Esercizio terapeutico della spalla

L’esercizio terapeutico, nella sua più completa espressione, necessita un’approfondita conoscenza dell’anatomia umana e del funzionamento del movimento.

La spalla: come funziona?

La spalla, nello specifico, ha un sistema di movimento molto complesso agendo, da un punto di vista funzionale, come il segmento cardine che consente alla mano di raggiungere gli oggetti.

Il suo scopo è quindi quello di posizionare l’intero arto superiore in maniera precisa e stabile, affinché la gestualità manuale sia permessa nelle attività della vita quotidiana e nei gesti lavorativi e sportivi.

Per consentire un’ampia gamma di movimenti, la spalla rinuncia alla stabilità articolare, rendendo l’articolazione vulnerabile a infortuni o lesioni soprattutto a carico dei tendini della cuffia dei rotatori.

La maggior parte dei problemi della spalla infatti insorge senza la presenza di un trauma, e la carenza del controllo motorio dei muscoli del cingolo scapolare, associate all’innata instabilità dell’articolazione della spalla, porta alla compressione e degenerazione delle strutture tendinee, e quindi al dolore e alla perdita della funzione.

La spalla inoltre ha una stretta relazione con le strutture del tronco e del collo, le quali vengono incluse nel processo di valutazione perché possono essere responsabili della disfunzione o del dolore della spalla.

Funzionalità della spalla: gli esercizi possibili

La gamma di esercizi possibile è molto vasta e la selezione avviene dopo la valutazione, dato che l’obiettivo in riabilitazione è quello di recuperare il movimento doloroso e/o incrementare la funzionalità.

Ci sono tre fasi del programma di esercizio che progressivamente al miglioramento della condizione dolorosa vengono affrontate:

  1. Esercizi per il recupero dell’arco di movimento, della flessibilità e della postura.
  2. di forza e resistenza muscolare.
  3. Esercizi funzionali che includono la propriocezione, coordinazione ed eventualmente gesto sportivo.

Esercizi per il recupero dell’arco di movimento, della flessibilità e della postura

Sono il primo approccio legato al movimento utilizzato in riabilitazione, laddove il paziente si presenti con una limitazione del movimento legata al dolore o alla rigidità. Nella fase di dolore gli esercizi proposti hanno l’obiettivo di ridare la corretta funzionalità all’articolazione, e solitamente seguono l’applicazione di tecniche di terapia manuale.

Il movimento ripetuto è una delle strategie terapeutiche più efficaci nella gestione del dolore muscolo-scheletrico, ed esprime la sua massima efficacia se effettuato più volte al giorno, per le prime fasi della riabilitazione.

Se il problema del paziente è legato maggiormente alla rigidità, gli esercizi proposti saranno mirati al recupero della flessibilità, cercando di oltrepassare il limite di movimento mantenendo alcune posizioni articolari. Anche in questo caso solitamente gli esercizi sono preceduti da tecniche di terapia manuale e sono molto efficaci se ripetuti più volte al giorno.

In questa fase sono utili anche esercizi ‘’posturali’’. Con questo si intende sviluppare la consapevolezza motoria delle posizioni articolari più efficienti, concentrandosi su tronco, scapole e rachide cervicale, i quali risultano direttamente implicati nella mobilità e funzionalità della spalla.

Esercizi di forza e resistenza muscolare

Una volta che il dolore è assente e la mobilità viene recuperata, gli esercizi proseguono mirando ad incrementare la forza e la resistenza muscolare. Affinché la spalla recuperi integralmente la sua efficienza è necessario stimolare la muscolatura tramite esercizi che siano mirati a migliorare il reclutamento muscolare.

La muscolatura scapolare è uno dei target principali, permettendo alla spalla di assumere le migliori posizioni durante il movimento e per poter trasmettere la forza in maniera corretta sul tronco. Inoltre la muscolatura scapolare impedisce il reclutamento dei muscoli del collo, essendo i principali muscoli che intervengono come compenso e possono essere causa di cervicalgia.

L’altro gruppo muscolare fondamentale è quello della cuffia dei rotatori. Sono 4 muscoli (sovraspinato, sottospinato, sottoscapolare e piccolo rotondo) che regolano la corretta posizione della testa omerale dentro la cavità glenoidea (mantengono l’articolazione centrata durante i movimenti). Una buona cuffia dei rotatori garantisce una buona mobilità ed efficienza della spalla.

Gli esercizi possono essere eseguiti con elastici, pesini, cavi e altri oggetti fisioterapici, così come da diverse angolazioni e posture del corpo.

Esercizi funzionali

Gli esercizi funzionali comprendono una vasta gamma di esercizi mirati ad uno scopo preciso, che va oltre la mobilità e la forza, e riguarda il miglioramento della gestualità quotidiana o di quella sportiva.

Questi esercizi espongono il paziente e l’articolazione ad una serie di stress fisici, di natura propriocettiva o ripetitiva, che possono essere stati la causa iniziale del problema.

Basti pensare ad una persona sportiva, ad esempio il pallavolista, che ha necessità di lavorare sulla battuta così come la schiacciata a rete dopo un episodio di spalla dolorosa. Questi gesti motori vengono proposti una volta che mobilità e forza sono state recuperate.

Nell’ambito lavorativo ad esempio alcune categorie professionali devono mantenere le braccia in posizioni scomode per periodi prolungati (elettricista, carrozziere,…) ed allo stesso modo queste persone hanno necessità di recuperare con sicurezza la gestualità persa a causa del dolore.

Per ogni persona quindi il trattamento fisioterapico e la gestione viene adattata secondo le specifiche esigenze, tenendo conto sia delle necessità biologiche che ha un’articolazione complessa come la spalla che delle richieste funzionali che ogni persona ha nella propria quotidianità.

Conclusioni

L’esercizio terapeutico rimane ad oggi la strategia di gestione a lungo termine dei disordini muscolo-scheletrici più efficace ed è parte fondamentale del processo di recupero.

Dott. Edoardo Balli Fisioterapista a Prato

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