Spesso ci si dimentica che anche l’odontoiatra, il professionista che in genere chiamiamo dentista, visita o almeno dovrebbe farlo, non solo ovviamente quando prende in carico il paziente, ma anche quando lo rivede a distanza di tempo prima di procedere, ad esempio, all’igiene orale programmata.
La visita è un momento importante, in cui, attraverso il dialogo, medico e paziente si confrontano, un passaggio che facilita l’esame obiettivo del cavo orale da parte dell’odontoiatra, eseguito anche sulla base di ciò che il paziente gli rappresenta.
Periodicamente, il dentista esegue un esame radiografico attraverso un sensore inserito nella bocca, analizza in tempo reale l’immagine catturata, il tutto con un’emissione radiogena molto bassa.
In questo modo il professionista può acquisire informazioni e rilevare problematiche nascenti sia a carico dell’osso sia a carico dei denti stessi, ad esempio se si sono sviluppate delle carie e fino a che punto sono andate in profondità.
Una carie trascurata, infatti, può evolvere in ascesso, rendendo necessario un intervento di urgenza a causa del dolore insopportabile che di solito ci assale di notte e a cui fa seguito il rigonfiamento dei tessuti molli che con la terapia antibiotica in genere si riduce fino a scomparire in pochi giorni, illudendoci che la situazione sia guarita.
A lungo andare, però, se si trascura il problema che ha dato origine al sintomo, l’ascesso inibito può evolvere in granuloma apicale, una infezione cronica permanente che può essere asintomatica, ma anche riacutizzarsi in acuta dando origine ancora una volta a dolore e gonfiore.
La visita le indagini radiologiche sono dunque lo strumento di prevenzione primaria, al quale deve accompagnarsi un’igiene professionale eseguita due volte all’anno.
Questa è la frequenza ritenuta adeguata per tenere sotto controllo lo stato di salute del cavo orale ed evitare formazioni di tartaro che sfocino in gengivite e parodontite. La seduta di Igiene Orale consiste nella cosiddetta “Ablazione del Tartaro” cioè in sostanza l’eliminazione del tartaro presente nella bocca.
Il tartaro trae origine dalla placca batterica, il cui progressivo accumulo va a depositarsi su colletti e spazi intrerdentali, trasformandosi nel tempo appunto in tartaro. Se non viene eliminato con regolarità, esso attacca dapprima le gengive e in seguito l’osso e il parodonto, cioè l’impalcatura di sostegno dei denti, la cui stabilità a quel punto è messa a forte rischio con le conseguenze che è facile immaginare…
Oltre all’ablazione del tartaro, sono poi possibili altri trattamenti accessori quali l’”Air Flow” o la “Polish”, per togliere le macchie attraverso getti di bicarbonato o una pasta che smacchia, lucida e leviga i denti, oppure il bagno di “Fluoro in gel” che ha molteplici funzioni: rinforza lo smalto, ha un’azione antibatterica, ripara le carie iniziali e rallenta la demineralizzazione, infine allevia la sensibilità dentale.
Ricollegandoci all’importanza del dialogo tra medico e paziente, la seduta di igiene orale professionale è anche l’occasione per rivedere, se necessario, la correttezza degli strumenti e delle modalità con cui viene svolta l’igiene orale domiciliare.
Alessia Almasio