Le ultime novità nell’ambito delle malattie cardiovascolari giungono dal più importante convegno scientifico mondiale appena tenutosi a San Diego negli Stati Uniti, il Transcatheter Cardiovascular Therapeutics (TCT).
Partecipare a questo meeting rappresenta l’espressione più alta dell’aggiornamento scientifico nelle tecniche endovascolari (ossia mininvasive) di trattamento di patologie quali infarto, angina, scompenso e malattie valvolari.
Sempre più attenzione a ridurre l’invasività degli interventi e a minimizzare i rischi di effetti collaterali
Gli elementi più significativi emersi dal convegno sono riassunti di seguito:
- Possibilità di trattare efficacemente e precocemente pazienti con scompenso cardiaco ed insufficienza della valvola mitrale mediante un sistema miniaturizzato che permette di applicare un “punto di sutura” tra i due foglietti della valvola. Si riduce cosi la sua insufficienza e quindi la mortalità, i ricoveri per scompenso, ma anche la mancanza di respiro per piccoli sforzi. Tutto questo è possibile senza aprire il torace del paziente, ma praticando un piccolo foro nella vena femorale (posta a livello dell’inguine) e risalendo sino al cuore, addormentando il paziente. I tempi di recupero sono molto rapidi.
- I dati di sicurezza degli stent medicati di ultima generazione sono sempre più confortanti, indicando una bassissima probabilità di trombosi (re-occlusione acuta) e restenosi (re-occlusione cronica) di questi dispositivi che vengono applicati delle arterie del cuore per curare l’angina e l’infarto.
- L’impiego di tecniche specifiche e materiali dedicati nel trattamento di pazienti affetti da problemi di infarto e angina, che sono definiti altamente complessi per la concomitante presenza di gravi malattie (CHIP), necessitano di un trattamento specifico. Sono stati infatti istituiti dei laboratori di simulazione per meglio approcciare e curare questi pazienti complessi.
- Interessanti trattamenti sperimentali per la insufficienza della valvola tricuspide stanno emergendo perché questa malattia, quando diventa grave, viene spesso non trattata per gli elevati rischi operatori, ma, quando lasciata al suo destino, ha come conseguenza una pessima qualità di vita ed una mortalità molto elevata. Anche qui l’impiego di tecniche percutanee di riparazione sembra inizi a dare risultati promettenti.
- Una nuova metodica diagnostica sarà presto disponibile in molti ospedali. Si tratta della FFRct, ossia la valutazione del flusso delle arterie coronarie mediante indagine TAC. Questa metodica se correttamente eseguita permette non solo di osservare se ci sono restringimenti nelle arterie coronarie senza effettuare test invasivi, ma fornisce anche un dato funzionale, ossia valuta se il flusso nell’arteria è ridotto o meno. Queste informazioni sono utilissime per chi non può eseguire i tradizionali test da sforzo o chiarifica la gravità di un restringimento di entità intermedia definendo se è o meno da operare. Questo sofisticato esame sarà anche molto utile in caso di malattie molto estese per stabilire quali e quanti segmenti debbano essere riparati subito e per quali non sia necessario, riducendo notevolmente l’entità dell’intervento.
- Infine, è stato trasmesso un caso “live” di un intervento di angioplastica coronarica condotto quasi interamente da un robot comandato dal cardiologo senza che questo fosse direttamente a contatto in il paziente.
Tale prospettiva fornisce interessanti prospettive future nel ridurre notevolmente le radiazioni del personale medico che risulta la categoria umana maggiormente esposta alle radiazioni per scopi medici.
Conclusione
Sicuramente nell’ambito delle malattie cardiovascolari la ricerca scientifica dimostra di avere ancora grandissime aspettative e i prossimi anni saranno caratterizzati dall’attuazione nella pratica clinica di molte delle novità viste al convegno di San Diego.