La cistite è un’infiammazione della vescica causata, il più delle volte, da un’infezione batterica. Colpisce soprattutto le donne a causa della maggior brevità dell’uretra, una barriera naturale molto efficace contro i batteri, e della sua vicinanza all’ano. Si manifesta con sintomi irritativi e dolore pelvico, stimolo a svuotare spesso la vescica, anche se la minzione in realtà è dolorosa, difficile e di scarsa quantità, a volte anche con la comparsa di sangue nell’urine.
Può verificarsi nella donna giovane, soprattutto all’inizio della vita sessuale, e in questi casi la profilassi degli attacchi acuti di cistite può avvalersi dell’assunzione di farmaci antibatterici a basso dosaggio, dopo ogni rapporto sessuale per un periodo di 6 – 12 mesi. Nella maggior parte dei casi la cistite batterica coinvolge le donne in età menopausale perché la mancanza di estrogeni modifica l’equilibrio dell’apparato genitale, riducendosi la difesa dai germi patogeni per cui si crea un microambiente favorevole ai microorganismi che solitamente abitano la vagina o l’intestino (E. coli).
Nel maschio la possibilità di avere la cistite cresce man mano che invecchia, in genere a causa di un aumento delle dimensioni della prostata che finisce per impedire lo svuotamento completo della vescica ad ogni minzione. Con l’esame delle urine, l’urinocoltura e l’antibiogramma si identificano i batteri in causa e la terapia antibiotica più adatta a debellarli. In generale, le indicazioni da seguire per evitare ricadute sono piuttosto semplici: non trattenere l’urina, quando si avverte lo stimolo, urinare prima di andare a dormire e dopo ogni rapporto sessuale; mantenersi idratati, bere ogni giorno un paio di litri d’acqua; non assumete alimenti o bevande che possono irritare l’intestino; usare solo biancheria intima di cotone; evitare detergenti troppo aggressivi nell’igiene intima; non eccedere con l’uso di lavande vaginali; evitare di indossare per troppo tempo biancheria umida, come ad esempio un costume dopo il bagno.
In aggiunta alla cistite “classica”, da batteri, esiste anche la “cistite interstiziale” che appare in assenza di infezioni accertate e non regredisce assumendo antibiotici. In questi casi la sintomatologia infiammatoria può aggravarsi col passare del tempo, nonostante la terapia farmacologica. La cistite interstiziale si presenta in due forme: “ulcerativa” e “non ulcerativa”, quest’ultima ancor meno rispondente al trattamento medico. Ad oggi, purtroppo, non è presente una terapia specifica e definitiva che garantisca la guarigione da questa forma di cistite, anche se farmaci messi a punto di recente a base di acido ialuronico, con l’intento di riparare la mucosa vescicale, stanno dando qualche risultato interessante…
La cisto-distensione idraulica in anestesia generale è in genere il primo atto terapeutico: tale manovra ha lo scopo di danneggiare le fibre nervose afferenti della sottomucosa vescicale determinando così una riduzione del dolore. Anche specifici laser consentono la diminuzione dei sintomi per un periodo di tempo che può raggiungere i 24 mesi, con la possibilità, se necessario, di ripetere il trattamento in day surgery grazie alla sua microinvasività.
Nei casi più gravi, refrattari a tutti i tipi di trattamento farmacologico o mini invasivi, si può arrivare alla neuromodulazione sacrale, mediante l’impianto di un elettrocatetere sacrale e di un generatore di impulsi nel sottocute dell’area glutea, tipo pacemaker, per modificare l’innervazione della vescica. Nei casi resistenti a tutti questi trattamenti si può infine arrivare a interventi chirurgici, come la cistoplastica di ampliamento o la derivazione urinaria. Il 50% circa delle pazienti non riesce infatti a svolgere un lavoro a tempo pieno proprio per la gravità dei sintomi e il 60% delle pazienti presenta dolore durante i rapporti sessuali tale da portare all’astinenza sessuale.