Ernia del disco lombare: un dolore intenso della schiena

L’ernia del disco lombare è una patologia piuttosto diffusa. All’interno del contenuto che segue approfondiremo l’argomento toccando svariati punti come, ad esempio, una possibile e valida cura.

Indice


Anatomia del disco

Il disco intervertebrale è una fibrocartilagine composta da una parte periferica a struttura lamellare ed una parte centrale chiamata nucleo polposo.

Il nucleo polposo è costituito da fibre di collagene. L’anello fibroso è composto anch’esso da quest’ultime e sono orientate secondo i piani inclinati da 45° a 65°. Infine, l’endplate è una barriera cartilaginea che separa le vertebre dal disco.

Cosa succede dopo un eventuale intervento chirurgico

L’ernia del disco lombare rappresenta una situazione clinica, purtroppo, molto comune. E, nella maggior parte dei casi, risulta essere anche parecchio dolorosa. Sarà bene quindi individuare subito la patologia e iniziare una terapia adeguata quanto prima.

Cercare di limitare i dolori non è semplice, ma una buona convivenza con questa malattia degenerativa, è possibile.

Ti consigliamo quindi di consultare più pareri medici per poi affidarti alla figura che maggiormente ritieni competente.

Ernia del disco lombare, una malattia degenerativa

L’ernia discale lombare (LDH) è una condizione frequentemente riscontrata nella medicina di base.

Si tratta di una patologia lombare comune nelle cliniche ed è legata all’uso improprio delle vertebre lombari e all’osteoporosi.

Normalmente, si manifesta nella fascia d’età che va dai 30 ai 50 anni.

Nel tratto lombare sono presenti cinque vertebre e tra una e l’altra è collocato un disco intervertebralecomposto da anulus e nucleo polposo – molto simile ad un cuscinetto. Quest’ultimo ha un compito molto importante nonché funzionale, ovvero, attutisce il contatto tra le stesse.

Il disco subisce deformazioni o pressioni circa i suoi limiti di elasticità, quando si manifestano delle situazioni anomale, quali: lavori fisicamente impegnativi, traumi, posture sbagliate, predisposizioni genetiche ecc…

Quali sono le cause dell’ernia lombare ed i suoi inconfondibili sintomi

Le cause che provocano questa patologia potrebbero essere svariate.

L’alta statura, la mancanza di attività fisica e quindi una vita eccessivamente sedentaria, un peso corporeo non idoneo, lavori che richiedono un impegno fisico elevato, la costante guida o anche una gravidanza. Queste sono le cause principali.

I sintomi prodotti dall’ernia del disco lombare provocano un intenso dolore alla schiena e alle gambe. Questi disturbi influiscono sulla propria quotidianità a tal punto da deambulare con difficoltà. Non dimentichiamo nemmeno i dolori legati agli arti.

Diagnosi e cura

Diagnosticare l’ernia del disco lombare non è complesso. È fondamentale una visita specialistica (anamnesi ed esami clinico del paziente) e una TAC colonna lombare o una RM alla colonna lombare.

La maggior parte delle ernie del disco possono essere sostenute mediante un trattamento conservativo. Il quale consiste in:

  • terapia fisica
  • ergoterapia
  • analgesici
  • terapia antinfiammatoria o corticosteroidi

Queste cure possono essere, eventualmente, somministrate anche tramite infiltrazioni.

Invece, per quanto concerne l’intervento chirurgico, lo si raccomanda quando è presente una correlazione clinico-radiologica e il deficit neurologico moderato compare improvvisamente.

Oppure, se quest’ultimo è progressivo sotto il trattamento conservativo o, ancora, se il dolore è scarsamente controllato da un trattamento conservativo ben condotto eseguito da almeno quattro – sei mesi.

La chirurgia del disco lombare è un intervento comune negli Stati Uniti. Viene eseguita frequentemente con risultati buoni o eccellenti nella maggior parte dei pazienti.

Ernia del disco lombare su pazienti anziani

Il 90% dei pazienti anziani con ernia discale lombare (LDH) presenta problemi di meccanica della colonna vertebrale e del tessuto muscolare.

La manipolazione dell’equilibrio della colonna vertebrale in stile Shi, combinata con la guida (Daoyin) di muscoli e ossa come terapia alternativa per la LDH, può tonificare i gruppi muscolari intorno alla colonna vertebrale e mantenere un equilibrio meccanico e statico sagittale ottimale della colonna vertebrale.

Dunque, dopo aver esaminato svariati studi ed approfondimenti in merito, i documenti in nostro possesso ci raccontano dell’efficacia della manipolazione della colonna vertebrale Shi-style combinata con la terapia Daoyin nel trattamento della LDH nelle persone di mezza età e anziane.

I benefici della manipolazione spinale

Nel trattamento dell’ernia discale lombare, la manipolazione spinale a trazione obliqua ha presentato un tasso di efficacia superiore rispetto all’agopuntura e alla trazione lombare. La manipolazione ha avuto un effetto favorevole nell’alleviare il dolore. E, la manipolazione a trazione obliqua modificata, ha avuto una superiorità significativa nel migliorare la funzione lombare rispetto alla trazione lombare.

