Dossier Salute

Paracetamolo e autismo in gravidanza: cosa dice la scienza (e perché non cambiano le regole)

Paracetamolo e autismo in gravidanza

Nelle ultime ore il dibattito pubblico si è acceso dopo le affermazioni del presidente USA Donald Trump, secondo cui l’uso di paracetamolo (commercialmente noto come Tylenol negli Stati Uniti) in gravidanza sarebbe collegato ad un aumento del rischio di autismo nei bambini. Il messaggio ha fatto rapidamente il giro del mondo, generando allarme tra molte future mamme. In Italia e in Europa sono arrivate risposte immediate dai regolatori e dalla comunità scientifica, che hanno ribadito l’assenza di prove di causalità e la validità delle raccomandazioni d’uso già in vigore.

Per capire cosa c’è di fondato e cosa no, è utile mettere in fila i fatti, ascoltare le voci degli enti regolatori (come EMA e AIFA) e degli esperti, e tradurre tutto in indicazioni pratiche e comprensibili per chi, oggi, deve gestire febbre o dolore durante la gestazione.

Cosa ha detto Trump e perché ha creato confusione

Nella sua comunicazione, Trump ha suggerito un collegamento tra Tylenol in gravidanza e disturbi dello spettro autistico, invocando prudenza e possibili avvertenze sulle confezioni per le donne incinte. L’eco mediatica è stata enorme: testate internazionali e italiane hanno rilanciato e contestualizzato le dichiarazioni, sottolineando che si tratta di un’ipotesi non supportata da evidenze conclusive e già ampiamente valutata dal mondo scientifico.

Cosa dice la scienza oggi: correlazione non è causalità

Alcuni studi osservazionali hanno in passato ipotizzato un’associazione tra l’esposizione prenatale al paracetamolo e un maggior rischio di diagnosi di autismo o altri disturbi del neurosviluppo. È fondamentale però capire che:

  • Gli studi osservazionali, per loro natura, individuano correlazioni, non rapporti di causa-effetto.
  • Le condizioni che portano ad assumere il farmaco (es. febbre materna, dolore, infezioni) possono essere fattori confondenti: cioè, variabili che spiegano (in tutto o in parte) l’associazione, senza che il farmaco sia la causa degli esiti osservati.
  • Le metanalisi e gli studi su grandi popolazioni non hanno dimostrato un nesso causale. Lo ribadiscono più fonti indipendenti, incluse comunicazioni recenti di OMS e EMA, rilanciate da agenzie di stampa internazionali (es. Reuters).

In particolare, un filone di ricerca svedese su grandi coorti (milioni di gravidanze) non ha trovato prove di causalità tra uso di paracetamolo in gravidanza e autismo; eventuali associazioni risultano inconsistenti e spiegabili da condizioni sottostanti. Questo punto è stato rimarcato anche nelle ricostruzioni di testate internazionali e nazionali.

Le posizioni ufficiali: EMA e AIFA rassicurano (con buon senso clinico)

Il riferimento per chi vive in Europa è la posizione dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), aggiornata con una nota chiarissima: “Quando necessario, il paracetamolo può essere usato in gravidanza; come per qualsiasi terapia acuta, va impiegato alla dose efficace più bassa, per il più breve tempo possibile, con la minore frequenza compatibile con l’efficacia” (comunicato EMA).

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha allineato e rilanciato la posizione: “I dati disponibili non evidenziano associazioni con un aumento del rischio di autismo, né con malformazioni” e non ci sono motivi per modificare le raccomandazioni d’uso in gravidanza (pagina AIFA e comunicato PDF).

Sulla stessa linea, ANSA ha sintetizzato la reazione europea: “In Europa non cambia nulla” e ha raccolto l’analisi del farmacologo Silvio Garattini, che richiama i “dati importanti” di grandi studi che escludono un nesso causale tra paracetamolo in gravidanza e autismo (ANSA – posizione EMA/AIFA; ANSA – dichiarazioni di Garattini).

Perché è rischioso demonizzare un farmaco sicuro (se usato correttamente)

Il paracetamolo è l’antipiretico e analgesico di prima scelta in gravidanza per trattare febbre e dolore quando clinicamente necessario. Indicare a prescindere di “non usarlo” può avere effetti controproducenti:

  • Febbre non trattata nelle prime fasi della gravidanza è associata a esiti avversi (ad esempio, aumento del rischio di alcune malformazioni o complicanze). Un antipiretico indicato è spesso parte della gestione appropriata.
  • Alternative come ibuprofene o aspirina hanno controindicazioni in diversi periodi della gestazione e possono comportare rischi noti per il feto. Anche su questo fronte, più testate specialistiche hanno ribadito che il profilo rischio/beneficio del paracetamolo resta favorevole (AboutPharma).

