Dieta chetogenica: terapia nutrizionale efficace spesso screditata

Spesso si sente parlare di diete in grado di dare mirabolanti risultati dimagranti, senza considerare che spesso possono essere pericolose, oppure ingiustamente screditate, perché, come tutte le diete, non vanno bene per tutti.

In questo articolo parliamo di dieta chetogenica cercando di spiegare che cosa è e perché può essere un’arma molto utile contro il sovrappeso.

E non solo.

Cos’è la dieta chetogenica

Si definisce chetogenico, o chetogeno, un regime dietetico in grado di indurre e mantenere uno stato temporaneo di chetosi, cioè una condizione metabolica in cui vengono utilizzati corpi chetonici come fonte energetica durante il periodo in cui si segue la dieta.

I corpi chetonici sono tre composti denominati acetone, acetoacetato e beta-idrossibutirrato, normalmente presenti nel sangue in quantità trascurabile.

La condizione necessaria perché questa produzione di corpi chetonici aumenti è il digiuno oppure la stimolazione attraverso una condizione dietetica di restrizione totale, o quasi, dei carboidrati, mimando di fatto il digiuno.

Sfatiamo alcuni miti sulla dieta chetogenica

L’idea comune è che l’assunzione di tanti grassi faccia ingrassare.

La dieta chetogenica si basa su un apporto molto ridotto di carboidrati ed un apporto di grassi più o meno maggiore, a seconda che la dieta abbia finalità dimagranti, basso apporto, oppure curative, alto contenuto, per alcune patologie neurologiche.

Tenendo sotto controllo l’assunzione di calorie si può ottenere il dimagrimento, il mantenimento del peso oppure ingrassare.

Quindi l’assunzione di grassi non fa necessariamente solo ingrassare.

Altra idea piuttosto diffusa è che i corpi chetonici acidificano il sangue portando al coma.

Questa condizione è vera quando la concentrazione diventa patologica, ovvero >25 mmol/L in caso di chetoacidosi diabetica, mentre una chetosi controllata, 7-8 mmol/L, viene gestita egregiamente dal nostro organismo.

Ricordiamoci che durante un digiuno molto prolungato si muore per esaurimento delle riserve energetiche, non per chetoacidosi.

La dieta chetogenica è iperproteica: altro mito da sfatare

Altra idea comune è pensare che la dieta chetogenica sia iperproteica e affatichi i reni.

Non è così.

Il quantitativo proteico è pressoché identico a quello di una qualunque dieta normale bilanciata, pertanto i reni non si affaticano.

Una dieta chetogenica personalizzata non è iperproteica.

Di conseguenza all’errata idea che la dieta chetogenica sia iperproteica si pensa che questa provochi acidificazione ed erosione ossea.

Ma non è così.

Innanzitutto perché, ribadiamolo, la dieta chetogenica non è iperproteica, ma se anche lo fosse, per esempio in caso di alcuni regimi come la dieta Dukan o la dieta Scarsdale, l’erosione ossea non si verifica.

Questo perchè l’aumento di calcio eliminato dalle urine è in bilancio con l’aumento dell’assorbimento intestinale dello stesso.

I benefici della dieta chetogenica

La dieta chetogenica non è impiegata solo per raggiungere un dimagrimento, ma è utile per affrontare e risolvere diverse problematiche quali:

  • Obesità, sindrome metabolica ed ipercolesterolemia: dato che il nutriente essenziale in condizioni di dieta chetogenica sono i lipidi, essi vengono anche ossidati in quantità rilevante dando degli ottimi risultati in termini di dimagrimento.

Molte diete famose si basano sulla chetosi (Atkins, Dukan, Scarsdale, ecc…) ma occorre prestare moltissima attenzione agli apporti dei nutrienti, sia per evitare il fenomeno della perdita di massa magra muscolare, sia per ottenere una chetosi stabile e forte nel tempo.

Evitare il fai da te è essenziale.

Non si dimagrisce perdendo peso in bilancia ma riducendo la massa grassa e mantenendo o aumentando la massa magra!

  • Diabete di tipo II: data la forte restrizione di carboidrati il quantitativo di insulina è molto esiguo.

Una dieta chetogenica, inoltre, è in grado di migliorare la sensibilità insulinica di soggetti insulino-resistenti.

  • Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS): aiuta nel regolarizzare il ciclo mestruale e migliora la sensibilità insulinica.
  • Malattie neurodegenerative (Parkinson e Alzheimer): la dieta chetogenica potrebbe essere di aiuto per contrastare la progressione della malattia.

A volte, però, è difficile prescriverla a causa dell’età dei pazienti e di ulteriori condizioni patologiche che non ne permettono la messa in pratica.

  • Epilessia farmaco-resistente, cefalea a grappolo e altri disturbi neurologici: studi clinici al riguardo dimostrano la sua efficacia nel contrastare le crisi epilettiche.

In questo caso la dieta chetogenica serve da terapia contro i sintomi, per cui il quantitativo dei carboidrati deve essere praticamente nullo.

  • Deficit del trasportatore di glucosio GLUT1: attualmente la dieta chetogenica è la terapia di elezione per questo tipo di patologia.
  • Tumori: poiché i tumori si nutrono di carboidrati raffinati e zuccheri semplici in primis la dieta chetogenica trova campo di utilizzo anche in alcune patologie neoplastiche.

Quando la dieta chetogenica non è indicata

Ci sono alcuni casi in cui la dieta chetogenica, data la sua particolarità, non deve essere seguite, per esempio:

  • Quando non vogliamo essere seguiti da un professionista: la dieta chetogenica non è una dieta normale, ma una dietoterapia che deve essere fatta sotto controllo del nutrizionista, medico o dietista.
  • In concomitanza di alcune patologie come diabete di tipo 1 oppure diabete di tipo 2 in trattamento insulinico, insufficienza renale ed epatica, infarto, alcolismo e problemi mentali.
  • Durante un esercizio fisicoprotratto e molto intenso oppure per l’aumento della massa muscolare: il nutriente essenziale dello sportivo sono i carboidrati, quindi la dieta chetogenica può essere utilizzata in determinati cicli di allenamento per migliorare la propria forma fisica e la performance

Non rappresenta, però, proprio per i presupposti di cui abbiamo parlato, la dieta adatta a chi vuole fare sviluppo muscolare se non inserita nel contesto di un corretto allenamento e di un corretto esercizio fisico dedicato.

  • In caso di patologie particolari: occorre sempre il parere del medico per attuare un protocollo chetogenico in patologie che ancora non presentano una sufficiente base scientifica a supporto.

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Dott. RIccardo Frontani -Biologo Nutrizionista ad Arezzo e Firenze

 

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