È ormai noto che mangiare in modo sano ed equilibrato possa contribuire a mantenerci in salute.
È per questo motivo che per i genitori è così importante insegnare buone abitudini alimentari ai propri figli.
Questo articolo nasce da alcune riflessioni scaturite dall’incontro con la collega Daniela Sonzogni, psicologa.
Sana alimentazione: i cibi ultra processati
Nella maggior parte dei paesi industrializzati, purtroppo, fino al 50% dell’alimentazione è affidata a cibi ultra processati.
Vengono cioè utilizzati prodotti industriali lavorati con l’aggiunta di sale, zucchero, oli vegetali e molto altro, per insaporire, colorare, prolungare la conservazione.
Senza voler demonizzare questo tipo di alimenti, viviamo nel mondo odierno dopotutto, ricordiamo che l‘eccesso di consumo di tali cibi si ripercuote pesantemente sulla salute già dall’età pediatrica.
Sana alimentazione nei bambini: le strategie vincenti
Se siete preoccupati di non riuscire ad insegnare ai vostri figli a mangiare in modo sano o ritenete di non aver ottenuto buoni risultati, il primo passo è quello di riflettere sulle strategie utilizzate finora.
Bisogna mettere a fuoco quello che non ha funzionato, per cercare nuove strategie più efficaci.
Spesso, infatti, i genitori sentono la pressione di dover a tutti costi nutrire in modo salutare i figli.
Mentre i bambini possono sentire una pressione costante che non genera le modifiche desiderate.
Anzi, in molti casi può produrre il rifiuto del cibo che viene offerto.
A circa due anni il bambino ha già sviluppato i suoi gusti.
Per questo che per poter scegliere è importante che possa sperimentare una vasta gamma di sapori sin dalle sue prime esperienze.
Durante lo svezzamento facciamo assaggiare tanti alimenti nuovi, soprattutto le verdure che all’età di 6-7 mesi vengono accettate più facilmente.
Se incontreremo dei rifiuti non scoraggiamoci, l’accettazione di un nuovo cibo nei bambini, infatti, si verifica solo dopo un’esposizione che va dalle 5 alle 10 volte.
Questo significa che se vogliamo fare accettare a un bambino un nuovo alimento dobbiamo sottoporglielo più e più volte.
La frequenza dovrà essere di una o due volte alla settimana, in forme e associazioni sempre diverse.
Coi bambini più grandi ci rendiamo conto che l’educazione alimentare è il risultato di molteplici fattori.
Per esempio l’esposizione al cibo, le abitudini apprese, l’imitazione dei coetanei, la capacità di controllare i propri stati emotivi senza fare ricorso al cibo.
Prima di rimproverare i bambini chiedetevi quale esempio siete capaci di dare loro. Siete ambivalenti rispetto al cibo?
Il mio bambino non mangia una categoria di cibo che anche noi genitori non mangiamo mai?
Spesso i genitori non sanno come far mangiare le verdure ai propri figli.
Vengono messe in atto, quindi, delle ricette o piatti in cui le verdure vengono camuffate o nascoste in modo tale che i bambini non se ne accorgono.
Nascondere il cibo non gradito convince i genitori che il bambino abbia mangiato ciò che è “giusto”.
Permette di sentirsi meglio con se stessi rispetto al fatto che il proprio figlio abbia mangiato sano.
Ne vale davvero la pena?
Sana alimentazione: l’importanza della consapevolezza del cibo che si mangia
Se vogliamo educare i bambini dobbiamo fare in modo che siano consapevoli di quello che mangiano, ne apprezzino il sapore e possano scegliere in modo libero anche tra due verdure diverse.
Nascondere il cibo o camuffarlo non modificherà l’atteggiamento dei più piccoli verso le verdure.
È possibile facilitare l’introduzione di frutta e verdura nelle abitudini quotidiane dei figli in modo efficace.
Ma solo se l’atteggiamento del genitore è ragionevole, paziente e se evita comportamenti di costrizione a tavola.
Maggiori sono le forzature, “devi mangiare questo”, e la ripetizione continua di un cibo rifiutato dal bambino, “Se non lo mangi oggi, lo avrai domani”, minore è la possibilità che il bambino assaggi quel cibo.
“Mangia le verdure o non avrai il dolce” è una minaccia che nasconde l’idea radicata che i bambini naturalmente sono avversi alle verdure.
Se non ci convinciamo prima noi del contrario, il rischio è di stabilire un’associazione negativa.
Questo, nella mente del bambino, si traduce in ”mi premieranno (dolce) se farò lo sforzo di mangiare una cosa cattiva ma salutare (verdure)”.
Le scelte alimentari sono più legate alle emozioni che alla ragione.
Sana alimentazione: il trucco per far accettare cibo avverso
Il trucco sta nel creare condizioni che leghino i cibi sani ad esperienze positive ed affettivamente ricche.
In questo modo l’associazione tra buoni piatti e ricordi piacevoli avviene automaticamente.
È con la pazienza e con un atteggiamento disponibile che è possibile incoraggiare il comportamento esplorativo dei bambini.
In questo modo si favorisce la possibilità che possano fare esperienza di cibi sconosciuti in modo autonomo e senza particolari addestramenti.
Coinvolgiamo i bambini nella preparazione dei pasti, compatibilmente con le loro abilità manuali, non lasciamoli mai soli in cucina ma supervisioniamo discretamente le loro attività.
Tutto questo può generare momenti di serena condivisione durante i quali si creano legami stretti e si condividono emozioni.
Sana alimentazione: riflessioni finali
- Nascondere il cibo o camuffarlo non cambia l’atteggiamento nei confronti della verdura.
Se vogliamo educare i bambini dobbiamo fare in modo che siano consapevoli di quello che mangiano, ne apprezzino il sapore e possano decidere anche tra due verdure diverse.
- Seguite la regola dei cibi sconosciuti: presentate i nuovi gusti almeno dieci volte con una frequenza di 1-2 volte a settimana in forme e associazioni sempre diverse.
- Non forzate mai un bambino ad assaggiare gli alimenti: potrebbe verificarsi l’effetto contrario e suscitare in lui vomito e nausea e portarlo ad eliminare per sempre quel cibo nella sua alimentazione
- Porsi da buon esempio e fare in modo che in tavola siano presenti ogni giorno frutta e verdura.
Lasciate fare ai bambini, prima o poi allungheranno la mano verso il cibo con il quale hanno preso confidenza.
- Coinvolgere i bambini nella preparazione del cibo, magari il sabato o la domenica quando si ha più tempo.
La cucina diventerà il focolare della casa, il luogo dove trovare cibo ma anche dialogo e rifugio.
- Abbiate pazienza: per apprendere nuove abitudini ci possono volere giorni, mesi o addirittura anni.
Dr.ssa Giovanna Cesana -nutrizionista clinica a Monza – in collaborazione con la Dr.ssa Daniela Sonzogni, psicologa