Cataratta? Curala con un intervento chirurgico!

La cataratta è una patologia molto diffusa che coinvolge l’occhio e le sue normali funzionalità.

Si sviluppa, in particolar modo, nei pazienti anziani e, per risolverla, l’unica scelta possibile è proprio un intervento chirurgico.

I suoi sintomi sono piuttosto chiari e lampanti, ma quali sono e come si fanno a risolvere? Ve lo raccontiamo all’interno dell’articolo che segue.

Che cos’è la cataratta

La cataratta è una patologia che riguarda l’occhio. Quest’ultima è la responsabile dell’opacizzazione del cristallino. Ovvero, una lente che è situata all’interno dell’occhio, più precisamente dietro l’iride. Tutto ciò, di conseguenza, determina la percezione di una sorta di velo opaco.

Questo velo impedisce alla luce di raggiungere la retina e, dunque, l’epilogo finale è molto semplice: il paziente interessato non è più in grado di vedere bene.

I pazienti coinvolti da questa patologia sono prevalentemente persone anziane. Dopo i 65 anni, la cataratta tende a presentarsi molto di frequente, anche se, va detto, esistono anche casi di cataratta su pazienti giovani.

Quando questa patologia coinvolge un paziente anziano viene definita cataratta senile.

Se invece si manifesta in età giovanile, molto probabilmente, è di stampo ereditario. Oppure, se non è una patologia congenita, la sua formazione potrebbe essere legata all’utilizzo di determinate terapie farmacologiche, esposizioni professionali e malattie degli occhi o sistemiche.

Un’altra peculiarità della cataratta è che, quest’ultima, soprattutto nelle sue fasi più evolute è facilmente visibile anche ad occhio nudo. Con la

progressione della malattia lo stesso colore della pupilla cambia per diventare grigio.

Perché si manifesta la cataratta?

Come abbiamo visto, i motivi potrebbero essere svariati e non solo legati all’età anagrafica del paziente.

Normalmente, la cataratta è causata dall’aggregazione e dell’ossidazione delle proteine del cristallino. Si tratta di un processo noto che col passare degli anni, quindi con l’invecchiamento, progredisce.

Altre cause invece, potrebbero essere:

  • esposizione al sole o a importanti fonti di calore eccessiva e prolungata negli anni
  • diabete
  • fumo

Gli inconfondibili sintomi della cataratta

I sintomi percepiti in caso di cataratta sono molto chiari. Si inizia a vedere una sorta di annebbiamento progressivo, impercettibile all’inizio.

Dopodiché, anche l’abbagliamento della luce comincia a provocare fastidio. Infine, dopo questi due sintomi palesi, in certi casi si può anche percepire uno sdoppiamento delle immagini.

La diagnosi corretta

La primissima cosa da fare nel caso in cui si sospetti di avere la cataratta è quella di prenotare una visita oculistica approfondita. In realtà, dopo i 60 anni di età, questi controlli dovrebbero diventare un’abitudine.

Dopo un primo colloquio in cui il paziente spiega al dottore i propri fastidi e disturbi, quest’ultimo passerà alla prima fase, ovvero quella del controllo generale il quale é importante al fine di comprendere qual è la situazione di partenza e lo specifico quadro clinico.

Terminata questa prima parte, l’oculista procederà con l’esecuzione di tre esami specifici: l’esame biomicroscopico, l’esame completo della refrazione e dell’acutezza visiva e una valutazione del fundus oculi.

Dopodiché, se necessario, verranno svolti ulteriori esami di approfondimento utili anche in previsione dell’intervento chirurgico. ( OCT , Biometria , Topografia corneale , Ecografia oculare ecc..)

L’intervento chirurgico per eliminare la cataratta

L’unica metodica efficiente al fine di eliminare completamente la cataratta è l’intervento chirurgico. Una decisione questa che va presa insieme all’ oculista di fiducia al fine di pianificare al meglio lo stesso e decidere le migliori opzioni terapeutiche impiegabili.

