Obesità: miti, credenze e fatti

L’obesità è una malattia che si sta diffondendo in tutto il mondo e attorno alla quale ruotano interesse ed interessi. Dai primi anni 2000, a dimostrazione della diffusione globale del problema, è stato coniato il termine “globesity”.

Se si effettua una ricerca su google, digitando la parola obesità, si ottengono 1.500.000 risultati, con obesity 75.000.000. Non deve stupire che i risultati della ricerca su internet di questo termine siano così numerosi. Il problema è che anche per gli addetti ai lavori è difficile capire, fra le tante informazioni presenti sul web, quali siano vera espressione di dati scientifici e quali semplici opinioni di soggetti che si definiscono esperti. All’inizio dell’anno 2012 è stato però pubblicato un articolo su una prestigiosa rivista scientifica, il “New England Journal of Medicine”, che ha cercato di fare chiarezza su questo argomento. L’articolo si intitola “Miti, credenze e fatti sull’obesità” ed è stato scritto da un gruppo di studiosi dell’obesità americani ed europei che ha voluto analizzare se articoli apparsi su riviste scientifiche e stampa popolare rispecchiassero “opinioni” o fatti scientificamente dimostrati. Questa analisi scientifica ha dato luogo a risultati sorprendenti, sfatando alcune convinzioni spesso radicate anche negli stessi medici e nutrizionisti. Vediamo alcuni dei miti caduti:

Il primo mito a cadere è quello secondo cui “cambiamenti piccoli e duraturi nell’assunzione e nel consumo di calorie hanno un effetto importante sul peso a lungo termine”. Tale affermazione è in realtà smentita dagli studi.

Anche l’affermazione che “porsi obiettivi realistici sia fondamentale nella perdita di peso” è priva di fondamento, infatti porsi obiettivi ambiziosi non è associato ad un cattivo risultato.

È falso anche che “una perdita di peso rapida e consistente determini a lungo termine risultati meno rilevanti di una perdita lenta e progressiva”; addirittura chi perde peso rapidamente ha più probabilità di pesare meno anche a diversi anni di distanza.

Infine uno studio specificamente condotto su 6000 bambini seguiti per 6 anni ha dimostrato che l’allattamento al seno, pur essendo raccomandabile e salutare per molti aspetti, non riduce il rischio di sviluppare obesità.

Le “credenze”, sono invece supposizioni che pur con una base logica non sono mai state dimostrate o smentite da studi scientifici e fra queste vi sono:

  • Fare regolarmente colazione rispetto a saltarla non è dimostrato che prevenga l’obesità.
  • Mangiare più frutta e verdura, senza modificare altre abitudini alimentari è salutare ma non è sufficiente per dimagrire o per non aumentare di peso.
  • Il cosiddetto peso a yo-yo, quando le perdite di peso sono intenzionali e non dovute a malattia, non è dimostrato che si associ a un aumento della mortalità.
  • L’abitudine di mangiare spesso facendo frequenti spuntini non sempre contribuisce all’obesità perché questa dipende più da cosa si mangia e non da quanto spesso si mangia.
  • La disponibilità di marciapiedi e parchi in un contesto urbano non è dimostrato che influenzi l’obesità.

Molti miti e presunzioni trascurano la capacità del nostro organismo di adattarsi alle piccole variazioni di apporto o consumo di calorie. Il nostro organismo tende cioè ad annullare queste piccole modifiche dello stile di vita. Gli studi scientifici sottolineano l’importanza di seguire un regime alimentare che sia almeno moderatamente ipocalorico, tanto da indurre un evidente calo di peso.

Sfatati i miti, rimangono i fatti: punti fermi supportati da evidenze scientifiche dai quali il medico deve partire. Per esempio è vero che i fattori genetici giocano un ruolo importante, ma ereditarietà non è sinonimo di destino: infatti, l’adozione di abitudini più salutari può determinare un calo ponderale analogo a quello che si può ottenere con i farmaci più efficaci.

Un altro fatto dimostrato è che l’attività fisica migliora la salute, indipendentemente dal peso corporeo e dal fatto che possa aiutare a perdere peso. Inoltre un’adeguata attività fisica aiuta a mantenere il peso forma se fatta a lungo termine.

Non ci si pensa sempre, ma il persistere delle condizioni che favoriscono il dimagrimento facilita il mantenimento del peso forma.

Quando il sovrappeso interessa i bambini, i programmi che prevedono il coinvolgimento dei genitori e del contesto familiare sono i più efficaci per ottenere calo ponderale e mantenere il peso forma.

A differenza di quanto molti sostengono, i farmaci anti-obesità possono aiutare i pazienti a perdere peso in maniera significativa e a mantenere i risultati ottenuti per tutto il periodo di assunzione.

Infine, in pazienti selezionati, gli interventi chirurgici volti al conseguimento del calo ponderale, determinano una riduzione di peso a lungo termine e riducono sia l’incidenza del diabete, sia la mortalità

Concludendo, si può affermare che per perdere peso in modo sano è sempre meglio affidarsi ad un medico di fiducia che sappia in primo luogo valutare quanto sia il peso da perdere, che decida quale tipo di alimentazione sia più adatta per ottenere un buon risultato e abbia le competenze per consigliare, se indicato e possibile, il più adatto supporto farmacologico.

Dott. Federico Vignati

Dott. Federico Vignati

Condividi su

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.