Dieta normopoteica (VLCKD): dimagrire rieducando l’alimentazione

 

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Orientarsi nel settore delle diete dimagranti è un’impresa ardua. Ogni giorno nascono nuove diete che promettono risultati strabilianti, ma il limite della stragrande maggioranza dei regimi alimentari finalizzati a perdere peso è quello di non rieducare ad una alimentazione equilibrata. Ciò significa che una volta conclusa la dieta dimagrante il soggetto, più o meno velocemente, recupererà il peso perduto, vanificando così i benefici ottenuti con costanza e sacrificio.

I 5 dettami dell’OMS e le 5 aspettative di chi desidera dimagrire oggi

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha previsto 5 dettami su come debba essere una dieta dimagrante:

  • Non presentare pericoli per il soggetto;
  • Essere sufficientemente restrittiva per ottenere una significativa riduzione dell’apporto calorico;
  • Essere equilibrata in tutti i macro e micro nutrienti;
  • Contribuire a migliorare la salute del soggetto;
  • Essere inclusa in un programma di gestione globale del peso.

Questi dettami devono conciliarsi con le aspettative di chi si rivolge a uno specialista in diete dimagranti, aspettative che oggi in genere sono ugualmente 5:

  • Dimagrire abbastanza velocemente;
  • Non avvertire il senso di fame;
  • Sentirsi in forma;
  • Non dover pesare gli alimenti;
  • Gestire facilmente la dieta fuori casa e al lavoro.

La dieta normoproteica VLCKD e le sue 3 fasi

La dieta che a mio parere meglio incontra i dettami dell’OMS e le aspettative del paziente è la dieta normoproteica VLCKD, acronimo derivato dall’inglese “Very Low Calorie Ketogenic Diet” (Dieta Chetogenica a contenuto Calorico Molto Ridotto), ideata negli anni 70 del secolo scorso dal Prof. G. Blackburn di  Harvard (USA).

Questa dieta si caratterizza per 3 fasi ben distinte.

La fase 1 è quella propriamente dimagrante, in cui vi è una sensibile riduzione dei carboidrati e dei grassi a fronte di una assunzione adeguata (non eccessiva) di proteine biologiche e di una grande quantità di verdure. Questa fase consente di perdere rapidamente e in maniera selettiva il grasso, preservando però la massa magra, il tono muscolare e l’elasticità dei tessuti. Inoltre, viene attivata in questo modo la chetosi controllata, cioè un particolare processo metabolico tipico in presenza di una privazione di carboidrati, che a sua volta attiva il consumo dei grassi. Al contempo, però, il soggetto, dopo soli 2-3 giorni, non avvertirà fame nè stanchezza, ma sperimenterà uno stato di benessere, a seguito della produzione di corpi chetonici. Non è necessario alcun farmaco a supporto.

La fase 2 è di transizione, nella quale sono reintrodotti a poco a poco i carboidrati, a partire da quelli con l’indice glicemico più basso e aumentando progressivamente le calorie. Questa fase ha da un lato lo scopo di evitare la ripresa del peso e dall’altro di rieducare ad una corretta alimentazione, cosa che troverà il suo complimento finale nella terza e ultima fase.

La fase 3 è quella in cui il paziente raggiunge l’equilibrio ponderale attraverso un corso di educazione alimentare, basato sulla dieta mediterranea e sulla ritmo nutrizione, accompagnato da un programma personalizzato di attività fisica. In pratica, egli è pronto per “camminare con le propri gambe”, con la ragionevole certezza di non incorrere in ricadute.

A chi è adatta la dieta normoproteica

In teoria tutti possono sperimentare questa dieta, ma trattandosi di una dieta medica vanno fatte attente valutazioni sulla sua opportunità in base alle condizioni di salute della persona. In generale, essa risulta particolarmente indicata per obesità grave o complicata, obesità tale per cui sia necessario un sensibile calo ponderale prima di sottoporsi a interventi di chirurgia bariatrica, sovrappeso marcato, diabete di tipo II, ipercolesterolemia/ipertrigliceridemia, sindrome metabolica,  ipertensione arteriosa, apnee del sonno, patologie dell’apparato locomotore, adiposità localizzate e cellulite.

Il controllo medico è fondamentale perché sia efficace

Questa dieta modifica sensibilmente il metabolismo dell’individuo e non può assolutamente essere svolta in modalità fai-da-te, pena il fallimento e il rischio di gravi squilibri/carenze nutrizionali. Il medico che ha prescritto la dieta sottoporrà il paziente a controlli clinici, ematici/delle urine periodici e stabilirà il momento di passaggio tra le varie fasi descritte in precedenza, oltre che eventuali correzioni del protocollo iniziale. E’ fondamentale l’empatia tra medico e paziente affinché il controllo esterno sia visto come un momento piacevole in cui si verificano insieme i risultati ottenuti e si possa tenere duro anche nei momenti di difficoltà che possono verificarsi. Questo conta almeno per il 50% sul buon esito della dietoterapia. Come dimostrato da molteplici evidenze scientifiche, la dieta normoproteica funziona bene se il paziente la rispetta scrupolosamente e si fida del medico.

Quanto dura la dieta e come concluderla evitando ricadute

Come è facilmente intuibile, si tratta di una dieta che non può essere protratta troppo a lungo, in quanto il dimagrimento è sensibile e rapido. Parliamo di 6-8 kg al mese, con calo del girovita di 3-4 cm ogni dieci giorni. La durata dipenderà dai risultati ragionevoli che si vogliono ottenere, ma in genere non si va mai oltre i 6-7 mesi, un tempo nel quale si arrivano a perdere 30-35 kg! E’ fondamentale non interrompere bruscamente la dieta per non incorrere in un effetto boomerang, l’uscita dalla dieta deve essere graduale e condivisa con il proprio medico. Il paziente dovrà poi adottare uno stile di vita sano e mettere in pratica quanto appreso in particolare nella fase 3, poiché l’obesità è una malattia cronica, curabile, ma di fatto non guaribile, nel senso che può sempre ripresentarsi in presenza di condizioni favorevoli. La cura a tempo indeterminato è costituita da una sana alimentazione e un regolare esercizio fisico.

La redazione – Lavinia Giganti

 

 

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