Durante l’intervento chirurgico avverrà la completa asportazione del cristallino opacizzato. Al suo posto sarà poi impiantata una lente sostitutiva realizzata con del materiale plastico che andrà, oltre che a sostituire la lente naturale presente nell’occhio, anche a correggere i difetti visivi del paziente. Quest’ultima è comunemente chiamata cristallino artificiale o meglio IOL ( lente intraoculare)

Sostanzialmente, si decide di operare il paziente quando il soggetto non è più in grado di svolgere in autonomia la propria vita quotidiana o quando l’offuscamento visivo indotto dalla cataratta diventa elemento di disturbo per il paziente.

L’intervento ha in genere una durata che varia dai 10 ai 20 minuti a seconda della complessità del caso e delle sue modalità pianificate nella fase di preparazione allo stesso. Non è necessaria un anestesia generale, perché in genere esso viene svolto in anestesia topica (mediante l’utilizzo di un collirio anestetico ) o locale ( iniezione peri o retrobulbare eseguita con una piccola puntura vicino all’occhio).

Non è previsto ricovero.

Il tutto si esegue in modalità day hospital. Il paziente entra in clinica per l’intervento e dopo circa 1-2 ore può tornare a casa guidato da un accompagnatore.

Le lenti intraoculari ( IOL ) che possono essere impiegate per i pazienti che devono essere operati di cataratta

Una lente intraoculare (IOL) è una piccola lentina artificiale fatta apposta per l’occhio che va a sostituire la lente naturale. Quest’ultima viene rimossa durante l’intervento di cataratta.

La lente rifrange i raggi luminosi che entrano nell’occhio aiutando a vedere e a correggere i difetti visivi/vizi di rifrazione preesistenti.

Le IOL hanno diversi poteri di messa a fuoco, così come la prescrizione degli occhiali o delle lenti a contatto. L’oculista misurerà la lunghezza dell’occhio, la curvatura della cornea e una serie di altri parametri prima dell’intervento di cataratta e con queste misure calcolerà il potere di messa a fuoco, più idoneo, della IOL da impiantare al fine di correggere i difetti visivi preesistenti dell’occhio del paziente.

Molte IOL sono costituite di materiale acrilico e sono anche rivestite con materiale speciale per aiutare a proteggere gli occhi dai raggi ultravioletti del sole.

Tipologie di Lenti intraoculari ( IOL ) impiegabili durante l’intervento di cataratta

IOL MONOFOCALI:

Le lenti monofocali sono chiamate così perché focalizzano i raggi luminosi che entrano nell’occhio ad un’unica distanza di messa a fuoco.

Di solito correggono la visione per lontano e dopo l’intervento si utilizzeranno occhiali per vicino. Oppure correggono la visione per vicino e dopo l’intervento si dovranno utilizzare occhiali per lontano

IOL MULTIFOCALI O TRIFOCALI:

Per gli operati di cataratta, è stata messo a punto anche una nuova tipologia di cristallino artificiale a carattere progressivo, in grado cioè di ripristinare la visione sia per lontano, che per una distanza intermedia , che per vicino. Il nome di questa lente è IOL multifocale o trifocale difettiva ( perché caratterizzata dalla presenza di 3 fuochi: uno per lontano, uno per intermedio e uno per vicino).

Studi clinici hanno dimostrato che l’80 % dei pazienti nei cui occhi è stata impiantata la tale lente, dopo l’intervento non hanno più bisogno degli occhiali per nessuna loro attività. La maggior parte dei cristallini artificiali invece possono ripristinare la visione per una distanza stabilita, di solito per lontano; ciò significa che i pazienti operati di cataratta spesso dopo l’intervento devono usare degli occhiali per leggere.

Nelle lenti trifocale la visione alle varie distanze dipende dalla configurazione della lente stessa, che permette una specifica distribuzione della luce a seconda di quanto la pupilla sia larga o stretta. Questa distribuzione della luce è data dal particolare disegno a cerchi concentrici del piatto/ottica della lente. Lo svantaggio di questo tipo di lente è che non vi è un continuum tra i tre fuochi, oltre a qualche problema di qualità visiva, il vantaggio è che offrono una buona potenza diottrica/visione anche per le distanze molto ravvicinate.

IOL TORICHE

Per le persone che presentano un’ astigmatismo, c’è la possibilità di utilizzare una particolare tipologia di IOL chiamata lente torica.

