La febbre è uno dei meccanismi di difesa ancestrali dell’uomo, in grado di attivare in modo efficace il sistema immunitario a seguito di un processo infettivo virale o batterico.
In epoche non poi così lontane, prima dell’avvento degli antibiotici, solo una intensa reazione febbrile (40-41°C) permetteva di superare, ad esempio, una polmonite. In assenza di una adeguata reazione febbrile il paziente era destinato a soccombere.
Il trattamento di ipertermia corporea totale o ipertermia total-body si avvale di un’apparecchiatura che emette raggi infrarossi di tipo A, un particolare tipo di radiazione dello spettro solare in grado di penetrare in profondità nella cute riscaldandone gli strati più profondi (derma e ipoderma), consentendo di incrementare la temperatura dell’intero organismo e innescando una sorta di reazione febbrile artificiale. Si ottiene in questo modo una vasodilatazione del microcircolo con un incremento della circolazione, del metabolismo cellulare, dell’eliminazione dei cataboliti (rimozione delle scorie e delle tossine) nonché un incremento del tono cortisonico e una modulazione del sistema immunitario, in particolare a livello dei linfociti T NK, dei macrofagi, della cellule dendritiche abbondantemente presenti a livello della cute e delle mucose.
Il trattamento di ipertermia total-body trova indicazione in numerose situazioni causate da deficit e alterazioni del sistema immunitario quali ad esempio:
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