Gli edemi periferici hanno cause spesso piuttosto differenti tra loro e non è infrequente che la diagnosi, ed il conseguente trattamento terapeutico, risultino inadeguati.
L’edema di uno od entrambi gli arti, siano essi gli arti inferiori o superiori, può avere cause sistemiche o genesi locale.
Le cause sistemiche degli edemi degli arti inferiori
Le cause sistemiche più frequenti degli edemi degli arti inferiori sono:
- lo scompenso cardiaco,
- l’insufficienza renale,
- le malattie del fegato,
- i disturbi della tiroide,
- l’obesità.
Le cause locali degli edemi degli arti inferiori
Tra le cause locali ritroviamo :
- l’insufficienza venosa (flebedema) o linfatica (linfedema),
- i traumi,
- le infezioni,
- l’immobilità (ad esempio dopo gli interventi chirurgici),
- il prolungato ortostatismo (come avviene a chi sta troppo in piedi per lavoro).
Perché si verificano gli edemi?
Il nostro sistema capillare periferico ha la capacità di drenare i liquidi in eccesso nei tessuti trasferendoli nel circolo linfatico che, a sua volta, riverserà tali liquidi “sporchi” nel circolo venoso di ritorno al cuore.
Nel caso in cui il circolo linfatico risulti alterato o in presenza di condizioni patologiche concomitanti che favoriscano l’accumulo abnorme di liquidi, le capacità di drenaggio del sistema capillare verranno sovrastate ed i liquidi in eccesso si accumuleranno nei tessuti dando luogo all’edema periferico.
Localizzazione, entità ed estensione degli edemi degli arti inferiori
A seconda della causa gli edemi periferici avranno differenti localizzazione, entità ed estensione.
Ad esempio gli edemi da insufficienza venosa degli arti inferiori avranno localizzazione monolaterale o bilaterale asimmetrica, saranno più declivi colpendo prevalentemente piedi e caviglie, peggioreranno durante la giornata con l’ortostatismo migliorando invece con il riposo e durante la notte, si accompagneranno spesso alla presenza di vene varicose o discromie cutanee.
Gli edemi da insufficienza linfatica invece si localizzeranno a tutto l’arto e saranno bilaterali nel caso del linfedema primario (congenito) e monolaterali in caso di linfedema secondario (ad esempio dopo traumi o infezioni).
Aumenteranno anch’essi nel corso della giornata stando in piedi e non è detto che migliorino significativamente con il riposo soprattutto nelle fasi più avanzate; daranno il tipico induramento dei tessuti con sensazione di tensione.
Un caso particolare di edema periferico è il lipedema, cioè l’alterazione del grasso sottocutaneo spesso a causa ormonale che ostruisce meccanicamente per compressione il ritorno linfatico.
Determina edema bilaterale di tutto l’arto che non migliora durante la notte, spesso si accompagna a dolore palpatorio e ad ematomi ad insorgenza spontanea o per traumi minori.
Le terapie per gli edemi degli arti inferiori
La terapia del flebedema consiste nella cura della malattia vascolare con un approccio medico, terapia farmacologica e topica, o chirurgico (safenectomia).
Sempre andrà associata una adeguata elastocompressione con presidi sanitari specifici (calze e fasciature).
Il linfedema primario, cioè quello congenito cui non si associa una causa incidentale che andrebbe altrimenti risolta, non ha purtroppo una soluzione terapeutica definitiva.
Rientra nel grande capitolo delle malattie croniche e prevede che il soggetto che ne è affetto si curi tutta la vita.
La terapia consiste sostanzialmente nel diminuire il più possibile l’edema con integratori, linfodrenaggio manuale o meccanico, esercizio fisico e fisioterapia, elastocompressione.
Conclusioni
In conclusione i pazienti che soffrono di edemi periferici meritano di essere attentamente inquadrati dal punto di vista clinico in modo da distinguere con la maggior precisione possibile l’eziopatogenesi e quindi definire un conseguente piano terapeutico individualizzato ed efficace.
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