Il filler è bello, ma non innocuo

I filler dermici, comunemente indicati solo con la parola filler, sono prodotti iniettabili che vengono somministrati per scopi estetici.

Possono essere utilizzati per ricostruire il naturale contorno dei lineamenti o per mascherare i visibili effetti dell’invecchiamento.

Filler: classificazione

In dipendenza della vita media del filler, cioè della resistenza agli agenti degradanti dell’organismo che ne distruggono e riassorbono la molecola, nel punto di iniezione i filler sono classificati come:

  • permanenti
  • semipermanenti
  • non-permanenti

 In Olanda i filler permanenti sono stati vietati fin dal 2015 a causa dell’alta incidenza di eventi avversi che sono complicati da trattare  ( Besluit medische hulpmiddelen S.d. Nederlanden Editor 201s- Gravenhage).

Sebbene siano varie le molecole che possono comporre un filler (acido polilattico, policaprolattone, idrossiapatite o acido jaluronico) i filler più popolari sono quelli a base di acido jaluronico.

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Filler a base di acido jaluronico

I trattamenti con filler, in Italia, sono centinaia di migliaia all’anno.

L’acido jaluronico è un polimero lineare naturale composto da subunità identiche tra loro, altamente conservato nella sua struttura fin dai primi organismi sviluppatisi milioni di anni fa.

Alcuni filler contengono la forma lineare naturale dell’acido jaluronico, ma la maggior parte contiene molecole di acido jaluronico più o meno lunghe pre-trattate con un agente legante ( cross-linking).

La molecola di cross-linking si lega a ponte tra due molecole di acido jaluronico.

Maggiore è la frequenza dei ponti più stabile è la molecola di acido jaluronico, più alta è la resistenza alla degradazione dell’organismo, più elevata è la vita media del filler.

Non è questa la sede per illustrare le molteplici metodiche di cross-linking e i loro effetti sulla resistenza del filler alla degradazione.

E’ però importante sottolineare che sebbene le pazienti tendano a preferire i filler ad alto grado di cross-linking perché aumentando la durata si riduce la necessità di ripetere il trattamento, più elevato è il grado di cross-linking di un filler più elevata è la probabilità di complicanze ( Geertsma RE et al  RIVM Briefrapport 2006).

Un altro recente studio ha dimostrato come la biocompatibilità dei prodotti a base di acido jaluronico diminuisca all’aumentare delle modifiche cui viene sottoposta la molecola originaria ( La gatta A et al Int J of Biological macromolecules 2017; 103:978-989).

Filler di acido jaluronico con molecole non dichiarate: le complicanze

Un recentissimo lavoro di Keizers PHJ et al sul Journal of Pharmaceutical and Biomedical Analysis 2018 ha dimostrato in alcuni prodotti la presenza di molecole come anestetici non dichiarati sulla confezione.

Le molecole contaminanti possono essere responsabili di reazioni avverse, ma spesso le pubblicazioni registrano la forma clinica della complicanza, senza poter analizzare il prodotto utilizzato.

 Una delle complicanze più temibili è la Sindrome di Nicolau.

La Sindrome di Nicolau è caratterizzata da:

  • cute dolorosa livida
  • comparsa di necrosi cutanea in alcuni giorni

Un’altra temibile complicanza è la lesione di rami arteriosi facciali che esita anch’essa in necrosi cutanea se non tratta tempestivamente.

La conoscenza della anatomia vascolare e muscolare del volto è fondamentale per una corretta e sicura pratica di medicina estetica.

Nel 2021 sono stati 104 i lavori pubblicati in ordine alle complicanze dei filler a base di acido jaluronico.

Le linee guida per la prevenzione e gestione delle complicanze

Nel 2016 il Global Aesthetics consensus group ha elaborato Linee Guida per la prevenzione  e la gestione delle complicanze generate dai filler a base di acido jaluronico.

La partenza di un corretto trattamento è sempre l’anamnesi.

 Bisogna conoscere il paziente e bisogna essere coscienti che il filler è un prodotto potenzialmente pericoloso.

In ogni caso, rispetto al numero di trattamenti eseguiti ogni anno, le complicanze sono nel complesso infrequenti e quelle realmente menomanti sono molto rare.

In ogni caso anche il paziente può tutelarsi rispetto alla malpractice.

Si consiglia, a tale proposito, di consultare i siti dei medici legali come www.medicolegalevicenza.it dove potete trovare pagine dedicate alla tutela del paziente.

Con questo non si vuole ovviamente spaventare le lettrici, ma far loro acquisire consapevolezza che non sempre un trattamento a basso prezzo è un affare e che un trattamento che consenta una lunga permanenza del prodotto non è sempre garanzia di comodità, ma anzi è elemento di allarme.

Bisogna assolutamente sottolineare che un evento avverso non è sinonimo di colpa o di errore medico.

La maggior parte degli eventi avversi sono imprevedibili e pertanto non è possibile addossare al medico responsabilità insussistenti.

Filler: conclusioni

In sintesi e per concludere bisogna rivolgersi a professionisti seri e di provata esperienza.

Ma come potersi fidare di una persona mai incontrata prima?

In primis un professionista serio raccoglierà una anamnesi cercherà di conoscere la storia della persona e fornirà una dettagliata informazione sulla tecnica sul prodotto proposto e sulle alternative.

Un altro indice è la fornitura del libretto dei trattamenti con la apposizione delle etichette dei prodotti utilizzati.

Poi, come sempre, il talento nel trattamento è una cosa che si sperimenta, ma non si può prevedere, solo la soddisfazione nel risultato è la misura della empatia con uno specifico professionista.

Dr.ssa Liliana Turatello – Medico Estetico

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