La gestione del colpo di frusta

I disordini associati al colpo di frusta sono condizioni comuni, disabilitanti e costose che si presentano di conseguenza ad un incidente stradale o trauma cervicale.

Dati recenti dimostrano che un rapido incremento del dolore e dei sintomi si presenta nei primi tre mesi dal trauma.

 La maggior parte delle persone riporta di non avere una guarigione completa neanche negli anni successivi.

In questo articolo approfondiamo la conoscenza del colpo di frusta, spesso sottovalutato, la cui gestione deve essere tempestiva.

I primi sintomi

I primi sintomi che vengono riportati dopo colpo di frusta sono:

  • Dolore al collo, talvolta anche mal di testa o dolore lungo il braccio.
  • Alterazione della sensibilità agli arti superiori.
  • Sbandamenti o vertigini.
  • Difficoltà cognitive quali alterazione della memoria e difficoltà motorie.

La classificazione del colpo di frusta in base ai sintomi

I sintomi associati al colpo di frusta (acronimo WAD) vengono suddivisi in 4 gruppi, dal quale si evidenzia la gravità e di conseguenza i tempi di recupero:

  • WAD 1: dolore al collo, senza sintomi muscolo-scheletrici percepiti in altre aree (testa, spalle, braccia).
  • WAD 2: dolore al collo con presenza di sintomi muscolo-scheletrici a distanza.
  • WAD 3: presenza di segni e sintomi neurologici.
  • WAD 4: frattura vertebrale o lesione del tessuto osseo.

La maggior parte delle persone rientra nel WAD 2, nel quale la presentazione dei sintomi non è affatto omogenea e necessita, quindi, di un’attenta valutazione in acuto.

Le conseguenze del colpo di frusta

Durante il colpo di frusta sono molteplici le strutture che subiscono un trauma, tra cui le vertebre, il disco intervertebrale, le articolazioni della colonna, i muscoli ed i nervi.

Tra queste, nei casi che vanno incontro alla cronicizzazione, sembra che le articolazioni vertebrali siano la principale struttura che genera sintomi.

Una delle caratteristiche più comuni di pazienti che hanno subito un colpo di frusta è la riduzione dell’ampiezza di movimento del rachide cervicale.

Questa, nei casi in cui cronicizza, si associa in alterazioni del controllo neuro-muscolare sia della muscolatura del collo che del cingolo scapolare.

 Questa condizione può sfociare facilmente in cervicalgie e cefalee più o meno ricorrenti, oltre alla difficoltà di mantenere certe posizioni o alzare determinati carichi.

Il dolore, se poi anche associato a sensazioni di sbandamento o mal di testa, porta frequentemente anche ad avere alterazioni del controllo senso-motorio della testa.

Questo coinvolge l’accurata sinergia dei movimenti del collo, dei movimenti oculari e del coinvolgimento del sistema vestibolare.

Molto comuni sono anche aspetti che coinvolgono prettamente la sfera psicologica, che di conseguenza rendono il percorso di guarigione più complesso, e sono:

  • stress post-traumatico.
  • Ansia.
  • Depressione.
  • Paura del movimento.

Ad oggi si riscontrano difficoltà nella gestione di queste problematiche.

Le Rx iniziali post-trauma sembra facciano sfuggire quasi il 50% delle fratture della colonna cervicale.

Diventa veramente importante la monitorizzazione dei sintomi nella prima settimana, valutando attentamente tutte le complicazioni associate al colpo di frusta, che portano notevole disabilità e cronicizzazione del dolore, oltre a trattamenti molto differenti tra loro.

Le implicazioni per la gestione del colpo di frusta

È ormai chiaro che il colpo di frusta coinvolge fattori sia fisici che psicologici.

I fattori iniziali che più frequentemente portano a tempi di recupero più lunghi sono:

  • Alti livelli di dolore.
  • Perdita dei movimenti del collo.
  • Presenza di ipersensibilità.
  • Sintomi da stress post-traumatico.
  • Presenza in precedenza di cervicalgia o mal di testa.

I consigli che ad oggi andrebbero forniti ai pazienti dopo trauma cervicale in fase acuta sono di tenersi in movimento, nel rispetto del dolore mentre il riposo a letto sembra essere dannoso.

Seguire il piano farmacologico ed eventualmente indossare il collare solo per brevi periodi e sotto prescrizione medica.

La presa in carico da parte del fisioterapista specializzato in riabilitazione dei disordini muscolo-scheletrici diventa fondamentale per una guarigione più rapida e completa possibile.

Il trattamento

La gestione dei pazienti dopo colpo di frusta rappresenta una delle condizioni cliniche più complesse per le figure professionali che vi si approcciano.

La difficoltà è data dal livello di gravità dei postumi del trauma, che porta a far scendere in campo più figure professionali e tempi più lunghi di guarigione.

A questo si aggiungono sia la presenza di stress post-traumatico che alterazioni della sensibilità.

Nella fase acuta il trattamento più efficace comprende terapia farmacologica, TENS e terapia manuale a bassa intensità, incentrata prevalentemente in distretti collegati ma a distanza dalle zone del trauma.

Il percorso procede con il graduale abbandono della terapia medica, con il ripristino del movimento cervicale tramite terapia manuale ed esercizio terapeutico di bassa intensità.

Il tutto incentrato sulle caratteristiche soggettive della condizione clinica del paziente.

Nella fase avanzata del percorso, la terapia manuale spesso non è più necessaria, ed il trattamento si concentra solo sull’esercizio terapeutico e sulla rieducazione senso-motoria, che permette di contrastare i fenomeni di cronicizzazione che spesso si manifestano.

La gestione del colpo di frusta: conclusioni

La gestione degli effetti del colpo di frusta è molto complessa, e necessita una presa in carico da parte di personale sanitario altamente specializzato.

La misurazione dei risultati clinici del paziente avviene dopo 3 mesi dal trauma, con controlli fino ad un anno.

Fondamentale è l’intervento precoce per evitare la cronicizzazione dei sintomi, per evitare una gestione notevolmente più complessa con tempi di recupero molto più lunghi.

Dr. Edoardo Balli – Fisioterapista a Prato

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