Instabilità cervicale: come riconoscerla

Ti riconosci in questa descrizione?

Hai timore quando devi muovere il collo.

Il dolore cervicale è inspiegabile: fai lavori attivi pesanti o attività sportiva e non senti nulla, eppure, a volte, basta uno sbadiglio o fare retromarcia in auto per scatenare forte dolore cervicale.

La sera il collo è molto stanco ed hai come la sensazione che si rompa.

Se la risposta è il tuo problema potrebbe essere l’instabilità cervicale funzionale.

Il sistema stabilizzante

Il sistema stabilizzante cervicale è formato da tre sottosistemi che collaborano tra loro:

  • Sottosistema passivo composto dal disco intervertebrale, dall’orientamento delle faccette articolari, dall’integrità della capsula articolare e dei
  • Sottosistema attivo composto dai muscoli e dai
  • Sottosistema neurale di controllo deputato alla coordinazione dell’attività muscolare da parte del sistema nervoso.

La stabilità funzionale

Per ottenere la stabilità funzionale, tutti e tre i sottosistemi devono collaborare in modo ottimale; lievi deficit di un sottosistema possono essere compensati dagli altri due, mantenendo un carico fisiologico nelle strutture cervicali.

Le cause dell’instabilità cervicale

I deficit del sottosistema passivo possono essere causati da un trauma, per esempio un incidente in auto, nel quale una struttura legamentosa viene troppo tesa o addirittura lacerata.

Microtraumi ripetuti, attività sportive o lavorative dove c’è molto carico sulla testa possono portare ad una degenerazione articolare con aumento del gioco della stessa articolazione.

Se gli altri due sottosistemi sono in grado di controllare la disposizione delle vertebre una sopra l’altra con un carico fisiologico non compaiono sintomi.

L’insorgenza dei sintomi

Ma se, per esempio, avete avuto un colpo di frusta nel passato e non è stata indagata la stabilità dei legamenti cervicali, potrebbe presentarsi, a distanza di tempo, un quadro clinico d’instabilità cervicale.

Comparirebbero dolore e difficoltà nel controllo della testa nei movimenti di flesso/estensione, dovuto all’inibizione del sottosistema attivo della zona cervicale sottostante divenuta ipomobile.

Screening dei segni midollari e insufficienza vertebro-basilare

In caso di instabilità cervicale nel segmento C1-C2 è importante valutare la presenza di segni midollari come:

  • incertezza nella deambulazione.
  • Tendenza ad inciampare o improvviso cedimento delle ginocchia.
  • Atassia.
  • Parestesie nelle piante dei piedi che possono irradiare lungo la gamba assumendo la forma di un calzino.
  • Perdita di controllo degli sfinteri.

Il trattamento per questo quadro d’instabilità cervicale è l’intervento chirurgico di stabilizzazione vertebrale.

I sintomi del flusso del sistema vertebro-basilare compromesso

Traslazioni anormali nel rachide cervicale medio e/o una rotazione eccessiva nel rachide cervicale alto possono compromettere il flusso nel sistema vertebro-basilare.

Questo a livello clinico si traduce con l’insorgenza dei seguenti sintomi:

  • Disfagia: disturbi della deglutizione.
  • Diplopia: vedere doppio.
  • Dizziness: vertigine.
  • Disartria: disturbi di pronuncia.
  • Drop attacks: perdita improvvisa del tono muscolare senza perdita di coscienza.

L’insorgenza delle 5D di Coman è patognomonica per la presenza d’insufficienza vertebro-basilare.

La vertigine artrogena cervicale

L’input propriocettivo, che proviene dal rachide cervicale alto, ha un’influenza importante sul sistema dell’equilibrio.

Da questo ne consegue che alterazioni di questo input possono portare a vertigini.

La vertigine artrogena cervicale ha le seguenti caratteristiche cliniche:

  • non è una vera vertigine rotatoria, viene descritta come una leggera incertezza nella deambulazione.
  • Si presenta singolarmente, senza le 5D di Coman.
  • Può essere influenzata in modo consistente dai movimenti del collo.
  • Se viene eseguito un movimento provocante, la vertigine si presenta senza nessuna latenza.
  • Se il movimento provocante viene mantenuto per alcuni secondi l’intensità delle vertigine ha la tendenza a diminuire.
  • La vertigine, se è causata dal rachide cervicale, può migliorare con il trattamento del collo.

La valutazione dell’instabilità cervicale

La valutazione dell’instabilità cervicale funzionale si compone di diversi momenti: inizia con l’ispezione dove si osservano la posizione della testa e del collo, rispetto alle spalle e rispetto al rachide toracico.

Si seguono i movimenti attivi dove si valutano i sintomi, la quantità e, soprattutto la qualità dei movimenti, la capacità di controllare la testa durante tutto l’arco di movimento, in modo particolare durante l’estensione (guardare verso l’alto).

Prosegue con la valutazione dei movimenti passivi intervertebrali fisiologici per valutare la mobilità intersegmentale in una direzione di movimento e verificare l’ampiezza di movimento, l’insorgenza dei sintomi, l’insorgenza di uno spasmo protettivo, la resistenza.

Seguono i test specifici per l’integrità dei legamenti e la valutazione dei movimenti passivi intervertebrali accessori; questo al fine di verificare la congruenza del quadro clinico e definire la presenza d’instabilità in uno o più segmenti del rachide cervicale.

Inoltre, si valutano il controllo muscolare dei flessori profondi del collo attraverso il test graduato della flessione cranio-cervicale e della muscolatura scapolo- toracica tramite il test funzionale del trapezio inferiore.

Il trattamento dell’instabilità cervicale

Il trattamento consisterà, in base alla valutazione, nella mobilizzazione delle articolazioni ipomobili vicine all’articolazione instabile per ridurre lo stress sull’articolazione instabile; una cauta mobilizzazione dell’articolazione instabile dolente in grado di fornire un input non nocicettivo per calmare il dolore.

Di fondamentale importanza saranno gli esercizi per migliorare la stabilità muscolare ed il controllo senso-motorio della testa adattati al disturbo funzionale specifico della persona.

Gli esercizi verranno proposti anche a domicilio e durante l’attività lavorativa/ sportiva per ottimizzare il recupero della stabilità muscolare e trasferire il miglioramento clinico nelle attività funzionali della vita quotidiana.

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