Con l’acronimo TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation) si fa riferimento alla procedura di impianto della valvola aortica con tecnica miniaturizzata, attraverso l’arteria femorale.
La degenerazione della valvola aortica è la più frequente anomalia valvolare acquisita che esista. Infatti, con l’allungamento della vita media la valvola va incontro ad un fenomeno di usura che porta a progressive calcificazioni delle cuspidi (i foglietti della valvola) sino a renderle rigide e fisse, creando così un restringimento costante e quindi un ostacolo alla fuoriuscita del sangue dal cuore.
Quando il restringimento diventa severo e il paziente inizia ad avvertire i primi disturbi (affaticamento per sforzi prima usuali, svenimenti, abbassamenti di pressione, dolori toracici) la malattia diventa grave e senza una sostituzione della valvola la mortalità annua raggiunge livelli preoccupanti (circa il 25%).
Il classico intervento chirurgico
Questi pazienti vanno generalmente incontro ad un intervento classico di cardiochirurgia ove viene aperto lo sterno del paziente, arrestato il cuore, sorretto il circolo da una macchina esterna, rimossa la valvola e sostituita da una protesi meccanica o biologica a seconda dei casi. Questo intervento classico garantisce una libertà da eventi superiore a 10-15 anni, ma essendo un intervento demolitivo è fondamentale che il paziente sia in buone condizioni.
I pazienti più compromessi non venivano operati
Sino a circa 10 anni fa i pazienti più compromessi (anziani oltre il 75-80 anni di età, che hanno problematiche polmonari, di mobilità o sono già stati sottoposti ad un intervento di cardiochirurgia), che quindi non avevano le condizioni ideali per sopportare tale intervento, non venivano operati, lasciandoli al destino naturale della loro malattia.
L’alternativa oggi è la TAVI
Negli ultimi anni, il progresso tecnologico ha consentito di creare delle valvole protesiche aortiche “richiudibili” costruite con leghe metalliche dotate di memoria che permettono di richiudere una valvola in un piccolo cilindretto di circa 4 cm di lunghezza per 5 mm diametro.
Questa grande innovazione, la TAVI appunto, consente di evitare l’intervento classico nei pazienti più compromessi, entrare dall’arteria femorale, posta a livello dell’inguine (esattamente come si faceva qualche anno fa per le procedure di coronarografia), risalire sino alla valvola aortica, attraversarla, e rilasciare il nostro cilindretto che si aprirà completamente e andrà a contatto con la parete dell’aorta, contenendo all’interno una valvola nuova in grado di funzionare perfettamente.
Prognosi post-intervento
I tempi di recupero da un intervento di TAVI sono generalmente rapidissimi.
I dati sinora disponibili indicano una durata di funzionamento sovrapponibile all’intervento convenzionale per almeno 6-8 anni. Con queste incoraggianti premesse, i malati anziani sono chiaramente il target ideale per questo tipo di procedura. Nel video che segue viene descritta la nuova tecnologia Evolut PRO utilizzata nella TAVI.