In altre parole: il messaggio responsabile e basato sull’evidenza non è “usate o non usate il farmaco a prescindere”, ma parlate con il vostro medico, e quando serve usate il paracetamolo correttamente: dose minima efficace, per il tempo più breve possibile, e senza abusi.

Le parole degli esperti: cosa dice chi studia il tema

Diversi scienziati e clinici hanno reagito sottolineando l’assenza di prove di causalità e i limiti metodologici degli studi citati nel dibattito pubblico. Tra le voci più autorevoli in Italia, il prof. Silvio Garattini ha ricordato che i grandi studi “escludono il nesso”, in particolare analisi su coorti di milioni di gravidanze che non hanno riscontrato evidenze di un collegamento causale tra paracetamolo e autismo (ANSA – Garattini).

A livello internazionale, l’OMS ha ribadito che non esiste un’associazione consistente e che non ci sono elementi per cambiare le raccomandazioni d’uso (Reuters – OMS). Lo stesso quadro emerge da EMA (posizione ufficiale) e dalle note dell’AIFA (pagina, PDF).

Gravidanza, febbre e dolore: indicazioni pratiche per le pazienti

Quando ha senso assumere paracetamolo

  • Febbre ≥38-38,5 °C: nelle prime fasi della gravidanza, trattare la febbre può essere importante. Il paracetamolo è l’antipiretico di riferimento; usatelo solo se necessario e nelle dosi raccomandate.
  • Dolore acuto (cefalea, dolori muscolari): se non basta il riposo/idratazione, si può ricorrere al farmaco alla dose minima efficace e per pochi giorni, salvo diversa indicazione medica.

Quando evitare “fai-da-te” e chiedere al medico

  • Se la febbre persiste oltre 48 ore, se compaiono rash, dolore pelvico, contrazioni, o se avete patologie epatiche, tiroidee, o state assumendo altri farmaci potenzialmente epatotossici.
  • In presenza di infezioni (es. streptococco, influenza), perché potrebbe servire una valutazione specifica e un trattamento mirato.

Perché non abusare

  • Il paracetamolo è sicuro entro i dosaggi consigliati, ma sovradosaggi o assunzioni prolungate possono danneggiare il fegato. Leggete sempre il foglio illustrativo e attenetevi alle dosi massime giornaliere.

Autismo: cosa sappiamo (e cosa no)

L’autismo è un disturbo del neurosviluppo complesso e multifattoriale: non si spiega con una singola causa, e le evidenze chiamano in causa fattori genetici e ambientali. Le principali società scientifiche e le revisioni sistematiche hanno smentito il mito del collegamento tra vaccini e autismo (vedi l’approfondimento divulgativo “I vaccini provocano l’autismo? Sfatiamo un mito” su DossierSalute: link).

Su DossierSalute trovate anche schede pratiche sulla riconoscibilità dei segnali e sulla presa in carico (per es. “Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo: segnali e prospettive” e un focus su aspetti visivi e riabilitativi in “Autismo e problemi visivi nei bambini”).

Come nasce un allarme (mediatico) e come riconoscere le fonti affidabili

Passaggi tipici che portano alla “tempesta perfetta”

  1. Esce un’affermazione forte da parte di un leader politico o opinion leader.
  2. Si citano studi osservazionali con risultati eterogenei o non conclusivi.
  3. I social amplificano il messaggio, semplificando.
  4. Il pubblico, comprensibilmente, si preoccupa e cerca risposte rapide.

Come tutelarvi come lettori e pazienti

  • Cercate fonti istituzionali (es. EMA, AIFA, OMS).
  • Diffidate di titoli perentori su nessi di causa-effetto quando gli studi sono osservazionali.
  • Cercate consenso tra più enti indipendenti: se tutti gli organismi regolatori dicono “non cambia nulla”, probabilmente non ci sono nuovi rischi comprovati.

Per restare su esempi italiani: in queste ore ANSA ha sintetizzato bene la posizione europea (“in Europa non cambia nulla”) raccogliendo voci autorevoli come quella di Garattini (ANSA – Europa contro Trump; ANSA – Garattini). AIFA ha pubblicato una nota ufficiale molto chiara (pagina; PDF). EMA ha ribadito la raccomandazione europea invariata (posizione EMA).

Consigli pratici per donne in gravidanza (e partner)

Se hai febbre o dolore

  • Misura la temperatura con un termometro affidabile.
  • Idratazione, riposo, ambienti non surriscaldati.
  • Se la febbre è alta/persistente o i sintomi sono intensi, contatta il medico o il ginecologo.
  • Se indicato, assumi paracetamolo (dose minima efficace, tempo più breve possibile).

