Origini
Il radicchio rosso, utilizzato oggi per depurare il fegato, è stato noto per secoli come “cicoria dei campi”, essendo il cibo povero tipico delle campagne venete. Infatti, mentre i Dogi consumavano sontuose e ricercate pietanze, i contadini cuocevano le verdure amarognole delle loro campagne, inventando piatti che oggi sono tipici della cucina veneta. In realtà, l’utilizzo della specie spontanea del radicchio è conosciuta fin dai ai tempi di Plinio il Vecchio (23 – 79 d.C.), che nel ‘Naturalis Historia’ cita la cicoria attribuendole proprietà depurative. Ne parlò ampiamente anche Galeno (130 – 210 d.C.) nei suoi trattati. Dioscoride di Pedanio (40 – 90 d.C.) la raccomandava contro i disturbi di stomaco e per favorire la digestione.
Storia
Nonostante ciò, il radicchio rosso è stato a lungo snobbato dai cronisti antichi, quando descrivono il veneto e le sue specialità gastronomiche, cosi come non se ne parla nei testi di divulgazione agronomica pubblicati nel’700 a Venezia. Bisognerà aspettare fino alla seconda metà dell’800 per ritrovare la citazione del radicchio in un libricino dedicato alle operazioni necessarie per la cura dell’orto, nei vari mesi dell’anno.
Consacrazione
Da questo momento, le notizie si sono susseguite numerose fino alla consacrazione ufficiale del radicchio rosso come pregiato ortaggio invernale grazie all’opera di Giuseppe Benzi, agronomo di origine lombarda trasferitosi nel 1876 a Treviso. Egli, divenuto responsabile dell’Associazione Agraria Trevigiana, diede vita, nel dicembre del 1900, alla prima mostra dedicata alla «rossa cicoria», sempre più utilizzare per depurare il fegato.
Depurare il fegato: perché il radicchio rosso fa bene
Il Radicchio esercita una valida azione coleretica (aumento della produzione di bile), favorendo la
funzionalità epatocellulare e della secrezione biliare. Le molecole che danno
il gusto amaro alle foglie, come
l’acido clorogenico e la cinarina, hanno la funzione di incrementare la secrezione biliare e la produzione di acidi
biliari.
L’aumento della secrezione avviene perché queste molecole stimolano la
produzione di secretina da parte del
duodeno. Essa, a sua volta, stimola
la produzione di bile da parte delle
cellule del fegato, mentre il passaggio del cibo stimola la produzione nel
duodeno di colecistochinina (CCK)
che genera il rilascio di bile accumulata nella cistifellea.
Il rilascio della bile genera una
vera e propria azione detossificante
da parte delle cellule del fegato.
A cosa serve la bile
I principali compiti della bile sono:
- facilitare la digestione e l’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili;
- neutralizzare l’acidità gastrica;
- stimolare la peristalsi;
- esercitare un’azione antisettica nei confronti della flora batterica, inibendo i fenomeni putrefattivi;
- allontanare dall’organismo i prodotti di scarto, cioè sostanze esterne potenzialmente tossiche (inquinanti, farmaci etc) o sostanze di natura endogena (bilirubina, ormoni tiroidei, estrogeni, eccetera).
Altre proprietà del radicchio rosso
Il Radicchio contiene molti antiossidanti e triptofano. Le molecole antiossidanti sono principalmente antociani, che danno il suo bel colore rosso oltre ad aver proprietà antinfiammatorie e di rallentare i processi di invecchiamento cellulare.
Da recenti studi svolti all’Università di Urbino, sembra che il radicchio rosso contenga più sostanze antiossidanti rispetto ad altri alimenti noti per questa caratteristica, come ad esempio i mirtilli. Grazie a questa sua caratteristica, il radicchio contribuisce a prevenire l’insorgenza di alcuni tipi di tumore, soprattutto a livello intestinale.
Gli antociani presenti nel radicchio rosso hanno proprietà preventive nei confronti delle malattie cardiovascolari, mentre, il triptofano apporta benefici al sistema nervoso, contrastando i disturbi legati all’insonnia.
L’infuso, in particolare, è indicato a chi ha problemi cutanei (foruncoli, piaghe), artrite e reumatismi. E’ ricco di vitamina A, B1 e B2, oltre a possedere un basso contenuto calorico.
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