Il parto vaginale oggi

Quando si tratta il tema del parto, una delle questioni principali da discutere è quella relativa al confronto e alla scelta tra il parto cesareo e il parto spontaneo, con relativi vantaggi e svantaggi.

Il parto naturale (parto spontaneo o parto vaginale) per alcune mamme è un’esperienza emozionante e irrinunciabile.

Presenta, però, pro e contro, pertanto bisogna che la paziente valuti attentamente la propria scelta in accordo con il ginecologo.

Il parto vaginale

Il parto vaginale si distingue dal parto cesareo  poiché non implica un intervento chirurgico per la nascita del bambino che, come il nome stesso suggerisce, avviene quindi per via vaginale.

La cosa fondamentale da sapere è che il parto vaginale non deve essere accelerato o provocato, è fondamentale che si seguano i tempi e i ritmi fisiologici di madre e bambino affinché tutto vada per il meglio.

Ci sono però metodi naturali cui la donna può accedere per stimolare le contrazioni e controllare il dolore, privi di rischi e senza condizionare il travaglio.

A chi è riservato il parto vaginale?

Essendo la sicurezza della madre e del nascituro al centro dell’interesse del medico, le donne vengono periodicamente sottoposte a dei controlli e sostenute con continuità dagli ostetrici.

La maggioranza delle donne ha la possibilità di scegliere un parto vaginale.

Le 4 fasi del parto vaginale

Il momento del parto si suddivide in 4 fasi:

  1. Fase prodromica, che ha avvio quando la donna avverte le prime contrazioni crescenti in frequenza e intensità con il passare del tempo, le stesse che permettono al bambino di posizionarsi nel canale del parto.

Durante questa fase viene espulsa una sostanza gelatinosa e segue la “rottura delle acque” e la fuoriuscita del liquido amniotico.

  • Fase dilatante, che da avvio al travaglio vero e proprio (travaglio attivo), caratterizzata da contrazioni sempre più ravvicinate e intense che portano alla dilatazione completa del collo dell’utero.

Alla dilatazione di 10 cm di diametro, il bambino ha lo spazio necessario per uscire, perché il collo dell’utero è appiattito sulla parete uterina.

  • Fase espulsiva, che prevede una serie di spinte che permettono l’espulsione del bambino e, quindi, la sua nascita.

Durante questa fase, non appena è visibile la testa del bambino, la donna deve spingere in concomitanza con le contrazioni, così da facilitare l’uscita.

  • Secondamento, nell’immediato post-partum, durante questa fase le contrazioni si intensificano nuovamente per facilitare l’espulsione di placenta e annessi fetali.

Per quanto riguarda il parto vaginale, non c’è una durata standard, bensì ogni caso è differente da un altro.

Indicativamente la durata del travaglio e del parto è di circa 18 ore al primo parto e 12 ore al secondo, ovviamente salvo eventuali complicazioni.

Il parto vaginale oggi: come prepararsi e riprendersi al meglio

Il parto naturale non necessita di speciali preparazioni, ma occorre essere bene informati su tutte le dinamiche e, possibilmente, frequentare un corso di accompagnamento alla nascita.

I metodi naturali cui si può ricorrere per stimolare l’inizio del travaglio facilitano, favoriscono e mantengono una buona attività contrattile dell’utero.

I rimedi più frequenti sono lassativi e tisane, manovre sul collo dell’utero e attività sessuale.

A eccezione di quest’ultima, però, non è consigliabile il fai-da-te, ma è meglio rivolgersi al proprio medico, per la scelta del metodo più efficace in base alla situazione della singola paziente.

La maggioranza delle donne che ha partorito con parto vaginale si dichiara soddisfatta della scelta e esperienza che, inoltre, riduce il rischio di complicanze del parto.

Il non avere il vincolo e dolore dei punti di sutura favorisce il ripristino delle normali attività quotidiane, dei rapporti sessuali e aiuta i muscoli a riprendere il tono normale.

Il parto vaginale oggi: i vantaggi

La scelta di un parto vaginale porta con sé molti vantaggi per madre e bambino, come

  • Meno rischi per entrambi
  • Evita un intervento chirurgico abbastanza invasivo (parto cesareo)
  • Rapida ripresa della madre
  • Rispetto dei tempi del bambino
  • Ricaduta positiva sull’allattamento.

Parto vaginale dopo il cesareo: si può fare?

Fino a qualche tempo fa era diffusa l’idea che in seguito a un parto cesareo non fosse possibile per una donna affrontare un parto vaginale, perché si credeva che l’utero non fosse più in grado di sopportare le sollecitazioni del travaglio.

Con il tempo e anni di studio, si è appurato che il rischio di rottura e lacerazione dell’utero in caso di parto naturale  in seguito al cesareo è molto ridotto.

Oggi, quindi, la possibilità di ricorrere al parto vaginale (anche se precedentemente sottoposte a un taglio cesareo) è aperta a tutte, anche se molto dipende dalle condizioni della madre dopo il primo parto.

Il parto vaginale oggi: conclusioni

Con la tecnologia e le informazioni in più che oggi si hanno a proposito del parto vaginale, nella maggior parte dei casi è possibile sottoporvisi con totale tranquillità.

La Redazione

Dr.ssa Silvia Sarteur – Ostetrica

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