Scoliosi idiopatica nell’adolescente: descrizione

La colonna vertebrale o “rachide” è costituita da una sequenza di ossa, chiamate vertebre, separate una dall’altra da dei dischi. Sul piano frontale, cioè quando osservata in direzione antero-posteriore, la colonna normalmente dovrebbe essere dritta.

La scoliosi è una deviazione della colonna verso destra o sinistra sul piano frontale. Questa deviazione può essere quantificata radiograficamente in valore angolare. Si definisce scoliosi una curva maggiore di 10°.

La scoliosi è più comunemente presente nella parte toracica e lombare della colonna, spesso interessando entrambe queste aree. Più raramente può interessare il tratto cervicale.

Tipologie di scoliosi

La scoliosi può essere dovuta a diverse patologie sottostanti, ma la tipologia più comune è quella idiopatica, che vuol dire “senza causa conosciuta”. La scoliosi idiopatica si distingue in base all’età di esordio in:

– infantile: età 0-3 anni

– pediatrica: età 4-9 anni

– adolescenziale: età 10-18 anni

Tra tutti i tipi di scoliosi, quella più frequente in assoluto è la scoliosi idiopatica dell’adolescente che è presente in circa il 3% dei bambini/ragazzi tra i 10 e 18 anni, risultando più frequente nelle femmine rispetto ai maschi.

Di seguito viene descritta proprio la scoliosi idiopatica dell’adolescente.

Segni clinici

I seguenti segni, singolarmente o in associazione, possono essere espressione di scoliosi:

  • una spalla più alta dell’altra,
  • una scapola più prominente dell’altra,
  • un gluteo più alto dell’alto,
  • asimmetria dei fianchi,
  • sbandamento laterale del tronco,
  • adattamento asimmetrico dei vestiti alla flessione del tronco,
  • un lato della colonna più prominente dell’altro.

Queste asimmetrie appaiono perché  la scoliosi è una deformità tri-dimensionale. La colonna, oltre che deviare lateralmente, si torce con le vertebre che ruotano una rispetto all’altra. La rotazione vertebrale trascina anche le coste causando la salienza della gabbia toracica; tale salienza si definisce gibbo. La sede e l’entità di rotazione dipendono dal tipo di curva e dalle caratteristiche fisiche di ogni soggetto.

La visita specialistica

Il medico specialista raccoglie la storia clinica del paziente, valuta la familiarità per scoliosi, prende in considerazione l’accrescimento corporeo, esegue un esame clinico, valuta le radiografie della colonna o le prescrive in caso di necessità, spiega al paziente e alla famiglia il quadro, risponde a domande e dubbi sulla patologia e decide il programma terapeutico. Infine, segue il paziente nel tempo in maniera periodica fino al completamento della maturità scheletrica.

Interpretazione radiografica

La scoliosi viene definita in base al tratto della colonna dove compare: toracico prossimale, toracico distale o lombare. La scoliosi può interessare ciascuna o più di una di queste tre aree e quindi si parla di curva singola, doppia o tripla. La scoliosi si misura in gradi come un angolo, che prende il nome di angolo di Cobb, definito dalle vertebre più inclinate della curva stessa.

L’evolutività della scoliosi

Non è sempre possibile prevedere se una scoliosi è destinata a peggiorare o meno, anche se ci sono alcuni fattori che aumentano il rischio di progressione. Il periodo di maggior rischio per l’aggravamento di una scoliosi è il picco di crescita adolescenziale. Gli indicatori principali di progressione sono l’entità della curva, la precocità d’esordio e il potenziale di crescita. Generalmente, più è giovane il paziente, più è immaturo lo scheletro e più è severa la curva al momento della diagnosi, maggiore sarà il potenziale di evoluzione della scoliosi.

Come si può determinare il potenziale di crescita?

Il potenziale di crescita si valuta prendendo in considerazione un insieme di parametri biologici e radiografici. Un incremento progressivo dell’altezza corporea a distanza di 4-6 mesi indica un alto potenziale di crescita. Al contrario, il rallentamento o l’arresto dell’altezza corporea indica un basso potenziale di crescita. Si prende inoltre in considerazione il momento di comparsa dei primi segni di pubertà che rappresenta un periodo di alto potenziale di crescita. In aggiunta, si valuta anche un parametro radiografico detto segno di Risser.

Il segno di Risser

Rappresenta il processo di ossificazione della cartilagine di accrescimento delle creste iliache. La cresta iliaca è ricoperta da un “arco” di tessuto cartilagineo che va incontro ad ossificazione (da cartilagine diventa osso). Questo processo avviene durante la pubertà ed è visibile nelle RX. Quando lo scheletro inizia a diventare maturo, l’ossificazione comincia ad apparire sul bordo esterno della cresta iliaca (Risser 1) e durante l’età adolescenziale cresce fino a coprire l’intera cresta iliaca ed a fondersi con essa (Risser 5). I vari stadi di ossificazione vengono classificati da 0 a 5, dove zero rappresenta la fase di assenza dell’arco cartilagineo e 5 significa il raggiungimento della maturità scheletrica.

In un successivo articolo saranno affrontati i principali trattamenti per risolvere la scoliosi idiopatica dell’adolescente.

Alessia Almasio

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