La carie dentaria è una malattia degenerativa dei tessuti duri del dente su base batterica, che origina dalla superficie e procede in profondità, fino alla polpa dentale.
Il cavo orale rappresenta il primo tratto dell’apparato respiratorio e digestivo. Esso è sottoposto a continui attacchi da parte di batteri e virus a seguito del passaggio di aria ed alimenti. Rappresenta l’ambiente ideale per la colonizzazione dei batteri a causa anche delle numerose superfici aggredibili.
Carie e cellule staminali
Una scoperta innovativa nel campo dell’odontoiatria ha aperto la strada ad una tecnica alternativa per curare le carie. E’ infatti possibile ricostituire lo smalto dentale interessato dalla malattia degenerativa cariosa con la stimolazione di alcune cellule staminali. Tali cellule si sono dimostrate in grado di ripristinare lo status precedente alla lesione cariosa. In questo modo, i denti si possono riparare da soli grazie alle cellule staminali stimolate da un farmaco usato nel trattamento della malattia di Alzheimer.
Niente più otturazioni
Il metodo si basa sulla capacità che hanno i denti di auto-ripararsi dopo un piccolo danno, resa più efficace e potenziata al punto da non dover ricorrere alle otturazioni, in seguito a carie.
Origine della scoperta e applicazione pratica
Come accennato, la nuova tecnica si basa sull’impiego di una molecola chiamata GSK-3, usata per curare alcune malattie neurologiche, incluso appunto l’Alzheimer, e che ha dimostrato di riuscire a stimolare le cellule staminali che formano la dentina.
I ricercatori, con l’utilizzo di spugne biodegradabili di collagene, hanno applicato la molecola sui denti giungendo alla conclusione sopra illustrata.
Conclusioni
La cura della carie dentale attraverso la stimolazione delle cellule staminali rappresenta un approccio semplice che:
- garantisce protezione alla polpa dentaria;
- permette di restaurare la dentina.
Il dente con questo trattamento è stato riparato nell’arco di 4-6 settimane.
Alberto Bozzolan