Il cortisolo è un ormone che viene prodotto dalle cellule della ghiandola surrenale, deriva dal colesterolo e la sua azione induce la produzione endogena di glucosio (zucchero), fornendo quindi energia.
Il cortisolo tiene sotto controllo l’infiammazione, aumenta la funzione cardiaca ed è uno dei responsabili dell’eventuale accumulo del tessuto adiposo (grasso).
Il cortisolo viene continuamente rilasciato e la sua concentrazione varia durante la giornata con un ritmo “circadiano” con valori più elevati nelle prime ore del mattino che decrescono nell’arco della giornata.
No all’esercizio fisico estremo
Il cortisolo è anche chiamato “ormone dello stress”, infatti sollecitazioni psico-fisiche possono variare i suoi livelli; una forma di stress è rappresentata dall’esercizio fisico estremo oppure dall’alimentazione scorretta, fattori ambientali e traumi.
Il suo rilascio è correlato alla durata e all’intensità dell’esercizio fisico: tanto più questi fattori aumentano, tanto maggiore sarà la quantità di cortisolo prodotta e rilasciata.
I possibili danni provocati dal cortisolo
Un’alterazione del cortisolo, oltre a dare stanchezza, irritabilità, insonnia, può determinare resistenza insulinica e aggravare problematiche come osteoporosi, obesità, iperglicemia, ipertensione, che poi rischiano di sfociare in sindrome metabolica e successivi problemi cardiovascolari.Lo stato cronico di aumentata produzione ha come possibili risvolti clinici la stanchezza, osteoporosi, diabete mellito tipo II, perdita del tono muscolare, colite, gastrite, impotenza, ipertensione, depressione, apatia ed euforia.
La dieta influenza il cortisolo
Anche una dieta particolarmente ricca di carboidrati, con un elevato indice glicemico, può causare l’innalzamento dei livelli di cortisolo nel sangue. Per questo è importante tenerlo sotto controllo ed è possibile testarlo presso IMBIO attraverso un esame salivare (più preciso e meno invasivo rispetto all’esame su sangue) in cui vengono effettuate 4 misurazioni (alle 8, 13, 17 e 23); con l’esito del test, è possibile intervenire sia con integratori che con l’alimentazione per rimodularlo correttamente.
Dott. Alessio Tostato – Dott.ssa Anna Di Dio