Cosa NON fare

  • Non autoprescrivere dosi elevate o prolungate.
  • Non assumere FANS (es. ibuprofene) o aspirina in gravidanza senza esplicita indicazione medica.
  • Non sostituire farmaci con rimedi non provati per paura di “effetti ignoti”.

Parla col tuo team sanitario

Ogni gravidanza è unica. Se hai dubbi, porta con te alle visite:

  • un diario di sintomi e temperature,
  • la lista dei farmaci assunti (nome, dose, orario),
  • eventuali allergie o patologie.

Cosa significa “dose minima efficace”

È la quantità più bassa che controlla febbre o dolore. Per il paracetamolo esistono dosi standard in base al peso, ma in gravidanza è bene rispettare rigorosamente i limiti giornalieri e spaziare le assunzioni. In caso di dubbio, confrontarsi con il medico.

Ricordiamo che il corretto uso degli antipiretici è affrontato in vari contenuti divulgativi di DossierSalute (ad esempio: influenza, laringite, bronchite), dove il paracetamolo compare come opzione sintomatica e sicura se usata in modo appropriato:

Il ruolo dei media e la responsabilità della comunicazione

Quando un tema sanitario entra nel dibattito politico, il rischio è che semplificazioni e frasi ad effetto prevalgano sui fatti. Anche in Italia, testate come la Repubblica (qui e qui), ANSA (qui) e Internazionale (qui) hanno lavorato per riportare le voci degli esperti e le fonti ufficiali. È la direzione giusta: in sanità, ogni parola pesa e può orientare scelte concrete di milioni di persone.

In sintesi (perché è questo che serve al paziente)

  1. Non ci sono prove che l’uso di paracetamolo in gravidanza causi autismo.
  2. EMA e AIFA confermano: raccomandazioni invariate; usare il farmaco solo quando serve, alla dose minima efficace, per il minor tempo necessario (EMA; AIFA).
  3. Non trattare la febbre può essere rischioso in gravidanza; valutate col medico come gestirla.
  4. Le fake news su autismo e vaccini sono state già ampiamente smentite (leggi: “I vaccini provocano l’autismo? Sfatiamo un mito”).
  5. Ogni decisione personalizzata va presa con il ginecologo/medico che segue la gravidanza.

Per approfondire

Se questo articolo ti è stato utile, su DossierSalute trovi contenuti pensati per pazienti e famiglie, scritti in modo chiaro e fondati sulle migliori evidenze disponibili:

 

Fonti

  1. EMAUse of paracetamol during pregnancy unchanged in the EUhttps://www.ema.europa.eu/en/news/use-paracetamol-during-pregnancy-unchanged-eu
  2. AIFAUso del paracetamolo in gravidanza: confermate le raccomandazioni europeehttps://www.aifa.gov.it/-/uso-del-paracetamolo-in-gravidanza-confermate-le-raccomandazioni-europee (e Comunicato PDF: https://www.aifa.gov.it/documents/20142/2694929/Comunicato_AIFA_45-2025.pdf)
  3. ANSAL’Europa contro Trump: l’uso del paracetamolo resta invariatohttps://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2025/09/23/leuropa-contro-trump-luso-del-paracetamolo-resta-invariato_9d0550e3-773c-499a-93e1-4c42b0e4f0a1.html
  4. La Repubblica“Paracetamolo e autismo, non c’è alcun legame”. L’Oms smentiscehttps://www.repubblica.it/esteri/2025/09/24/news/paracetamolo_gravidanza_autismo_trump_ema_oms-424866261/
  5. ReutersWHO: no link between autism and paracetamol during pregnancyhttps://www.reuters.com/business/healthcare-pharmaceuticals/who-says-there-is-no-link-between-autism-paracetamol-during-pregnancy-2025-09-24/

foto:freepik

La redazione – Lavinia Giganti, giornalista

FAQ

Sì, se clinicamente necessario e usato alla dose minima efficace e per il tempo più breve possibile, come indicano EMA e AIFA.

No. Gli studi finora disponibili non dimostrano causalità; le autorità regolatorie non hanno modificato le raccomandazioni d’uso.

Contatta il medico. Spesso il paracetamolo è la scelta di riferimento per abbassare la febbre; non ricorrere a FANS senza indicazione clinica.

L’autismo è multifattoriale; non esistono strategie semplicistiche. La prevenzione passa da stili di vita, controlli prenatali, vaccinazioni raccomandate e gestione appropriata delle patologie.

No. È un mito smentito da decenni di studi. Approfondisci qui: “I vaccini provocano l’autismo? Sfatiamo un mito”

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