La cefalea tensiva è la forma di mal di testa più diffusa al mondo, interessando oltre il 40% della popolazione mondiale. Si tratta di una condizione neurologica primaria, dato che non si conoscono agenti specifici che facciano sviluppare il disturbo. E’ anche multifattoriale, perché diversi fattori possono avere un’azione stressante e provocativa sul sistema nervoso, favorendo la precipitazione degli attacchi.
Patologia femminile sottovalutata
Questo tipo di cefalea colpisce soprattutto le donne e le persone in giovane età. È molto sottovalutata o scarsamente considerata dai professionisti del settore. Inoltre, le persone affette tendono a fare troppo da sé con i farmaci, complicando e talvolta peggiorando la situazione.
Come interpretare le cause
La causa di questa forma di cefalea, come per le altre forme primarie tipo l’emicrania, risiede nel substrato neurologico di base della persona affetta. In questi casi, il sistema nervoso centrale della persona con cefalea tensiva si è sviluppato naturalmente con un’attivazione eccessiva dei processi dolorosi. Ciò rende più facile che i processi infiammatori si presentino rispetto alle persone che non soffrono di cefalea.
Chi soffre di questo tipo di cefalea ha in generale una bassa soglia di tolleranza degli stimoli della vita, unita a maggiori difficoltà ad adattarsi a variazioni fisiologiche od emozionali. Questa naturale ipersensibilità, in un determinato momento di squilibrio omeostatico, può irritare le cellule nervose oltremisura ed innescare un attacco di cefalea.
Il mal di testa, quindi, è il sintomo, è la sirena d’allarme quando ormai l’incendio è divampato. Non c’è una lesione o un danno in testa, ma ci sono vari elementi che, da soli o insieme, favoriscono questo incendio in particolari momenti o contesti.
I principali fattori irritativi sono:
- I disordini cervicali e/o mandibolari,
- I disturbi psicogeni e gli stress psico-emotivi eccessivi,
- I disturbi del sonno o insufficiente quantità di riposo,
- I farmaci stessi.
I sintomi
La cefalea tensiva viene normalmente descritta con sintomi bilaterali di tipo costrittivo e/o gravativo, associati spesso a ridotta mobilità del rachide cervicale, dal dolore muscolare a spalle e collo. Può associarsi anche a difficoltà di concentrazione, scarso appetito, irritabilità, sonno disturbato e problemi di memoria.
L’intensità viene descritta come lieve/moderata, con una durata degli attacchi che va da 30 minuti a 7 giorni consecutivi.
Il mal di testa si sviluppa senza segni anticipatori o premonitori. Difficilmente l’attacco comincia durante il sonno e l’attività fisica non scatena né aggrava la cefalea in atto. A differenza dell’Emicrania non sono presenti nausea/vomito, né disturbi visivi e ipersensibilità a luci e suoni.
I sottogruppi
La frequenza degli attacchi divide la cefalea di tipo tensivo in due sottogruppi:
- La forma Episodica (la più frequente), che va da 1 a 14 attacchi al mese per almeno 3 mesi.
- La forma Cronica (la più disabilitante), con un numero di attacchi superiore a 15 al mese per almeno 3 mesi.
L’uso eccessivo di anti-infiammatori (il cosiddetto fai-da-te farmacologico) e la presenza di disordini cranio-cervico-mandibolari associati sono i fattori che più frequentemente fanno passare il paziente dalla forma Episodica a quella Cronica.
Terapie farmacologiche
Ci sono terapie farmacologiche e non-farmacologiche specifiche, valide in base al quadro clinico ed alle caratteristiche psico-fisiche della persona affetta. La gestione farmacologica deve essere programmata dal Neurologo, dopo accurata diagnosi.
Inoltre, occorre valutare ed intervenire in modo preciso sui fattori stressanti che irritano il sistema nervoso favorendo il terreno di insorgenza per gli attacchi di mal di testa.
I fattori psicogeni e disordini miofasciali cervicali e mandibolari sono i principali.
Cosa può fare la fisioterapia
La fisioterapia, esercitata da professionisti specializzati ed aggiornati nel campo delle cefalee, si occupa di valutare, mediante test, le aree muscolo-scheletriche che riproducono il mal di testa familiare del paziente. Questi test permettono di individuare, con una diretta correlazione, il legame esistente tra rachide cervicale/mandibola e mobilità oculo-motoria con la cefalea del paziente. Il trattamento e la gestione domiciliare (esercizio terapeutico e consigli comportamentali) verranno stabiliti successivamente la prima visita, in maniera personalizzata sulle singole peculiarità della persona.
Per ottenere il risultato terapeutico, è necessario far riferimento a professionisti in grado di inquadrare il problema in un’ottica multidisciplinare, oltre all’impegno del paziente nel seguire il percorso proposto, diventando parte attiva del processo di gestione della cefalea.