Disturbi della salivazione e delle ghiandole salivari: diagnosi e trattamento

Le ghiandole salivari hanno una funzione molto importante nella bocca, ovvero hanno il compito di produrre e secretare saliva.

Anatomia delle ghiandole salivari maggiori

Le ghiandole salivari maggiori sono la parotide, la sottomandibolare e la sottolinguale. Si trovano nel contesto del cavo orale e la loro funzione è quella di produrre saliva, che viene secreta nella bocca e che ha funzione lubrificante, digerente e protettiva. Mentre le ghiandole parotidi, che sono quelle di maggior volume, si localizzano in regione preauricolare (cioè davanti all’orecchio), lungo la superficie posteriore della mandibola, le restanti ghiandole (sottomandibolare e sottolinguale) sono contenute nel pavimento orale, al di sotto della lingua.

Patologie delle ghiandole salivari

Tradizionalmente, la patologia delle ghiandole salivari è suddivisa in neoplastica e non neoplastica e quest’ultima è quella maggiormente rappresentata. In quest’ultimo caso, la causa va ricercata principalmente nei disordini ostruttivi delle ghiandole e dei dotti secretori. Di seguito le principali cause benigne:

  • Infezioni: le ghiandole salivari, soprattutto le parotidi, possono essere coinvolte da infezioni tipicamente virali, quando il coinvolgimento è bilaterale. Le forme isolate, invece, sono più comunemente causate da una sovrainfezione della saliva che, non riuscendo ad essere secreta per problemi ostruttivi, ristagna nei dotti e nel parenchima ghiandolare. 
  • Litiasi salivare: come anche per altri distretti del corpo, anche nelle ghiandole salivari (soprattutto nelle sottomandibolari) e nei loro dotti si possono infatti formare dei calcoli, o litiasi, che ostruendo la fisiologica secrezione della saliva, vanno a creare una condizione patologica.
  • Stenosi duttali: le stenosi sono tipicamente associate ad un quadro di infiammazione cronica, che a sua volta determina una riduzione del flusso salivare. Possono essere congenite (cioè presenti dalla nascita) o acquisite (dopo traumi, ad esempio), ma anche associate ad esempio a condizioni allergiche, malattie autoimmuni o a pregressa radioterapia.
  • Disidratazione: sebbene non si possa considerare una vera e propria causa scatenante, una condizioni di disidratazione può certamente favorire una problematica salivare.

Sintomi associati ai disordini ostruttivi

I disordini ostruttivi delle ghiandole salivari, indipendentemente dalla causa litiasica o stenotica, sono disturbi caratterizzati principalmente dai seguenti segni e sintomi:

  • Infiammazione e tumefazione: la ghiandola coinvolta appare ingrandita di dimensioni, con la cute sovrastante che può apparire più calda e arrossata.
  • Algie: il sintomo principale è un intenso dolore, che viene esacerbato dalla palpazione della ghiandola e dai pasti (soprattutto se ricchi di alimenti acidi e aspri).
  • Difficoltà alla deglutizione: i forti dolori possono rendere difficile la masticazione e la deglutizione.
  • Sintomi sistemici: come febbre, cefalea o spossatezza.

Quando questi episodi si ripetono più volte nel tempo, si passa ad una condizione cronica con possibili riacutizzazioni se non viene risolta la causa scatenante.

Diagnosi e trattamento dei disordini ostruttivi salivari: la scialoendoscopia

Per diagnosticare i disordini ostruttivi delle ghiandole salivari, è sempre necessaria un’accurata anamnesi dei sintomi e una visita dello specialista otorinolaringoiatra. Per poter inquadrare correttamente la causa dell’ostruzione, è solitamente indicato eseguire un’ecografia delle ghiandole salivari e, talvolta, una tomografia computerizzata (TC).

Il trattamento per la fase acuta è di tipo medico, con una buona idratazione, antinfiammatori ed eventualmente antibiotici. Per la risoluzione della causa scatenante, invece, il trattamento è chirurgico.

Negli ultimi anni, è stata introdotta una nuova procedura mini-invasiva chiamata scialoendoscopia (o endoscopia delle ghiandole salivari), che rappresenta, per determinati casi, una valida alternativa alla tradizionale chirurgia radicale (asportazione chirurgica di parte o dell’intera ghiandola).

Attraverso una piccola ottica connessa ad una telecamera, il medico ha una visione chiara e diretta del dotto, del parenchima ghiandolare e di eventuali anomalie ostruttive (calcoli, stenosi, tappi mucosi…). Grazie a particolari strumenti, è quindi possibile intervenire nella medesima seduta operatoria per rimuovere la causa scatenante, preservando per intero la ghiandola salivare e ripristinandone la sua normale funzionalità. Tale procedura è eseguibile anche in anestesia locale con l’ausilio di una lieve sedazione. In mani esperte è un intervento sicuro e che nella maggior parte dei casi fornisce ottimi risultati.

Conclusioni

I disturbi ostruttivi delle ghiandole salivari sono disordini relativamente rari, ma con un grande impatto sulla qualità di vita del paziente. Prevenire questi disordini non è sempre possibile, per cui è sempre consigliata una visita specialistica otorinolaringoiatrica per individuare e trattare correttamente la problematica, cercando di prevenire una forma cronica.

In determinate condizioni, la scialoendoscopia si è dimostrata una tecnica valida ed efficace nel risolvere il disturbo preservando in pieno la funzionalità ghiandolare.

La redazione in collaborazione con il Dr. Fior Michele – otorinolaringoiatra


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