Rieducazione del pavimento pelvico

L’evoluzione scientifica degli ultimi 25 anni, sfruttando tecnologie avanzate, si è interessata anche della riabilitazione di quelle strutture, quali il pavimento pelvico, difficili da trattare e affidate soprattutto alla chirurgia.

Nel 1992 l’International Continence Society ha riconosciuto l’importante validità scientifica di queste tecniche riabilitative ed elettroterapiche. E’ iniziato così un nuovo modo di studiare le disfunzioni sfintero-perineali finalizzato a curare le patologie in maniera funzionale e conservativa, a ridurre le disabilità e a prevenire le disfunzioni, migliorando in maniera significativa la qualità della vita di questi pazienti. Il pavimento pelvico è una importante e complessa struttura muscolare e connettivale che chiude la parte inferiore del bacino e tiene nella posizione corretta i visceri in esso contenuti (vescica, uretra, utero, vagina, ano, retto).

Una ipotonia o perdita della forza di questi muscoli può determinare fastidiosi disturbi quali incontinenza urinaria o fecale, difficoltà di espulsione delle feci, prolassi di vagina, utero, vescica e ano-retto. Le cause più frequenti di questo indebolimento del pavimento pelvico sono dovute alla gravidanza, al parto vaginale, ad interventi chirurgici sul piccolo bacino, a traumi locali, a lesioni neurologiche, al decadimento strutturale legato all’età ed alla inattività.

Una ipertonia o aumento del tono di questi muscoli può determinare invece altri importanti disturbi quali dolori pelvici, impellenza urinaria, anismo, vaginismo, dispareunia, vestibulite, disturbi anche gravi della sfera sessuale. Le cause più frequenti di ipertono muscolare sono dovute a processi infiammatori batterici e/o micotici non bene curati e cronicizzati, stati di stress psicofisici, traumi psichici pregressi, microtraumi ripetuti, stili di vita scorretti.

Le tecniche oggi utilizzate per la riabilitazione sono rappresentate da:

  • Stimolazione elettrica funzionale (SEF). È una tecnica che produce una stimolazione ciclica della muscolatura pelvica con lo scopo di migliorare il trofismo e la capacità contrattile muscolare, aumentare la sensibilità e imparare a contrarre selettivamente i muscoli del perineo.
  • Biofeedback (BFB). E’ una tecnica che consente, per mezzo di una apparecchiatura, di dare informazioni visive sulle capacità di lavoro del paziente (contrazione e rilasciamento), di correggere gli errori e di potenziare l’attività muscolare. Il paziente prende coscienza del suo lavoro muscolare ed è coinvolto con successo nel processo di recupero.
  • Fisiochinesiterapia (FKT). Sono esercizi di attivazione muscolare, semplici e complessi, al fine di riconoscere i movimenti propri della muscolatura perineale incrementando la forza contrattile.

Se sussistono le indicazioni, queste tecniche oggi costituiscono la prima scelta terapeutica per la loro efficacia (80-85% di successi), perché sono terapie di tipo conservativo, effettuate senza il minimo disturbo per il paziente, senza alcun rischio, senza effetti collaterali, senza assunzione di farmaci e ripetibili nel tempo. Esse risultano tanto più efficaci quanto più precocemente sono effettuate.

Il protocollo del trattamento è sempre personalizzato e prevede cicli di sedute bisettimanali per un totale di 8-16 sedute complessive. E’ utile un breve ciclo di richiamo a 4 e a 12 mesi.

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