I 10 punti da approfondire sull’embolizzazione della prostata: intervistato da Dossier Salute risponde il grande esperto sull’embolizzazione, Dr. Tommaso Lupattelli

Dr. Lupattelli, ad un operatore del suo calibro nel campo dell’ embolizzazione e della radiologia interventistica chiediamo, per prima cosa, perché scegliere l’ embolizzazione per la patologia prostatica benigna?

Perché, a mio avviso, è la tecnica più sicura e di gran lunga meno invasiva attualmente disponibile. Inoltre è l’unica procedura che non comporta MAI eiaculazione retrograda in vescica.

Necessita di una semplice anestesia locale e non comporta alcun dolore? E’ veramente possibile?

Assolutamente sì. E’ sufficiente una semplice anestesia locale alla piega del braccio o all’inguine. Durante l’intervento non si verifica alcun dolore, nelle ore successive all’intervento qualche paziente riporta lievi algie in zona perineale, ben controllabili con antidolorifico. Niente di più di questo.

L’operazione che durata ha? E la degenza?

L’operazione dura dai 40 minuti alle 2 ore, a volte anche qualcosa di più perchè questo tipo di intervento per quanto sia agevole per il paziente lo è molto meno per il medico che lo esegue, che deve essere estremamente esperto in questa tecnica perchè a volte l’anatomia dei vasi prostatici è piuttosto complessa.

Basta un a sola seduta? Si guarisce definitivamente?

Si, è richiesta una sola seduta. Ed i risultati sono sovrapponibili ai risultati delle tecniche tradizionali. Cambiano i rischi e le complicanze che sono molto minori. In particolare sanguinamenti prostatici post procedurali sono eventi rarissimi mentre l’incontinenza urinaria e l’eiaculazione retrograda non sono stati mai riportati nella nostra casistica di più di 10 anni.

Rispetto alla chirurgia tradizionale i vantaggi quindi sono importanti anche se per qualche paziente potrebbe sembrare strano poter risolvere il suo problema con questa facilità. Ma è assolutamente così, soprattutto se il radiologo interventista è molto esperto. Torno tuttavia a ripetere che è una tecnica che in alcuni casi può essere complessa per chi la esegue e pertanto è fondamentale affidarsi ad operatori molto esperti e dedicati esclusivamente o quasi all’ embolizzazione.

A proposito di esperienza, sono infatti ancora pochi i radiologi italiani che eseguono l’embolizzazione prostatica, e ci sembra di capire che i risultati di questa tecnica dipendano molto da chi la esegue…

Non siamo purtroppo in molti ad eseguire l’embolizzazione dell’ipertrofia prostatica perché le scuole di specializzazione formano ancora troppo pochi radiologi interventisti. Ma la radiologia interventistica è sempre più richiesta in tanti campi della medicina e ciò fa ben sperare per il futuro

Molte patologie nel futuro potranno, grazie alla radiologia interventistica essere curate, come negli USA, senza né tagli né punti di sutura grazie a queste tecniche radiologiche innovative che non lasciano alcuna cicatrice.

L’ipertrofia prostatica può recidivare dopo l’embolizzazione?

Parlando di ipertrofia prostatica la recidiva non è così rara per nessuna delle tecniche attualmente disponibili.

Con l’embolizzazione siamo in linea con i risultati di tutte le altre opzioni chirurgiche, restando ben inteso che la procedura è tranquillamente ripetibile e che come già sottolineato è molto meno invasiva rispetto alla chirurgia e soprattutto con rischi ed effetti collaterali molto limitati.

Perché il mio medico non mi ha mai prospettato la possibilità di questo intervento?

Purtroppo oggi in Italia si associa ancora la prostata esclusivamente alla figura dell’urologo più che a quella del radiologo che comunque, oltre ad essere molto spesso fondamentale per la diagnosi è in grado, come abbiamo visto, di trattarla.

Diciamo quindi che il paziente viene purtroppo ancora poco indirizzato dal medico di base verso il radiologo per l’ embolizzazione. L’urologo invece non ha le prerogative per eseguirla, essendo una tecnica di radiologia interventistica, e purtroppo tende quasi esclusivamente d indirizzare il paziente verso tecniche a lui più congeniali.

Nella nostra casistica un terzo dei pazienti che si sottopongono ad embolizzazione prostatica sono medici. Questo a riprova del fatto che quando si viene a conoscenza dei vantaggi dell’embolizzazione prostatica la scelta diventa quasi obbligata, ed i medici ovviamente sono più facilitati nel venire a conoscenza delle tecniche più innovative e vantaggiose, come per moltissimi versi è proprio l’embolizzazione della prostata.

Una vera rivoluzione, a nostro giudizio, nel trattamento della patologia prostatica benigna.

La redazione in collaborazione con il Dott. Tommaso Lupattelli Chirurgo Interventista a Milano


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