La valutazione della postura attraverso l’analisi posturale è senza dubbio il miglior punto di partenza per individuare gli squilibri corporei da cui hanno origine un’innumerevole serie di disturbi.
Cosa si intende per postura
Florence Peterson Kendall, nota terapista fisica americana, sosteneva
che “Una buona postura è uno stato
di equilibrio muscolare e scheletrico
che protegge le strutture portanti
del nostro corpo da una lesione o da
una deformità progressiva, malgrado
la posizione in cui queste strutture
lavorano”.
La postura dell’uomo, intesa come migliore
disposizione del corpo nello spazio, cioè massima stabilità e minima spesa
energetica nello svolgimento delle attività prestazionali, è garantita sia da meccanismi posturali anticipatori (o a
feed-forward), che da correzioni rapide
(a feed-back), prevede inoltre, la partecipazione di centri sovraspinali e
corticali.
Come avviene l’analisi posturale
L’analisi posturale permette al terapeuta di valutare visivamente il paziente al fine di stabilire la sua posizione rispetto ad una posizione ideale. Di fondamentale importanza sarà l’anamnesi, che ci aiuterà ad intravedere l’inizio di una diagnosi.
E’ ovvio che la diagnosi non sarà mirata esclusivamente alla sintomatologia attuale del paziente, ma verranno poste domande specifiche.
La posizione ideale va verificata sui tre piani dello spazio, ovvero: frontale, sagittale, orizzontale. Nel primo tempo l’esame sarà statico, poi dinamico.
Analisi dei recettori e test neuro-posturali
Si passerà ad un’analisi dei recettori principali, quali il recettore podalico, visivo, vestibolare, stomatognatico per poi passare a dei test neuro-posturali, quali il test di Romberg, il test di Fukuda, il test di De Cyon o il test dei rotatori (secondo Bernard Autet). L’esame dei recettori è un momento importante della visita posturale, ma non bisogna basarsi sul presupposto che un recettore disfunzionale debba obbligatoriamente provocare una problematica posturale. Lo stesso principio vale durante i test neuro-posturali. Un recettore disturbato non sempre va corretto, in quanto potrebbe essere che sia stato adattato dal sistema posturale e trattarlo vorrebbe dire scompensare altri distretti del sistema posturale.
La pedana stabilometrica e baropodometrica
Oltre
alla valutazione clinica-posturologica
classica, il professionista si può avvalere di elementi strumentali come la pedana stabilometrica e baropodometrica.
La Stabilometria
è un esame che permette di valutare e misurare
l’equilibrio attraverso una pedana computerizzata che risponde a precise norme internazionali di
costruzione, sensibilità e taratura. L’esame
stabilometrico viene utilizzato per lo studio della postura del soggetto,
valutando la distribuzione delle forze
verticali sul piano di appoggio e misurando la stabilità del soggetto mediante la precisione del controllo
posturale e l’energia utilizzata.
L’esame baropodometricoè utile per studiare le
pressioni che esercita il piede durante la camminata.
Si tratta di un esame piuttosto semplice e per
nulla invasivo, che viene svolto in assenza di radiazioni o campi
magnetici. In questo modo, è possibile studiare la posizione che il piede assume quando viene
appoggiato sul terreno, in totale sicurezza. Per farlo, è sufficiente camminare
su una particolare pedana, dotata di
sensori che rilevano la posizione del piede e
analizza i diversi punti di carico. L’esame può essere svolto sia in forma statica che in modalità dinamica.
La collaborazione multidisciplinare è alla base di tutto
Fondamentale sarà la collaborazione dei vari professionisti quali il laureato in scienze motorie, il podologo, il fisioterapista, l’ortodontista, l’optometrista, l’ortopedico, l’osteopata, l’otorino e altre figure specifiche, a seconda dei casi.
Bisogna rendersi conto che ogni paziente ha una propria storia e in posturologia non può esistere un protocollo standard da adattare a tutti.
La comunicazione è alla base del lavoro di squadra e l’approccio deve essere trans-disciplinare.
La visione del paziente deve essere globale, ma individuale e adattata al soggetto.
Analisi posturale nello sportivo
Anche in campo sportivo l’analisi posturale ha un ruolo di primo piano. L’importanza ormai acclarata di deficit della postura nei traumi ricorrenti degli sportivi ha imposto sempre una maggiore attenzione sull’argomento al medico dello sport. Ciò avviene in alcune patologie come ernie discali o problemi articolari, ma anche nell’ottimizzazione del gesto atletico.
Conclusioni
Come possiamo ben intuire, l’analisi posturale si dimostra un ottimo punto di riferimento per molte figure che orbitano intorno a quella che oggi è diventata una branca trasversale della medicina moderna.
Grazie all’analisi posturale, è possibile, mediante un coordinato lavoro di équipe, stilare un protocollo di rieducazione posturale individuale. Esso è in grado di migliorare in modo significativo un gran numero di patologie quali cervicalgie, vertigini, disturbi a livello dell’ATM, dorsalgie, lombosciatalgie.
Per tale ragione, l’analisi deve essere svolta da professionisti specializzati, disposti ad accettare un lavoro di équipe con le altre figure professionali, al fine di ottenere il risultato primario, ovvero il ripristino della condizione di salute del paziente.