Cosa si intende per contraccezione d’emergenza, quando si può utilizzare un contraccettivo di emergenza e quante tipologie esistono?
I metodi contraccettivi in un rapporto sessuale
E’ possibile dividere in tre fasi la sfera sessuale, ed ognuna di essa è legata ad un tipo di contraccezione diverso.
La prima fase è quella che interessa il momento prima dell’atto sessuale, che si basa sull’utilizzo di contraccettivi per evitare una gravidanza indesiderata o controllo della fertilità.
I metodi contraccettivi in questione proteggono anche da malattie sessualmente trasmissibili, e vi sono:
- la sterilizzazione
- la spirale
- i contraccettivi ormonali estro-progestinici
- i contraccettivi ormonali a base di progesterone a lunga e breve durata
Il secondo momento del rapporto sessuale è quello in cui si utilizzano i metodi barriera, gli spermicidi o il coito interrotto.
L’ultima fase del rapporto sessuale è il post, ed anche per questa fase vi sono dei contraccettivi, cosiddetti di emergenza.
Questi sono una misura occasionale (quindi non standard).
Vediamo cosa sono e perchè si usano.
Cos’è un contraccettivo di emergenza
Un contraccettivo di emergenza è (definito dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità) il metodo utilizzato esclusivamente dalla donna per fornirle un mezzo privo di rischio per:
- prevenire una gravidanza non desiderata dopo aver avuto un rapporto sessuale non protetto.
Il contraccettivo di emergenza va usatoanche se il metodo contraccettivo scelto durante l’atto sessuale non ha funzionato, come nel caso in cui si rompesse il preservativo.
Assumere un contraccettivo di emergenza significa che si può ridurre la possibilità di rimanere incinta, anche nel momento in cui il concepimento è più probabile perché più vicino al rilascio dell’ovulo.
Ricorrere al contraccettivo di emergenza è un evento ormai diffuso, avviene anche se:
- la donna dimentica di assumere la pillola contraccettiva giornaliera
- per aver avuto un rapporto non protetto a ridosso della fase ovulatoria (un rapporto non protetto in giorni a rischio, a metà di un ciclo mestruale regolare di 28 giorni).
La contraccezione d’emergenza farmacologica: la pillola del giorno dopo
La contraccezione d’emergenza può essere:
- farmacologica
- non farmacologica
Per contraccezione farmacologica si intendono quelle compresse da ingerire, a contenuto ormonale definite “la pillola del giorno dopo” e “la pillola dei cinque giorni dopo”.
La pillola in questione contiene un ormone progestinico , il Levonorgestel (un ormone prodotto naturalmente dalle ovaie), il suo compito è quello di bloccare o ritardare l’ovulazione.
Questo contraccettivo agisce prima dell’ovulazione, impedisce in sostanza che la fecondazione possa avvenire.
E’ importante ricordare che una donna con ciclo irregolare non è esente dal rischio di una gravidanza, ma è altresì fondamentale che questa pillola venga assunta in maniera precoce.
La pillola del giorno dopo va assunta entro le 72 ore dal rapporto a rischio, la sua massima efficacia avviene se presa nelle 24 ore successive.
La sua efficacia è massima, del 95 %, la donna può nelle 12 ore successive assumere comunque il suo contraccettivo giornaliero senza nessuna interferenza con quello d’emergenza.
La pillola del giorno dopo può causare:
- mal di testa,
- dolore addominale
- sensazione di nausea,
è inoltre possibile che il ciclo possa anticipare o ritardare e che la mestruazione sia dolorosa.
La contraccezione d’emergenza dei 5 giorni dopo
Un’alternativa alla pillola del giorno dopo è l’assunzione del farmaco a base di Ulipistral acetato, anche questa pillola non richiede prescrizione medica ed è acquistabile in farmacia.
La pillola dei 5 giorni ha il compito di ritardare o inibire in maniera selettiva l’ovulazione e la fecondazione, impedisce quindi il normale funzionamento del progesterone.
Questo farmaco va assunto (come definito dal nome stesso) entro i 5 giorni (120 ore) dal rapporto a rischio, è ovviamente possibile assumerlo prima di questi tempi per aumentare l’efficacia.
Questa pillola può provocare alcuni effetti collaterali, quali:
- cefalea
- nausea
- dolori addominali
- capogiri
Come la pillola del giorno dopo, anche questa può alterare il ciclo mestruale, presentandosi in ritardo o in anticipo rispetto alla data prevista.
lo IUD al rame, il contraccettivo non farmacologico
Lo Iud al rame è un’alternativa alle pillole orali sopra elencate, un piccolo supporto in plastica a cui è avvolto del filo di rame, da qui il nome spirale.
Questo dispositivo viene inserito nell’utero con una piccola cannula flessibile, durante il ciclo mestruale.
Deve essere inserito esclusivamente dal proprio ginecologo in ambulatorio, entro 5 giorni dal rapporto non protetto.
Lo Iud rilascia degli ioni di rame che bloccano ed interferiscono con la sopravvivenza degli spermatozoi nell’utero , così da non permettere loro di raggiungere l’ovulo da fecondare.
Lo IUD inserito come contraccettivo di emergenza può anche restare nell’utero per la durata di 5 anni.
E’ probabile che la paziente a cui è stato inserito lo IUD avverta dolore, sarà possibile assumere antidolorifici, sotto consiglio del proprio medico.
E’ bene sempre specificare che questi contraccettivi non devono essere considerati dei metodi di routine per evitare una gravidanza ma restano un metodo a cui affidarsi in caso di, appunto, emergenza.
Dott. Marco Salvatores Ginecologo ad Aosta
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