L’astigmatismo è un errore refrattivo causato da una curvatura irregolare della cornea o del cristallino. La lente torica è disegnata per correggere anche l’astigmatismo.

IOL EDOF ( Extended depth of focus):

Infine per i paziente che si sottopongo all’intervento di cataratta esiste anche un’ultima nuova tipologia di IOL, Le lenti intraoculari a profondità di fuoco continua, le quali sono progettate per avere innumerevoli punti di fuoco. Questi vanno a creare un continuum che, da una distanza ravvicinata di circa 40 cm, si estende fino all’infinito. Presentano meno inconvenienti rispetto alle trifocali (meno aloni e più definizione visiva anche in condizioni di luminosità ridotta), ma sono meno potenti alle

distanze molto ravvicinate, quindi in certi casi nel postoperatorio il paziente potrebbe necessitare di un piccolo occhiale per vicino per leggere i caratteri molto piccoli. In generale, le lenti EDOF di ultima generazione offrono un comfort visivo ottimale in condizioni di scarsa luminosità e alle distanze intermedie. Ed eliminano quasi del tutto i classici aloni o sfocamenti dati da altre tipologie di lenti intraoculari.

FLACS ( Chirurgia della cataratta esistita da laser a femtosecondi):

Le caratteristiche del laser a femtosecondi

Come ripetiamo spesso, la scienza e le tecnologie viaggiano di pari passo e, fortunatamente, si cerca di introdurre, anno dopo anno, tecniche sempre più all’avanguardia. Si ricercano metodiche funzionali che, allo stesso tempo, siano in grado di andare in contro all’esigenza del paziente.

Vogliamo dunque parlare del laser a femtosecondi. Quest’ultimo funziona come una sorta di bisturi/coltello invisibile che taglia in maniera atraumatica, creando tante bolle d’aria continue fra loro, ha la capacità di dividere il cristallino in tantissimi piccoli blocchi e, dopo aver concluso questo processo, sarà possibile aspirare il materiale frammentato utilizzando un facoemulsificatore. Questo permette a differenza di quanto succedeva in passato, di utilizzare molto meno gli ultrasuoni per fluidificare il cristallino. Oltre a questo importante vantaggio l’utilizzo del laser ci consente una apertura della capsula che contiene naturalmente il cristallino in maniera meno traumatica e precisa fattore poi importante per permettere una migliore centratura della lente intraoculare artificiale all’interno dell’occhio.

Questa tipologia di laser quindi offre svariati vantaggi in particolare: maggiore precisione e sicurezza al medico che dovrà operare il paziente.

Tale strumento emette una luce ad infrarossi della durata di un femtosecondo. Quest’ultima genera poi a sua volta il taglio della cornea e la successiva apertura della capsula che contiene il cristallino.

Il cristallino viene diviso in altrettanti piccoli cubi: ciò è importante al fine di procedere ad una corretta, precisa e meno traumatica sua aspirazione. Questo passaggio richiede estrema attenzione e deve essere svolto in totale sicurezza.

Tutto ciò è possibile infatti, proprio grazie al laser. Il quale è in grado di fornire al medico un intervento più accurato grazie alle sue peculiarità.

Per aumentare la sicurezza della procedura di cataratta femto assistita il laser a femtosecondi ha la capacità di provvedere alla ricostruzione tridimensionale dell’occhio già nella fase pre-operatoria mediante tomografia ottica computerizzata (OCT); ciò ci permette di pianificare con estrema precisione e accuratezza l’azione del laser all’interno dell’occhio andando così a azzerare i rischi legati al suo utilizzo.

È possibile prevenire la cataratta?

In realtà sì, è possibile! E come? Partendo proprio dalle nostre abitudini alimentari. L’assunzione di antiossidanti naturali, che possiamo comunemente trovare all’interno della frutta e della verdura, è molto importante.

Questi cibi non dovrebbero mai mancare all’interno del nostro regime alimentare: fanno bene all’organismo, sono sani e le loro proprietà sono per noi fondamentali.

Dopodiché evita di esporti al sole se non indossi gli occhiali con le lenti scure, controlla sempre i propri livelli di zucchero nel sangue ed evitare il fumo.

Dr. Marchina Daniele – oculista

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