Dott.ssa Randi, perché sempre più donne si sottopongono ad interventi di chirurgia estetica intima?
Le ragioni per cui ci si rivolge alla chirurgia intima sono molteplici.
Ci può essere una necessità legata a malformazioni o ad una adiposità eccessiva nella zona genitale, che crea problemi nei rapporti. Molto spesso poi le donne che hanno uno o più figli vedono i muscoli vaginali rilassarsi in maniera eccessiva, con una conseguente riduzione del controllo della regione perineale e della soddisfazione sessuale.
Senza dubbio, la crescente aspettativa di vita fa aumentare il desiderio della donna di essere attiva e soddisfatta nei rapporti intimi anche in età non più giovanile e a volte per poter realizzare tale desiderio è necessario intervenire chirurgicamente.
Quando si interviene per una malformazione?
Quando è presente l’ipertrofia delle piccole labbra, una malformazione congenita dei genitali esterni non così rara. Di norma è considerata patologica e quindi anomala una paziente che presenta delle piccole labbra la cui lunghezza dalla base d’impianto al margine libero è superiore a 2,5 cm.
Questa malformazione non solo provoca importanti problemi estetici e psicologici, soprattutto nel rapporto di coppia, ma può causare anche irritazione cronica locale, infezioni batteriche e micosi ricorrenti. L’intervento chirurgico maggiormente utilizzato in questi casi dura circa 1 ora, è semplice, risolutivo e di grande soddisfazione per la paziente.
Può essere eseguito in anestesia locale con sedazione, in anestesia regionale-periferica oppure in anestesia generale e la paziente non ha particolare fastidio post-operatorio anche in considerazione del fatto che i piccoli punti di sutura applicati non devono essere neanche rimossi. Il giorno dopo l’intervento la paziente può riprendere l’attività lavorativa e può tornare alla completa normalità in circa 3 settimane.
Quando invece i problemi sono una conseguenza del parto come si interviene?
Come accennavo all’inizio, i muscoli vaginali si rilassano a seguito di un parto e più sono i parti più il rilassamento aumenta a causa della espansione dei muscoli stessi.
A volte è sufficiente svolgere esercizi fisici specifici, come quelli di Kegel, dal nome del ginecologo che li ha inventati per “allenare” il pavimento pelvico, ma in certi casi non basta ed è necessario intervenire chirurgicamente con la vaginoplastica. Tale intervento nella maggior parte dei casi consente di risolvere il problema dell’allungamento dei muscoli vaginali, ripristinando il tono vaginale.
La tonificazione dei muscoli vaginali produrrà una immediata ripresa di vigore sessuale, grazie alla riscoperta di sensazioni molto più intense. Tutte le donne, se in buona salute generale, possono essere candidate per la vaginoplastica, una procedura di chirurgia plastica ricostruttiva che viene eseguita in anestesia periferica o in anestesia generale, sempre in regime di day hospital.
Una valida alternativa è rappresentata dai trattamenti non chirurgici a base di acido jaluronico. Attraverso semplici fillers è infatti possibile ripristinare i volumi persi, per esempio a livelle delle grandi labbra, oltre a ridare turgore al canale vaginale. Anche la secchezza vaginale ne trae un notevole miglioramento.
All’inizio accennava anche a situazioni di adiposità in eccesso. In questi casi come si può ovviare?
Si deve intervenire con un vero e è proprio rimodellamento del pube. Il grasso che si concentra nella regione pubica può essere dovuto non solo ad un generale peso eccessivo, ma anche a cause ormonali e ad invecchiamento fisiologico.
Si tratta di una condizione davvero molto fastidiosa nel quotidiano, nei rapporti sessuali, ma anche semplicemente perché il pube può essere scorto sotto indumenti particolarmente stretti.
Dimagrire in questa circostanza serve a poco, solo la chirurgia può risolvere il problema “drasticamente”, attraverso la lipoaspirazione della zona pubica ed il conseguente rimodellamento.
L’intervento non è doloroso, viene eseguito in anestesia locale con sedazione, in regime di day hospital e ha una durata di circa mezz’ora. Il giorno dopo è possibile tornare alle normali attività lavorative, avendo l’accortezza di mantenere una compressione con un corpetto elastico-compressivo per circa 2 settimane.