Chirurgia vertebrale, non più solo viti e placche

La chirurgia vertebrale fa parte dell’ortopedia e consente di risolvere chirurgicamente deformazioni, condizioni patologiche e infiammazioni della colonna vertebrale quando le terapie conservative e farmaci non hanno più effetto.

Cosa fa l’ortopedico specializzato in chirurgia vertebrale?

Il medico specializzato in chirurgia vertebrale opera le strutture della spina dorsale, ossee o cartilaginee lesionate, con tecniche mininvasive.

Cosa è la colonna vertebrale?

La colonna vertebrale è l’asse portante dello scheletro umano ed è composta in un soggetto adulto da 33-34 vertebre suddivise in:

  • cervicali
  • dorsali
  • lombari
  • sacrali
  • coccigee

Le vertebre sono ossa a forma di anello e forate al centro ove passa il midollo spinale. Hanno come caratteristica una estrema elasticità e flessibilità.

Per consentire una ottimale distribuzione dei pesi del corpo, la colonna ha due curvature:

  • cifosi è concava e si trova nella zona dorsale
  • lordosi è convessa e si trova nella zona lombare

I dischi intervertebrali composti di tessuto fibrocartilagineo con un nucleo polposo si trovano tra le vetebre e hanno la funzione di essere dei cuscinetti ammortizzanti.

Purtroppo la colonna vertebrale può essere soggetta a traumi, malattie infiammatorie, reumatismi, deviazioni e altre patologie risolvibili con la chirurgia.

Come opera la chirurgia vertebrale?

La chirurgia vertebrale si propone al paziente con patologie o lesioni della colonna vertebrale che non possono essere risolte o migliorate con farmaci o terapia conservativa.

Le più comuni malattie o condizioni patologiche sono:

  • ernie discali con o senza protrusione o espulse quando il disco intervertebrale fuoriesce di lato dalla vertebra o nella peggiore delle condizioni, sia rotto
  • fratture vertebrali
  • Infiammazione cronica delle vertebre con danno articolare da artrite 
  • danno articolare da artrosi, con degenerazione delle ossa vertebrali causata da usura
  • deformazioni e deviazioni della colonna
  • stenosi della colonna lombare o vertebrale quando il canale vertebrale si restringe
  • spondilolistesi quando una vertebra slitta in avanti rispetto alla precedente
  • traumi spinali

Quando si ricorre alla chirurgia?

Solitamente si ricorre alla chirurgia quando il paziente nonostante la terapia farmacologica o riabilitativa non ottiene benefici e la qualità della vita è notevolmente compromessa (dolore cronico o invalidità motorie) oppure a seguito di lesioni traumatiche.

Il medico specializzato in chirurgia vertebrale valuterà quale opzione chirurgica sia la più efficace per il paziente tenendo in considerazione diversi fattori tra i quali le possibili complicanze.

Le tecniche possono essere mininvasive o più invasive in base al tipo di patologia e alle condizioni generali del paziente.

Quali sono le tecniche di Chirurgia Vertebrale?

La scelta della tecnica di chirurgia vertebrale dipende dal tipo di lesione e dalla zona in cui si deve operare.

Diverse sono le tecniche chirurgiche, eccone alcune:

  • discectomia, asportazione del disco intervertebrale
  • chirurgia mininvasiva percutanea, trattamento delle ernie discali
  • endoscopia spinale mininvasiva, asportazione delle ernie del disco espulse o “migrate”
  • Stabilizzazione dinamica
  • Cifoplastica con palloncino
  • artrodesi lombare circonferenziale mininvasiva
  • laminectomia, rimozione di una o più lamine vertebrali
  • discoplastica, trattamento dell’ernia del tratto cervicale o della discoartrosi cervicale
  • artrodesi del rachide lombare per vertebre lombari colpite da spondilolistesi
  • fusione intervertebrale mininvasiva, trattamento della discopatia intervertebrale degenerativa 

Come curare una un’ernia discale o una discopatia

Fino a pochi anni fa, le possibilità di curare un’ernia discale o una discopatia erano limitate alla cosiddetta “fusione intersomatica”, cioè, più semplicemente, al bloccaggio di due corpi vertebrali attraverso placche, viti e innesti.

