Blefaroplastica: cosa c’è di nuovo?

Blefaroplastica: cosa c’è di nuovo?

 

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Molte persone affette da quell’eccesso di pelle alle palpebre che conferisce allo sguardo un’aria stanca e “datata” evitano di affrontare l’intervento di blefaroplastica per paura sia dell’anestesia sia di andare incontro alle possibili complicanze conseguenti all’intervento tradizionale.

La blefaroplastica non ablativa, come dice lo stesso nome, non ricorre al bisturi o al laser per rimuovere la cute in eccesso, evitando così tutti i rischi dell’intervento tradizionale. L’intervento di Blefaroplastica dinamica non ablativa si effettua eliminando i corneociti per sublimazione. Ricordiamo che per sublimazione si intende il passaggio diretto dallo stato solido a quello gassoso o aeriforme. Si opera intervenendo mediante piccoli spot effettuati con un Plexr (imperniato sulla tecnologia al plasma, proprietà intellettuale del prof. Giorgio Fippi e distribuita in Italia dal gruppo GMV) ciascuno di 500 micron, distanziati tra loro per consentire, appena terminata la seduta, la perfetta plasticità del movimento palpebrale.

Ciascuno di questi spot sublima i corneociti superficiali senza coinvolgere la lamina basale e senza cau­sare sanguinamento e, cosa più importante, senza causare alcun danno necrotico ai tessuti circostanti e sottostanti. Una seduta tipo dura al massimo dieci minuti e le crosticine puntiformi di meno di un millimetro cadranno dopo circa tre o, al massimo, sette giorni.

Oggi, finalmente, possiamo affermare che la Blefaroplastica Dinamica non Ablativa per Sublimazione è sicuramente superiore alla chirurgia classica sia per lo splendido effetto estetico e funzionale sia per l’az­zeramento del disagio del paziente rispetto ai rischi ed ai costi di intervento.

 

Dott. Damiano Galimberti

Dott. Damiano Galimberti

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