Le caratteristiche della scoliosi in età adulta

La scoliosi in età adulta può essere di due tipi:

  • Scoliosi idiopatica dell’adulto;
  • Scoliosi degenerativa.

La forma idiopatica, rappresenta l’evoluzione di una scoliosi già presente in età adolescenziale. Le scoliosi adolescenziali inferiori ai 30-40 gradi generalmente rimangono stabili durante l’età adulta mentre quelle che eccedono i 40-50 gradi hanno un potenziale evolutivo di 1-2 gradi ogni anno. Sono proprio queste forme evolutive che vengono operate in età adolescenziale per evitarne l’evoluzione.

Chiaramente, una diagnosi ed un trattamento tardivi ed inefficaci in età adolescenziale (scarsa attenzione, negligenza o evolutività) possono favorire l’aggravamento della scoliosi in età adulta. I sintomi, rappresentati da dolore e rigidità, sono dovuti al progressivo aggravamento ed all’insorgenza di fenomeni artrosici. In casi più severi, l’evoluzione della scoliosi comporta un progressivo accorciamento del tronco con “abbassamento” della gabbia toracica sul bacino e conseguente compressione degli organi addominali, deviazione del tronco verso destra o sinistra ed anche sbilanciamento del corpo “in avanti” per riduzione della lordosi lombare. Inoltre, nelle scoliosi lombari, l’insorgenza di fenomeni artrosici può causare compressione e sofferenza delle strutture nervose con conseguente dolore e debolezza agli arti inferiori.

L’altra tipologia di scoliosi dell’età adulta è la scoliosi degenerativa, chiamata anche “de novo”, proprio perché insorge in età adulta. E’ dovuta alla degenerazione dei dischi intervertebrali e delle articolazioni tra una vertebra e l’altra ed interessa la parte lombare della colonna vertebrale. La sua evoluzione spesso è accompagnata da una progressiva riduzione della lordosi lombare e restringimento dei nervi. Il risultato clinico conduce a dolore e la rigidità lombare, progressiva flessione del corpo in avanti, dolore e debolezza agli arti inferiori, debolezza dei muscoli lombari, dei glutei e degli arti inferiori, con conseguente limitata resistenza alla deambulazione.

La diagnosi è basata sul quadro clinico del paziente, su radiografie di tutta la colonna eseguite in piedi e sulla risonanza magnetica per valutare la compressione delle strutture nervose e la degenerazione dei dischi intervertebrali.

Quali terapie adottare?

La terapia della scoliosi dell’adulto può essere di natura conservativa o invasiva. Le cure conservative includono esercizi fisioterapici e posturali mirati alla tonicità ed elasticità delle strutture muscolo-tendinee ed al miglioramento dell’assetto posturale globale. Ci si avvale inoltre di apparecchiature a trasmissione di impulsi terapeutici (calore, laser, campi magnetici ed altro). Le terapie in acqua rappresentano spesso una risorsa utile ad integrazione delle cure fisioterapiche. I busti possono essere indicati in determinati casi allo scopo di offrire un supporto parziale, ma il loro utilizzo deve essere moderato in quanto a lungo termine possono indebolire la muscolatura.

Esistono inoltre le terapie infiltrative (cortisonici, antiinfiammatori, anestetici, ossigeno-ozono terapia) che, a seconda del caso, possono essere applicate nei muscoli paravertebrali o in corrispondenza delle strutture nervose sofferenti.

Infine, il trattamento chirurgico è destinato a pazienti affetti da deformità severa, con dolore e limitazione funzionale che non traggono beneficio delle cure conservative. L’obiettivo chirurgico è di liberare le strutture nervose, stabilizzare i segmenti vertebrali instabili, correggere la scoliosi e soprattutto ripristinare la corretta lordosi lombare in maniera da contrastare la flessione del corpo “in avanti”. Si ottiene in questa maniera l’arresto della progressione della scoliosi alleviando il dolore sia lombare che agli arti inferiori. La correzione della deformità si ottiene con l’utilizzo di mezzi di sintesi (generalmente viti, barre e supporti che sostituiscono i dischi intervertebrali patologici).

Attualmente si dispone di ausili intraoperatori che consentono di affrontare efficacemente interventi complessi anche in individui di 60-70 anni. Si tratta comunque di interventi caratterizzati da rischi operatori non indifferenti (infettivi, meccanici e neurologici) da definire in base al quadro complessivo di ogni singolo paziente e da discutere attentamente con il chirurgo di riferimento (severità della scoliosi, età, stato di salute generale).

Al di là della scelta terapeutica, la scoliosi dell’adulto va monitorata periodicamente per valutarne l’eventuale degenerazione. Inoltre, svolgere una costante attività fisica, più o meno mirata a seconda del dolore e del peggioramento della curva, aiuta a mantenere un buon tono muscolare e a sostenere la colonna vertebrale.

Alessia Almasio

Condividi su