Parodontite, silente e demolitiva

La Parodontologia è la sottobranca dell’Odontoiatria specializzata nel trattamento del parodonto e delle patologie a esso correlate. Il parodonto, l’insieme di gengive, osso, legamenti e radice, ricopre un ruolo fondamentale nel mantenere il dente stabile all’interno del suo alveolo dentale.

Il parodonto può diminuire la sua stabilità in presenza di malattie metaboliche, in seguito a ingestione di farmaci, per malattie congenite trasferite geneticamente oppure, nella maggioranza dei casi, per due cattive abitudini: la trascuratezza nell’igiene dentale, cioè il non rispetto del numero di lavaggi da eseguire nella giornata, normalmente 2/3, e l’accuratezza approssimativa con qui viene eseguita l’igiene.

Anche lavare troppo spesso i denti, per di più magari con un movimento sbagliato tipo “seghetto”, può alla lunga danneggiare il colletto gengivale, che è quella linea di demarcazione tra smalto del dente e cemento della radice, e condurre come conseguenza alla erosione/scopertura dei colletti gengivali.

La malattia più frequente del parodonto, dovuta all’infiammazione, è la Parodontite, quella che un tempo veniva chiamata comunemente “Piorrea”.

L’infiammazione in questione viene preceduta dal venir meno della naturale barriera del “colletto gengivale”, che rappresenta la contiguità tra gengiva e dente, agli agenti patogeni (batteri, virus, eccetera). Una volta distrutti i legamenti della gengiva aderente al colletto, si da il via all’invasione batterica che porta poi alla distruzione dell’osso e dei legamenti parodontali che lo legano alla radice, generando la “tasca parodontale”.

Se non si corre ai ripari subito, l’infiammazione diventa cronica e crea uno spazio anomalo tra la gengiva e la radice, il “granuloma parodontale”. Diminuendo la superficie di fissaggio, il granuloma porterà nel tempo a un aumento della mobilità dei denti e, se non curato tempestivamente, l’evoluzione inevitabile sarà la perdita dei denti coinvolti.

Una volta che la parodontite si è innescata è però evidente come correre ai ripari con un’azione di prevenzione non sia più sufficiente.

L’azione di questa infiammazione è infatti silente e demolitiva e, una volta instauratosi il granuloma, questo deve essere rimosso con un piccolo intervento non invasivo detto “Courettage” (o levigatura a cielo chiuso). Gli strumenti che si usano si chiamano “Courette” e consentono di entrare nel solco gengivale rimuovendo sia il tartaro sia il granuloma stesso. Nel caso di parodontite oltre i 5 millimetri di profondità, il courettage viene eseguito a cielo aperto, cioè praticando un’apertura con un lembo gengivale, potendo così osservare meglio il grado, la forma e l’importanza della lesione.

Nei casi in cui risulti possibile, si procede a una Rigenerazione Ossea Guidata (GBR) attraverso un innesto osseo protetto da una membrana riassorbibile che lo ricopre, mantenendolo in posizione. Il risultato finale sarà visibile dopo circa sei mesi, quando si sarà riformato l’osso perduto a seguito della parodontite. Come spiegato nel precedente articolo, la prevenzione, sottoforma di corretta igiene domiciliare e programmata igiene professionale (ogni 6 mesi) che elimini il tartaro, è fondamentale per mantenere lo stato di igiene delle gengive il più sano possibile.

Alessia Almasio

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