gli ormoni tiroxina e triiodotironina.
Questi due ormoni regolano l’intensità del metabolismo, cioè il modo e la velocità con cui l’organismo utilizza sostanze alimentari e chimiche per produrre energia.
Partecipano anche nei processi di accrescimento e sviluppo, in particolare del sistema nervoso, di produzione di calore corporeo ed energia muscolare, di distribuzione e accumulo di acqua e sali minerali.
Come funziona la tiroide?
L’attività della tiroide è regolata da un ormone dell’ipofisi, il TSH, a sua volta regolato da un neurotrasmettitore ipotalamico, il TRH, con un meccanismo di controllo retrogrado detto feed back.
Se il TSH è ridotto, significa che la ghiandola sta funzionando troppo, ovvero siamo in presenza di ipertiroidismo.
Nel caso contrario invece, se il TSH è alto, la tiroide sta lavorando poco quindi avremo ipotiroidismo.
Tiroide e occhi: le malattie tiroidee possono causare problemi agli occhi?
La forma clinica dell’ipertiroidismo probabilmente più conosciuta per le ripercussioni oftalmologiche è il morbo di Basedow o malattia di Graves.
E’ una patologia autoimmune la cui sintomatologia è:
- tachicardia e palpitazioni.
- Tremore.
- Ansia.
- Insonnia.
- Astenia.
- Labilità emotiva.
- Difficoltà di concentrazione.
- Aumento dell’appetito.
- Perdita di peso.
- Oligomenorrea.
- Oftalmopatia tiroidea.
Tiroide e occhi: L’oftalmopatia tiroidea
L’oftalmopatia tiroidea consiste in alterazioni ormonali associate al Morbo di Basedow che determinano il quadro clinico di una patologia oftalmologica oculare denominata appunto oftalmopatia tiroidea.
Questa è caratterizzata da:
- Ipertrofia e iperplasia dei muscoli estrinseci dell’occhio.
- Proliferazione del grasso e del tessuto connettivo orbitario.
- Ritenzione di liquidi dovuto ad accumulo di mucopolisaccaridi, sotto la cute palpebrale e l’orbicolare, con infiltrazioni dei tessuti dietro il setto orbitario.
Questi cambiamenti causano:
- Esoftalmo, ossia la protrusione del bulbo oculare.
È il sintomo caratteristico dell’oftalmopatia e di questa forma autoimmune di ipertiroidismo. E’ causato proprio dall’aumentodi volume del contenuto dell’orbita, il quale spinge il bulbo in avanti.
In genere è bilaterale, anche se spesso il grado di sporgenza è diverso nei due occhi.
- Retrazione palpebrale con chiusura incompleta delle palpebre.
Talvolta questa condizione fa sembrare l’esoftalmo molto più pronunciato di quanto non lo sia.
- Visione doppia (diplopia) e/o sfocata.
- Strabismo.
- Sguardo fisso, con “espressione spaventata”.
- Riduzione sia della frequenza che dell’ampiezza dell’ammiccamento.
- Tremore palpebrale quando si socchiudono gli occhi.
- Edema palpebrale.
- Occhio secco.
- Sensazione di corpo estraneo.
- Lacrimazione eccessiva.
- Chemosi (accumulo di liquido nella congiuntiva) e iperemia congiuntivale
- Alterazioni corneali, come ad esempio le cheratiti da lagoftalmo (chiusura incompleta delle palpebre).
- Fotofobia (aumentata sensibilità alla luce)
- Aumento della pressione intraoculare.
- Neuropatia ottica nei casi di esoftalmo elevato
Titroide e occhi: la diagnosi di oftalmopatia tiroidea
In caso di oftalmopatia tiroidea risulta indispensabile un lavoro multidisciplinare tra endocrinologo, oculista e ortottista.
Da un lato, quindi, l’endocrinologo si occuperà dell’adeguata terapia e monitoraggio del Morbo di Basedow, dall’altro l’oftalmologo e l’ortottista valuteranno:
- Acuità visiva.
- Valutazione della motilità oculare.
- Esoftalmometria. Per misurare la sporgenza del bulbo oculare in rapporto al bordo esterno dell’orbita viene usato l’esoftalmolmetro di Hertel.
Nelle donne e nei bambini sono considerati valori normali quelli compresi tra i 10 ed i 16 mm, mentre negli uomini tra i 14 ed i 20 mm.
- Campimetria.
- Tonometria
- Oftalmoscopia, con speciale riguardo alla valutazione del nervo ottico .
- TAC per la valutazione del contenuto orbitario, con particolare attenzione ai muscoli estrinseci.
- Esame con lampada a fessura.
Dott.ssa Sara Toma – Ortottista a Milano
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