La stenosi lombare nell’anziano

Con l’ avanzare dell’età media della popolazione sono in crescita le richieste di trattamento per patologie gravi ed invalidanti della colonna vertebrale. La stenosi lombare, o restringimento del canale vertebrale, è una di queste condizioni, che affligge la popolazione anziana provocando la compressione del midollo spinale.

Ciò si traduce nell’impossibilità di poter camminare senza intenso dolore agli arti inferiori, se non per pochi metri. In presenza di stenosi, infatti, i nervi compressi a livello della colonna rispondono generando intensi stimoli algogeni, che compaiono poco tempo dopo aver iniziato a camminare. La malattia insorge insidiosamente con modesto dolore lombare e disturbi alle gambe, che in partenza sono fugaci e modesti, ma che nell’arco di alcuni mesi si fanno sempre più intensi e presenti fino a manifestarsi invariabilmente quando si cerca di camminare un po’.

La distanza percorsa prima che si scateni il dolore decresce progressivamente da diverse centinaia di metri fino a confinare il paziente in casa, dal momento che il dolore compare pressoché immediatamente. La ragione di  questo caratteristico peggioramento dipende dal fatto che, da una certa età in avanti,  per fenomeni legati all’artrosi, tutte le articolazioni tendono ad ingrossarsi, comprese quelle tra le vertebre, ma questo fatto avviene, nella colonna, a spese dello spazio a disposizione dei nervi.  In certi casi, capita anche che, per il cedimento di un disco intervertebrale, una vertebra si sposti in avanti rispetto alla sottostante, restringendo ancora il canale. E’ questo il quadro della “steno – instabilità” vertebrale.

Il trattamento chirurgico

In passato i pazienti accettavano giocoforza questi problemi, dal momento che non veniva loro proposta una possibilità di cura. Oggi, nonostante si tratti di persone abbondantemente al di sopra dei sessant’anni, è possibile proporre un trattamento chirurgico con buon profilo di sicurezza. E’ molto importante tenere presente che, se la diagnosi è precisa ed è accertato un restringimento importante del canale vertebrale, le cure fisioterapiche, infiltrative e di terapia del dolore possono avere efficacia SOLO nelle fasi iniziali della malattia. Esse possono durare anche molto a lungo (anni) ed in questa fase i pazienti traggono un certo beneficio dalle cure.

Quando, però, il dolore si fa più severo e la possibilità di camminare si riduce ad un centinaio di metri, nessun trattamento è più in grado di fornire alcun miglioramento, a parte l’intervento chirurgico. Per timore della chirurgia spesso ci sono persone che si adeguano a convivere con la disabilità e il dolore. Tale atteggiamento è frutto talvolta di una rispettabile e insindacabile scelta personale, ma purtroppo altrettanto spesso è frutto di cattiva informazione su quali sono le possibilità di miglioramento a fronte di rischi assolutamente contenuti.

Le recenti tecniche e l’esperienza dei chirurghi, oltre all’aumento netto del numero di casi trattati, consentono oggi di eseguire interventi di espansione del canale vertebrale, e a volte di fissazione con viti delle vertebre interessate, in tempo contenuti e con degenze ospedaliere di pochi giorni (2-4). Il miglioramento è immediato, purché non giungano all’intervento persone sofferenti da troppo tempo. E’ infatti noto che negli anziani un prolungato periodo di sofferenza e disabilità rende altrettanto lungo e difficile il percorso di ripresa. Dunque aspettare sì, ma non troppo.

Quale stile di vita è consigliato?

La valutazione dell’esperto in Chirurgia Vertebrale serve proprio ad aiutare il paziente a capire se vi sia ancora spazio per le cure tradizionali e conservative o se sia piuttosto il momento di orientarsi verso la chirurgia. In tutti i casi, incentivare uno stile di vita attivo evitando si gli sforzi, ma anche la sedentarietà ed il sovrappeso, è il modo migliore per ridurre quanto possibile il peggioramento e un indebolimento delle condizioni generali che rendono poi più difficile ogni percorso di cura.

Dott. Antonio Diego Bruno