Tuttavia, in futuro dovrebbero essere condotti studi più rigorosi.

La moxibustione con ago caldo

Gli studi clinici sull’efficacia della moxibustione con ago caldo per il trattamento dell’ernia discale lombare sono in aumento.

La moxibustione ad ago caldo ha mostrato un tasso di efficacia statisticamente significativo rispetto all’agopuntura e alla manipolazione, ma ha avuto un tasso simile a quello dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).

La ricerca non si arresta mai, anzi, continua

Con lo sviluppo della biomeccanica e dell’anatomia della colonna vertebrale, sono aumentate anche le ricerche sull’ernia lombare. I ricercatori hanno scoperto che l’incidenza e la prognosi dell’ernia lombare sono inseparabili dai muscoli e dai tessuti molli locali.

In quanto muscolo para spinale profondo, il muscolo multifido svolge un ruolo importante per la stabilità lombare. La sua funzione anomala potrebbe ridurre la stabilità della colonna lombare e la malattia lombare cronica potrebbe anche portare all’atrofia del muscolo multifido.

Interventi chirurgici, più di una opzione disponibile

La rimozione di un’ernia del disco con l’uso del microscopio operatorio è stata eseguita per la prima volta da Yasargil nel 1977.

Tuttavia, ha iniziato a essere sempre più utilizzata solo alla fine degli anni ’80. Negli anni ’90, molti chirurghi spinali hanno abbandonato la discectomia endoscopica percutanea convenzionale a occhio nudo per passare alla pratica di routine della microdiscectomia.

I meriti di questa tecnica sono quelli di consentire l’asportazione di ogni tipo di ernia discale attraverso un approccio breve alla cute, alla fascia e ai muscoli, nonché una limitata laminoartrectomia. Per questi motivi è stata ed è tuttora considerata il “gold standard” del trattamento chirurgico dell’ernia discale lombare e il metodo utilizzato dalla stragrande maggioranza dei chirurghi spinali.

Negli anni ’90, l’avvento della risonanza magnetica e il progressivo aumento della definizione di questa modalità di imaging, così come gli studi istopatologici e immunochimici del tessuto discale e l’analisi dei risultati dei trattamenti conservativi, hanno contribuito notevolmente alla conoscenza dell’evoluzione naturale di un’ernia del disco.

È stato dimostrato che l’ernia del disco può diminuire di dimensioni o scomparire in poche settimane o mesi. Dalla seconda metà degli anni ’90 si è assistito a una ripresa delle procedure percutanee. Alcune di queste sono simili alla nucleotomia percutanea automatizzata. 

Altri metodi invece sono rappresentati dall’iniezione intradiscale di una miscela di “ossigeno-ozono“, o la laserdiscectomia eseguita sotto TAC. La procedura veramente emergente è quella che utilizza un endoscopio inserito nel disco attraverso il forame intervertebrale per visualizzare l’ernia e rimuoverla manualmente utilizzando sottili rongeur ipofisari, una sonda a radiofrequenza o entrambi.

La microdiscectomia è ancora il metodo standard di trattamento grazie alla sua semplicità, al basso tasso di complicanze e all’alta percentuale di risultati soddisfacenti, che superano il 90% nelle serie più numerose. 

La discectomia endoscopica transforaminale sembra essere un metodo affidabile, in grado di dare risultati simili alla microdiscectomia, a condizione che il chirurgo sia sufficientemente esperto nella tecnica, il che implica una lunga curva di apprendimento per eseguire l’intervento in modo efficace, senza complicazioni.

Tutte le procedure percutanee non endoscopiche oggi disponibili possono essere utilizzate, ma il paziente deve essere informato che la procedura è semplice e rapida ma, allo stesso tempo, che il tasso di successo varia dal 60 al 70%. 

E che, in molti casi, il dolore può diminuire lentamente e può richiedere anche diverse settimane per scomparire.

Dati i recenti progressi tecnici, le indicazioni chirurgiche per la chirurgia endoscopica della colonna vertebrale sono in continua espansione e i risultati clinici sono diventati più pratici e affidabili.

Cosa succede dopo un eventuale intervento chirurgico

Il post operatorio non è mai uguale per tutti, ma questo concetto lo si potrebbe applicare su qualsiasi patologia.

Nel caso specifico dell’ernia del disco lombare, le cause comuni di dolore persistente alla gamba dopo l’intervento chirurgico includono: la riernizione, la fibrosi epidurale, le alterazioni biochimiche/fisiologiche della radice nervosa e le questioni psicosociali.

Dunque, i pazienti con dolore persistente alla gamba dopo il trattamento chirurgico dell’ernia discale lombare possono rappresentare un problema clinico impegnativo.

Le complicazioni post-operatorie e il tasso di recidiva hanno rappresentato un problema difficile da risolvere nel campo della professione.

 La redazione – Monica Penzo

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