Senza dubbio, questa tecnica è risultata efficace in molti casi, ma un discreto numero di pazienti (circa il 30%) sottoposti a questo genere di intervento è dovuto nuovamente ricorrere alla chirurgia.

Il bloccaggio, infatti, con l’andare del tempo tende a provocare la degenerazione dei dischi adiacenti, procurando nuovi disagi e il ripresentarsi del dolore.

Come risolvere l’ernia cervicale?

Oggi, i progressi nelle tecnologie degli impianti e degli strumentari hanno permesso la messa a punto di nuove tecniche per curare le problematiche lombari e cervicali.

Tali tecniche si stanno rivelando altrettanto efficaci e risolutive, senza la necessità di  ricorrere a interventi più complessi e invasivi.

Nel caso di ernia cervicale, la novità si chiama “Discoplastica”, tecnica mininvasiva che consiste nel sostituire il disco danneggiato con uno mobile artificiale, riproducendo al meglio le funzionalità del disco vertebrale.

Una sorta di airbag tra le vertebre capace di assorbire gli shock e restituire la naturale mobilità a tutta la colonna. È infatti sufficiente una scorretta posizione durante il sonno o il lavoro, oppure un leggero trauma in un soggetto già predisposto, per alterare la naturale funzionalità della colonna vertebrale. I sintomi sono il collo bloccato e un dolore acuto e persistente che interessa braccio e avambraccio, fino anche alla mano.

Nuove tecniche per problemi lombari

Se il problema è invece a livello lombare, la soluzione è la “Stabilizzazione Dinamica”, che consiste nell’inserimento di un piccolissimo elastico spinale in silicone ad altissima tecnologia, in grado di rendere stabili i dischi lombari. Svolge una funzione di ammortizzatore in modo da ridurre il carico sulle vertebre circostanti e la pressione sul midollo osseo e sulle radici nervose. Il dolore lombare è quasi sempre preceduto dal cosiddetto “colpo della strega” e dalla “sciatica”, dei quali 4 adulti su 5 hanno avuto esperienza almeno una volta nella vita.

Tecnica chirurgica per le fratture vertebrali

Un’altra tecnica chirurgica che sta dando ottimi risultati in caso di fratture vertebrali è la “Cifoplastica con Palloncino”.

L’intervento, che può essere eseguito anche in anestesia locale, consiste nell’inserimento per via percutanea di un piccolo palloncino nella vertebra fratturata, sotto continuo controllo fluoroscopico. Una volta gonfiato, il palloncino riporta il corpo vertebrale collassato quanto più possibile vicino all’altezza originale.

A questo punto si procede con l’inserimento del cemento osseo. Dopo l’intervento, il paziente rimane in osservazione poche ore, al massimo un intero arco di 24 ore.

I vantaggi delle nuove tecniche di chirurgia vertebrale

L’aspetto che più sorprende dell’applicazione di questi nuovi metodi è proprio la rapidità con cui il malato può tornare alla vita di sempre.

Già lo stesso giorno dell’intervento può alzarsi dal letto ed è in grado di riprendere tutte le normali attività nel giro di una decina di giorni.

Si tratta, quindi, di un grosso passo avanti nella soluzione di questi problemi che affliggono migliaia di persone fin dalla giovane età e che rappresentano una delle maggiori cause di inabilità e di assenza dal lavoro.

Riducendo il ricorso ad antidolorifici, anti infiammatori e ricoveri, inoltre, ne guadagna anche il Sistema Sanitario Nazionale in termini di risparmio.

L’Italia è senza dubbio una delle realtà più avanzate da questo punto di vista, ma questo tipo di chirurgia vertebrale è ancora poco diffuso e presente solo in alcuni centri.

Alessia Almasio

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