Malocclusioni maxillo-facciali

La malocclusione è la discrepanza dall’occlusione ideale, quando i denti sono in una posizione che si discosta dal modo corretto di contattare tra loro.

Malocclusioni dentarie e malocclusioni ossee

Le malocclusioni dentarie riguardano il solo modo di contattare dei denti; nelle malocclusioni basali o ossee la discrepanza tra le arcate dentarie è dovuta ad una alterata crescita del mascellare superiore e/o della mandibola e spesso si accompagnano ad alterate proporzioni o asimmetrie del viso con implicazioni funzionali ed estetiche

La malocclusione non diagnosticata o non trattata esita in seri problemi con compromissione degli elementi dentari che, data la posizione anomala ed gli alterati contatti, vanno precocemente incontro ad usura e fratture.

I disordini temporo-mandibolari

Anche le articolazioni della mandibola con il cranio (c.d. articolazioni temporo-mandibolari– ATM) possono sviluppare problemi più precocemente, seppure la ortodonzia e la chirurgia ortognatica non rappresentino la terapia elettiva dei disordini temporo-mandibolari.

Se trattata durante lo sviluppo delle ossa facciali, la sola ortodonzia sfrutta la plasticità del processo di crescita delle ossa del volto per ottenere un risultato più stabile nel tempo.

Quando trattata in età adulta presenta invece caratteristiche molto differenti: per questo le malocclusioni dentarie sono trattate con apparecchi dall’Ortodontista, il dentista specialista nel ripristinare la corretta posizione dei denti nella bocca, mentre le malocclusioni ossee o basali, richiedono un trattamento combinato e con l’Ortodontista interviene anche il Chirurgo Maxillo-facciale.

La diagnosi

La diagnosi avviene mediante esami strumentali (raggi X eseguiti in differenti posizioni ed esecuzione di TAC) a completamento della visita, visualizzando in tre dimensioni l’intero massiccio facciale perché la programmazione di ogni intervento chirurgico deve prevedere la futura posizione dei denti ed ossa.

Possibilità correttive

La terapia delle malocclusioni è chirurgica, quando la discrepanza tra le arcate dentarie è eccessiva o sussistano difetti della posizione o della crescita dei mascellare e/o della mandibola. Ortodonzia e Chirurgia che possono essere eseguite contemporaneamente oppure pianificate in modo sequenziale.

Gli interventi sono finalizzati a riposizionare l’osso su cui sono inseriti i denti: la chirurgia dento-alveolare sfrutta le capacità plastiche dell’osso che viene inciso (Corticotomia) al fine di adattarsi alla nuova posizione dei denti, mentre la chirurgia ortognatica prevede il riposizionamento delle arcate dentarie intere che vengono separate (Osteotomia) dal resto della struttura ossea, riposizionate e fissate mediante placche e viti.

Gli interventi di chirurgia dento-alveolare sono eseguiti durante il trattamento ortodontico, in regime ambulatoriale ed in anestesia locale.

Gli interventi chirurgici maggiori sono eseguiti dopo un periodo di ortodonzia preparatoria e seguiti da un periodo di ortodonzia di rifinitura del risultato chirurgico, sempre in anestesia totale in sala operatoria.

La corticotomia dento-alveolare consente di trattare ambulatorialmente un significativo numero di malocclusioni, ma non risulta sufficiente quando la discrepanza delle arcate dentarie ed il loro contatto anomalo richiedano interventi di correzione ortognatica maggiore in sala operatoria.

Interventi chirurgici dento-alveolari

Questo tipo di chirurgia prevede di esercitare sull’osso, attraverso la sua incisione (Corticotomia ortodontica) in punti stabiliti, lo stimolo ad alterare la sua compattezza: l’intervento chirurgico, sempre ambulatoriale ed in anestesia locale, consente di poter applicare le forze ortodontiche per correggere la malocclusione, potendo contare su un osso capace di modificarsi anatomicamente.

L’osso alveolare, quello che supporta i denti, diviene quindi più morbido ed adattabile dopo l’intervento, consentendo movimenti dentari più ampi ed rapidi.

Il venire meno di questa reazione biologica ripristina le condizioni di compattezza e la performance biomeccanica, garantendo la stabilità del risultato dell’ortodonzia.

Gli interventi chirurgici dento-alveolari consentono di trattare malocclusioni dentarie più rapidamente rispetto al solo trattamento ortodontico, e malocclusioni ossee, ma con discrepanze non cosi significative da richiedere il riposizionamento chirurgico mediante interventi maggiori, o casi pazienti che non intendono affrontare la sala operatoria ed il ricovero.

Questa chirurgia è eseguibile sul mascellare superiore e sulla mandibola, consentendo di evitare la sala operatoria pur essendo portatori di malocclusioni chirurgiche.

Interventi chirurgici ortognatici

Per la correzione di malocclusioni gravi, accompagnate da gravi alterazioni funzionali e dell’estetica del volto, si procede con interventi chirurgici ortognatici.

Vengono eseguiti dei tagli (osteotomie) attraverso l’intero spessore dell’osso che separano l’arcata dentaria, consentendo di porla nella posizione programmata rispetto all’occlusione desiderata.

Sono interventi chirurgici eseguiti in sala operatoria sotto anestesia totale, che prevedono una degenza post-operatoria.

  • Ostetomia mascellare (di LeFort) per correggere le anomalie del mascellare superiore, avanzandolo, abbassandolo, ruotatolo o espandendolo;
  • Ostetomia mandibolare (di Obwegeser) per la correzione della lunghezza e della rotazione della mandibola;
  • Intervento combinato bimascellare che correggere la posizione di entrambi i mascellari, combinando le due ostetotomie riposizionando entrambe le arcate in una nuova condizione tridimensionale.

In caso si significative alterazioni delle proporzioni del viso, il disagio e la limitata interazione sociale del soggetto maloccluso rappresentano un significativo fattore motivante.

Alessia Almasio

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