La gravidanza isterica nella cagna

Pseudogravidanza, o gravidanza isterica o pseudociesi, è un fenomeno spontaneo parafisiologico che arreca disturbi alla paziente sia a livello di tessuto mammario che psicologico.

Caratteristiche della gravidanza isterica

Si caratterizza per lo sviluppo abnorme delle ghiandole mammarie, edematose, arrossate possono secernere un liquido sieroso iniziale che diventa latte (galattorrea).

L’ingorgo mammario può predisporle alla mastite.

Tale condizione si accompagna a modificazioni del comportamento.

La cagna si apparta o, al contrario, cerca il contatto fisico in modo ossessivo, scava la cuccia come fosse in procinto del parto, ruba giochi inanimati, pupazzi e/o peluche che porta in giro per la casa nei confronti dei quali manifesta atteggiamento protettivo.

gravidanza isterica: come intervenire?

È necessario intraprendere una terapia specifica che possa alleviare il quadro sintomatologico descritto.

La Medicina Convenzionale (M.C.) suggerisce la somministrazione di farmaci ormonali “antiprolattinici”.

 L’eccessiva produzione di prolattina, ormone prodotto dalla ipofisi anteriore, causa le manifestazioni cliniche della sindrome.

Quanto più l’inizio della terapia è precoce, rispetto alla comparsa dei sintomi clinici, tanto più velocemente il corredo sintomatologico regredisce.

In alternativa ci sono colleghi che, come approccio risolutivo, suggeriscono l’intervento chirurgico di ovarioisterectomia.

Recentemente ho visitato in ambulatorio una cagnolina sofferente di questa sindrome perché la proprietaria desidera risolvere il disturbo con la Medicina Omeopatica.

Gravidanza isterica: il caso e le aspettative deluse

Durante il colloquio la cliente riferisce che la cagnolina è seguita dal suo veterinario di fiducia, anch’egli “omeopata” ma in un’altra regione italiana.

Bizzarro il fatto che si chieda la consulenza di un secondo veterinario omeopata.

Il collega ha prescritto la terapia antiprolattinica “convenzionale” che interviene in modo sintomatico modulando, di volta in volta, l’entità delle manifestazioni.

Gli interventi terapeutici protratti e ripetuti lo hanno convinto a sostituire il farmaco “chimico” con uno più “naturale”.

La scelta è ricaduta sul medicamento “omeopatico” AGNUS CASTUS ricavato dalle bacche mature di una pianta appartenente alla famiglia botanica Verbenaceae.

La proprietaria somministra il medicamento omeopatico allo stesso modo del farmaco convenzionale.

 Una strategia terapeutica di questo livello non garantisce risultati soddisfacenti.

Ho rivolto alla proprietaria la seguente domanda: “Ha realmente somministrato questo rimedio omeopatico alla sua cagnolina?

Risposta: “Si, dottore, ho seguito le indicazioni del collega”.

Una espressione dialettale genovese rende bene l’idea del mio stato d’animo al momento della risposta: Mi me tuccu pe vedde se ghe sun!!!!

È un mugugno genovese che si dice comunemente portando entrambe le mani a tastare il busto e il volto, la cui traduzione letterale è: “Mi tocco per vedere se ci sono!

Uso improprio della Medicina Omeopatica.

Essere omeopati non è una etichetta cucita sul camice bianco del medico, ma un modo diverso di affrontare malato e malattia.

Occorrono i fondamentali.

Non si può prescrivere il medicamento omeopatico come fosse un supplente qualsiasi del farmaco convenzionale antiprolattinico.

Non è possibile visitare il malato con il camice del medico convenzionale e prescrivere il rimedio omeopatico come fosse un sostituto terapeutico qualunque.

L’errore di fondo sta proprio nel diverso approccio al malato e alla malattia.

Agire a monte

Il senso del mio ragionamento è contenuto in una frase scritta dall’amico, maestro e rimpianto collega dr. Franco Del Francia (1928-2011):

È difficile per chi proviene da un’educazione medica tradizionale convincersi che è l’animale nella sua totalità ad essere ammalato e non una sola regione del corpo, un solo organo! Questo è uno dei punti dolenti per tutti coloro che si accingono per la prima volta allo studio dell’Omeopatia, soprattutto perché sono abituati a ragionare in termini legati alla concezione medica accademica”.

Usare lo strumento farmacologico omeopatico “a valle” senza aver applicato le basi dottrinali del metodo terapeutico è inconcepibile.

Preparazione da pilota

Disporre della patente di guida non significa saper pilotare qualunque tipo di automobile.

Penso alle auto da corsa o quelle sportive da competizione.

Un corso di guida specifico, la competenza di piloti esperti e la pratica permetteranno di acquisire quei fondamentali indispensabili per affrontare una esperienza di questo genere.

Esercitare la Medicina Omeopatica significa appoggiare le mani su quel volante tutti i giorni ed essere consapevoli che, fin dall’inizio, meccanica, assetto, abitacolo, strumentazione, posizione sedile, cinture di sicurezza, strumentazione, pedali, cambio, freno a mano e l’intero stile di guida saranno differenti.

Perché lo sono le prestazioni dello strumento tecnico che utilizzo in quel momento.

Ragionateci sopra!

Dopo attenta analisi del caso ho prescritto quel rimedio omeopatico che meglio di altri rispetta il biotipo costituzionale della cagnolina.

La prescrizione omeopatica è personalizzata, non esiste il rimedio omeopatico per la malattia ma solo quello per il malato.

A distanza di 3 settimane ricevo il primo follow up telefonico dalla proprietaria.

 “La cagnolina sta decisamente meglio, è più vispa di prima e decisamente vivace. Ha persino smesso di vomitare: era un problema di cui ha sempre sofferto fin da cucciola!

La Medicina Omeopatica ha consentito il recupero totale e definitivo del malato cancellando la malattia in atto e contribuito ad esercitare i suoi effetti benefici anche nei confronti di sintomi fisici storici.

Le telefonate successive hanno confermato la regolarità degli estri successivi e la totale assenza del corredo sintomatologico appartenenti alla sindrome.

Cito Maurizio Crozza in una delle sue divertentissime imitazioni: “Ragionateci sopra!

Dr. Luca Antonioni veterinario omeopata unicista Brescia

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