L’osteoporosi, malattia sistemica dello scheletro, è una malattia cronica legata all’invecchiamento.
Per via delle sue ripercussioni, è da intendersi come malattia sociale.
Lo scheletro diventa fragile e facilmente esposto a fratture e lesioni.
I suoi fattori di rischio sono molteplici così come anche le cure e le terapie per rallentare l’avanzamento o posticipare il più possibile l’insorgenza.
Osteoporosi: cosa succede alle ossa
Uno scheletro colpito da osteoporosi presenta una densità ossea ridotta, che va a compromettere l’intera micro–architettura scheletrica.
Venendo meno questa condizione, le ossa vengono esposte a fratture con maggiore facilità, anche per traumi di lievissima entità.
L’architettura ossea, in pratica, non si forma a causa di un disequilibrio nel processo di rimodellamento osseo.
Il processo di mineralizzazione, cioè la fissazione dei minerali che creano il tessuto osseo, e di rigenerazione non avviene più con la naturale efficienza.
Le aree anatomiche maggiormente interessate da questo fenomeno sono quelle a carico di vertebre, polso e femore.
L’osteoporosi non presenta sintomi particolari, ma si evidenzia con indagini cliniche mirate, oppure a seguito di un trauma.
Di conseguenza, l’insorgenza è silente, del tutto asintomatica.
In fase avanzata l’osteoporosi può manifestarsi, per esempio, con coxalgia, deformazione ossea, dolore articolare, ipercifosi e iperlordosi.
Ma non tutti i soggetti presentano sintomi.
Proprio per questo ci si accorge della presenza di un’osteoporosi solo a seguito di un trauma.
Osteoporosi: i fattori di rischio
L’osteoporosi insorge nel 40% delle donne in menopausa e in circa il 90% della popolazione sopra i 90 anni di età, indifferentemente dal sesso di appartenenza.
Come accennato, i fattori di rischio dell’osteoporosi sono molteplici. I più comuni sono imputabili all’età, al sesso e alla familiarità.
Altri fattori che incidono nello sviluppo dell’osteoporosi sono legati alla predisposizione genetica, al peso corporeo, alle disfunzioni ormonali e a una dieta contenente una scarsa quantità di calcio.
Per quanto riguarda la popolazione maschile, che, come abbiamo visto, non è esente dal problema, è coinvolta la carenza di testosterone.
Forma primitiva e forma secondaria dell’osteoporosi
L’osteoporosi si presenta in due forme:
- Primitiva;
- Secondaria.
La forma primitiva è quella che affligge la maggior parte delle donne dai 60 anni in su, nonché gli anziani in generale.
Al manifestarsi della forma primitiva di osteoporosi contribuiscono gli sbalzi ormonali, uno scarso livello di vitamina D e un’insufficiente assunzione di calcio.
La forma secondaria è causata invece da fattori specifici come, ad esempio, ipertiroidismo, ipogonadismo, diabete mellito, immobilizzazione forzata e neoplasie maligne.
Diagnosi e terapie per l’osteoporosi
L’osteoporosi può essere diagnosticata con esami di laboratorio atti a verificare lo stato del metabolismo osseo e con la Mineralometria Ossea Computerizzata.
La MOC, in particolare, valuta lo stato di mineralizzazione ossea.
Le soluzioni terapeutiche hanno lo scopo principale di prevenire o rallentare l’avanzamento dell’osteoporosi e sono di tipo farmacologico o strumentale.
È comunque importante adottare un corretto stile di vita, ovvero mantenere una dieta appropriata e rimanere in movimento.
Diagnosticare l’osteoporosi in maniera preventiva è fondamentale per fare in modo che le ossa non arrivino al punto di “rottura”.
L’obiettivo delle terapie che la contrastano è dunque triplice:
- Rallentare il procedere della malattia;
- Migliorare la densità ossea;
- Ridurre il rischio di frattura.
La magnetoterapia per contrastare l’osteoporosi
Per prevenire e curare l’osteoporosi si fa sempre più ricorso alla magnetoterapia, una pratica che sfrutta l’energia elettromagnetica per rigenerare i tessuti, dando nuovo vigore alle cellule.
Nel caso dell’osteoporosi la magnetoterapia viene utilizzata con successo per stimolare la rigenerazione delle fratture, rallentando contestualmente la riduzione della densità ossea.
Può essere impiegata sia in modo mirato, per curare ad esempio una frattura, sia in modalità Total body, allo scopo di stimolare l’intero organismo, favorendo il processo di formazione delle ossa.
La magnetoterapia ha particolare efficacia per contrastare il dolore, ridurre le infiammazioni e accelerare il riassorbimento di edemi.
Per questo è particolarmente indicata nel trattamento post-traumatico.
Il parere dell’esperto
In merito all’impiego della magnetoterapia in campo ortopedico, il Dott. Massimo Berruto, fra i maggiori esperti di traumatologia e ortopedia, afferma che:
“la magnetoterapia può essere utile in quadri di osteoporosi localizzate; anche se queste non sono osteoporosi vere e proprie, ma sindromi algodistrofiche in cui una zona ossea circostante ad un’articolazione, per tutta una serie di cause come traumi o interventi chirurgici, sviluppa un’area circoscritta di osteoporosi”.
La magnetoterapia a domicilio
Il vantaggio della magnetoterapia è che è possibile beneficiarne comodamente presso il proprio domicilio, e non necessariamente in un ambulatorio o studio medico.
Amel Medical mette a disposizione una linea esclusiva di apparecchiature per la magnetoterapia, pratiche e facili da utilizzare: Magnetology Medical System.
Questo disturbo può essere combattuto comodamente a casa, in completa autonomia.
Magnetology Osteostop è la soluzione Amel specificatamente destinata alla gestione dell’osteoporosi e delle sue manifestazioni sintomatiche.
Un rimedio efficace contro la sindrome dell’osteoporosi.
Lavinia Giganti