Ortocheratologia: la cornea si modifica, la vista migliora

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“Ortocheratologia” è un termine che può apparire complicato e ancora poco noto al grande pubblico, ma non è altro che una tecnica non chirurgica per ridurre od eliminare in maniera temporanea un difetto di vista, attraverso l’applicazione programmata di lenti a contatto. La peculiarità dell’ortocheratologia è che modifica in modo graduale e controllato il profilo corneale attraverso lenti progettate ad hoc. Le lenti a contatto tradizionali, al contrario, sono disegnate in modo da interferire il meno possibile con la forma della cornea.

L’ortocheratologia prevede un programma di trattamento notturno e permette significativi miglioramenti nello stile di vita di pazienti con determinati difetti visivi. Generalmente, l’ortocheratologia è indicata nei casi di miopia medio bassa, inferiore a 6 diottrie, nell’ipermetropia fino a 3 diottrie ed in alcuni casi di astigmatismo e di presbiopia. Essere liberi da ausili ottici per la pratica di sport, attività professionali e ricreative è un fattore di motivazione che può portare a scegliere questo tipo di trattamento non-chirurgico e reversibile dei difetti rifrattivi, che sfrutta la plasticità della cornea.

Il modellamento della cornea, infatti, modifica a sua volta il potere rifrattivo oculare, fino ad arrivare  a correggere in toto l’errore rifrattivo. Le lenti ortocheratologiche vengono portate durante il sonno ed al mattino possono essere rimosse, consentendo di vedere bene tutto il resto della giornata senza bisogno di occhiali, in quanto la cornea mantiene la sua forma modificata per un certo periodo.

L’ortocheratologia è una procedura riconosciuta dal 2002 senza vincoli dall’FDA (Food & Drug Administration), molto utile se pensiamo all’incremento, ad esempio, della miopia negli adolescenti (passata dal 12% al 31% nell’arco di meno di mezzo secolo). Le lenti a contatto ortocheratologiche, indossate di notte, appiattiscono e correggono le ametropie finche la cornea non riprende la forma originaria.

La procedura avrebbe anche un altro vantaggio, nel rallentare l’avanzamento della miopia. Infatti il posizionamento dello strato più superficiale (epiteliale) verso la periferia della cornea ridurrebbe il defocus, che secondo le ultime teorie, sarebbe alla base della progressione della miopia.

L’utilizzo ideale di questa tecnica è, a mio parere e con le dovute cautele, da valutare caso per caso e comunque ne beneficerebbero in particolare:

  • i miopi moderati anche molto giovani;
  • chi non può accedere alla chirurgia refrattiva, per via del ridotto spessore corneale;
  • coloro che non ottengono una visione adeguata con gli occhiali (dopo traumi corneali o regressione post chirurgia refrattiva);
  • i lavoratori a contatto con fumi o ambienti molto asciutti;
  • chi deve superare brevetti o concorsi per cui non è permesso l’utilizzo degli occhiali;
  • coloro che possono trarre grande beneficio a stare senza correzione per un periodo limitato nel tempo, come una missione bellica o una competizione sportiva.

Per correttezza e completezza d’informazione, va ricordato, come asserisce il portavoce dell’American Accademy of Ophthalmology Robert Maloney, che “i pazienti possono rendere definitiva, allo stesso costo della terapia ortocheratologica, la correzione della miopia mediante la chirurgia refrattiva”. In realtà, è proprio la temporaneità il punto di forza dell’ortocheratologia: il fatto di poter sperimentare il risultato visivo dell’intervento, ma in maniera non definitiva e reversibile.

Dott.ssa Letizia Mansutti

Dott.ssa Letizia Mansutti

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