Prof. Dr. Rando, cosa si intende per idrocele?
L’idrocele è una raccolta di siero tra le due membrane che avvolgono i testicoli, la membrana parietale e la membrana vaginale.
Il siero è il prodotto della trasudazione dalla rete vascolare e/o della secrezione delle due membrane: un lieve velo di tale liquido deve essere presente poiché ha uno scopo protettivo per i testicoli e consente loro di muoversi nello scroto.
Il siero può aumentare di volume formando così una raccolta trasparente intorno ai testicoli e/o estesa al funicolo spermatico.
Quali sono le cause e i sintomi?
Esiste un idrocele primario o congenito, derivato dalla mancata occlusione del canale inguinale, cosicché il fluido peritoneale scende nello scroto, ed è tipico dell’età neonatale: in generale si riassorbe con la chiusura del canale, salvo non sussistano altre ragioni quali, per esempio un’ernia.
Esiste un idrocele secondario, generato da ragioni diverse e talvolta concorrenti, quali uno stato infiammatorio locale connesso o meno ad infezioni o tumori, un rallentamento del flusso vascolare, ad esempio prodotto dal varicocele, una congestione infiammatoria pelvico-prostatica, uno squilibrio metabolico-ossidativo, un’ernia inguinale di vario grado, traumi ripetuti allo scroto.
Nella stragrande maggioranza dei casi l’idrocele non produce sintomi a meno che non diventi abbastanza voluminoso da dare senso di peso o visibile rigonfiamento dello scroto.
I sintomi caratterizzati da dolore e calore derivano dalle ragioni che lo producono.
Un idrocele mette in sofferenza i testicoli sia in ragione della compressione sia e soprattutto in ragione del mantenimento di uno stato iperossidativo che danneggia la produzione spermatica, per cui è sempre bene fare attenzione alla qualità dello sperma ed al suo stato ossido-riducente (s-ORP).
L’aumento di volume può essere molto lento o molto rapido e ciò dipende dalle ragioni alla base della sua costituzione.
In ogni caso l’aumento del volume è sempre indice dell’aggravamento della ragione che lo ha prodotto e/o della associazione a una differente ragione.
Colpisce un’età in particolare?
La forma primaria riguarda l’età neonatale e può manifestarsi con una accentuazione nella prima infanzia.
La forma secondaria può riguardare qualunque età, anche se tende ad essere più frequente dopo la pubertà, ovvero quando le componenti genitali si sviluppano ed entrano in funzione a pieno regime. In particolare, per le forme con origine metabolico-ossidativa è più facile che si sviluppi dopo i 30-40 anni quando gli squilibri del metabolismo sono più frequenti o divengono più importanti in ragione del loro progressivo peggioramento, se non vengono corretti.
E’ possibile prevenirlo o vi è una predisposizione congenita?
La prevenzione della forma primaria è impossibile per ovvie ragioni.
La prevenzione della forma secondaria è possibile ove si valutino con cura e precocemente le alterazioni citate e si correggano.
Nelle forme secondarie più modeste, la soluzione stabile delle ragioni può dare luogo al suo completo riassorbimento; ovviamente, la ricomparsa di una o più delle ragioni citate può dare luogo alla ricostituzione dell’idrocele.
Come si effettua la diagnosi?
La diagnosi si effettua con la trasnilluminazione, ovvero ponendo una fonte di luce dietro lo scroto e osservandolo al buio: lo scroto di un lato o di entrambi i lati si illumina in presenza del siero tanto più quanto maggiore è il suo volume.
La migliore definizione la si ottiene con l’ecografia scrotale che consente di valutare con cura i rapporti con il testicolo e le dimensioni dell’idrocele, nonché di valutare la eventuale presenza di parte delle cause citate (varicocele, tumori, infiammazioni).
La terapia è solo chirurgica?
Quando non ci siano reali possibilità di riassorbimento, la sola soluzione attuabile è quella chirurgica.
La tecnica operatoria consiste nella apertura dello scroto e nella resezione della membrana vaginale con il ribaltamento e la fissazione dei suoi bordi che devono essere ridotti al minimo.
La sola eversione, cioè l’apertura ed il ribaltamento con la fissazione, tende a dare luogo ad un nuovo idrocele nella parte prossimale (alta, vicino al canale inguinale).