Lo strabismo è uno squilibrio oculomotore in cui l’asse visivo di un occhio è diretto sulla mira fissata, mentre l’asse visivo dell’altro occhio è deviato.
A seconda della direzione della deviazione dell’asse visivo lo strabismo si distingue in:
- strabismo convergente o esotropia (l’occhio è deviato verso l’interno)
- strabismo divergente o exotropia (l’occhio è deviato verso l’esterno)
- strabismo verticale, ipertropia o ipotropia (l’occhio è deviato verso l’alto o il basso).
Lo pseudostrabismo, condizione in cui gli occhi possono sembrare strabici, si riscontra spesso nei neonati, i quali appena nati possono avere un ponte nasale appiattito e largo e una piega cutanea che tende a coprire l’angolo interno dell’occhio (epicanto), dando così l’impressione che gli occhi siano deviati; crescendo questa conformazione anatomica tende a diminuire.
Lo pseudostrabismo può essere osservato anche in certe etnie, come quelle orientali.
L’exotropia o strabismo divergente è quindi un disturbo della visione caratterizzato dal disallineamento degli assi visivi nel quale un occhio gira verso l’esterno.
Esistono diverse forme di exotropia:
Exotropia essenziale infantile
L’Exotropia Essenziale Infantile è uno strabismo a grande angolo in cui l’occhio è deviato verso l’esterno sin dalla nascita, la cui causa è sconosciuta. È associata ad ambliopia e a sindromi craniofacciali (teleorbitismo, Sindrome di Crouzon, Sindrome di Apert,), alterazioni oculari, deficit del Sistema Nervoso Centrale e Paralisi Cerebrali Infantile.
Exotropia intermittente
Per exotropia intermittente s’intende uno strabismo nel quale un occhio devia verso l’esterno occasionalmente.
Solitamente si manifesta in bambini tra uno e dieci anni di età, la cui frequenza e intensità tendono ad aumentare con l’età del paziente.
Lo strabismo può colpire uno o entrambi gli occhi.
Questa forma di strabismo è spesso asintomatica proprio perché il cervello riesce, nel momento in cui l’occhio è deviato, a sopprimere l’immagine dell’occhio deviato così da non essere disturbato da quella che è la diplopia: il veder doppio.
Nella forma sintomatica, possono presentarsi anche disturbi di astenopia, affaticamento visivo, proprio per questo impegno da parte del paziente nel mantenere gli occhi dritti.
Il trattamento consiste nel:
- correzione del vizio refrattivo
- terapia occlusiva
- esercizi ortottici
- intervento chirurgico.
Exotropia consecutiva: l’intervento chirurgico
L’Exotropia Consecutiva è un’evoluzione spontanea o iatrogena di una esotropia.
La chirurgia dello strabismo viene eseguita sui muscoli extraoculari, che sono responsabili dei movimenti del bulbo oculare. Contraendosi, permettono all’occhio di “ruotare” sui 3 assi dello spazio. I muscoli agiscono come “coppie” o “redini”, in modo che quando uno si contrae, l’antagonista o muscolo opposto si rilassa per permettere il movimento.
L’intervento chirurgico ha l’obiettivo di riallineare gli assi visivi agendo sui muscoli che controllano gli occhi. Con l’intervento viene modificata la forza dei muscoli che permettono di far muovere gli occhi.
A tal fine è possibile:
- “Rinforzare” un muscolo accorciandolo mediante un intervento di plicatura o resezione
- “Indebolirlo” mediante un intervento di recessione
Come funziona l’intervento?
Gli interventi per lo strabismo si eseguono in anestesia locale oppure in anestesia generale. La scelta dipende dall’età del paziente e altri fattori che saranno valutati dall’equipe.
Quale è l’obiettivo dell’intervento?
L’obiettivo dell’intervento è riallineare gli assi visivi e fra i benefici ottenuti ci sono:
- Miglioramento della vista e della percezione della profondità,
- Minor affaticamento visivo,
- Eliminazione della visione doppia (diplopia),
- Aumento dell’area del campo visivo,
- Vantaggi estetici e di conseguenza crescita dell’autostima.
L’intervento per strabismo è doloroso o pericoloso?
Gli interventi di correzione dello strabismo portano ad un certo disconfort postoperatorio (dolore, occhio rosso, gonfiore palpebrale, sensazione di corpo estraneo) che può presentarsi per alcune settimane.
Quali pazienti possono effettuare l’intervento per strabismo?
L’intervento chirurgico di strabismo viene seguito previa valutazione preoperatoria scrupolosa e completa combinata con l’esperienza del chirurgo su tutte le possibili tecniche di chirurgia.
Alternative alla chirurgia
La chirurgia è spesso l’atto finale di una serie di processi diagnostico-terapeutici mirati a comprendere e a risolvere le cause dello strabismo.
La terapia dello strabismo si avvale, quasi sempre, di un intervento chirurgico che ne rappresenta un momento necessario ed importante anche se non l’unico.
La terapia non chirurgica costituisce un’alternativa alla chirurgia nel trattamento di uno strabismo.
Molto più frequentemente l’intervento di strabismo è inserito all’interno di un percorso terapeutico complesso e complementare che comprende la terapia di un eventuale difetto di refrazione, la terapia riabilitativa di una eventuale ambliopia sovrapposta, l’uso di prismi e la riabilitazione visiva che si completano fra loro e, in alcuni casi, preparano il paziente al migliore risultato chirurgico.
Come si esegue?
Durante l’intervento, l’oftalmologo farà una piccola incisione nel tessuto che copre la parte anteriore dell’occhio (congiuntiva e capsula tenue) per accedere ai muscoli.
A seconda della direzione della deviazione, la loro trazione sarà modificata per ottenere il massimo allineamento oculare. Esistono diverse tecniche per indebolire o rafforzare un muscolo, ma la più comune, se si vuole “indebolire”, è quella di modificare la sua inserzione, collocandola più indietro in modo che sia “più rilasciata” e quindi “tiri” meno.
Dott.ssa Sara Toma Ortottista a Milano
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