Il lifting, letteralmente “sollevamento”, è l’intervento che caratterizza la storia della chirurgia estetica. Oggi il termine è inflazionato, a volte usato a sproposito, ma il lifting resta senza dubbio uno tra gli interventi più desiderati per contrastare il fisiologico invecchiamento del nostro corpo, in particolare del viso, la parte che più di tutte mostriamo agli altri 365 giorni all’anno.
Lifting è un termine generico che racchiude in sé diverse tipologie di intervento. In passato si trattava di interventi lunghi e invasivi, con rischi non indifferenti legati allo scollamento cutaneo che poteva andare a ledere il nervo facciale, il tutto con tempi di ripresa non brevi e costi da sostenere elevati. Oggi, grazie allo sviluppo e al progresso della ricerca, sono possibili interventi di lifting sempre più settoriali e mini-invasivi, con una convalescenza ridotta. Inoltre, la concorrenza sul mercato, come in tutti i campi, ha portato a un abbattimento dei costi, senza che ciò comporti un abbassamento della qualità dell’intervento. Il rovescio della medaglia è però il pericolo di farsi ingolosire da offerte troppo low cost, che non possono garantire il massimo della sicurezza, per cui bisogna sempre approfondire la conoscenza del chirurgo e diffidare da proposte esageratamente a buon mercato.
Aree di intervento del lifting
Il lifting moderno del volto, se così vogliamo chiamarlo, si divide fondamentalmente in sei aree di intervento: le sopracciglia, la zona malare o medio-facciale, il terzo medio del volto, il terzo inferiore del volto, la zona cervico-facciale e infine il sottomento che rientra nella parte alta del collo. Senza entrare in spiegazioni dettagliate che comunque devono essere fornite dal chirurgo al paziente in sede di analisi dei problemi presenti e quindi della tipologia di intervento più adatto ad ogni singolo caso, possiamo dire che il lifting delle sopracciglia, eseguito in anestesia locale con ripresa pressoché immediata e punti nascosti tra i capelli da rimuovere dopo una settimana, consente di ottenere uno sguardo più luminoso e “aperto” nella zona oculare.
Il lifting malare o medio facciale, anch’esso eseguito in anestesia locale, con pochi punti di sutura al margine palpebrale rimossi dopo una settimana, permette di ottenere zigomi più alti e uno sguardo giovanile, con l’asse della regione orbitaria orizzontale. Il lifting del terzo medio del volto opera anche a livello dei solchi che separano il labbro superiore dalle guance. In questo caso l’anestesia può essere generale o locale con sedazione e i punti sono sempre rimossi dopo circa sette giorni. Il risultato sarà una pelle più tesa nella parte centrale del viso e nel complesso un’aria che risulterà più fresca e riposata.
Il lifting del terzo inferiore del volto risolve invece il cedimento delle guance cadenti, restituendo tonicità al volto e ridefinendo il margine della mandibola. Anche in questo caso l’anestesia può essere generale o locale e i punti si tengono per una settimana. Il lifting cervico-facciale necessita di anestesia totale per andare a rimuovere l’eccesso di cute prima di applicare i punti di sutura per la “solita” settimana. La pelle non solo del viso, ma anche del collo risulterà più tesa. Quest’ultimo lifting è strettamente connesso a quello del sottomento, che ha lo scopo preciso di eliminare appunto il tipico doppio mento frutto di una perdita di elasticità. L’intervento, di fatto una liposuzione/liposcultura, avviene in anestesia locale e l’unico punto di sutura verrà rimosso dopo circa cinque giorni, potendo poi riprendere tutte le proprie attività routinarie.
Nella maggior parte dei lifting la cosa importante è effettuare una valida sospensione dello SMAS, il Sistema Muscolo Aponeurotico Superficiale (in pratica la parte fibrosa e muscolare che sta sotto alla pelle del volto) per avere un risultato armonico, duraturo e senza trazione sulle cicatrici che potrebbe farle allargare. Solo con una tecnica precisa e rigorosa basata sulla conoscenza ottimale dell’anatomia del volto, è possibile effettuare un lifting che dia buoni e duraturi risultati e minimizzare il rischio di complicanze.