Dolore persistente: comprendere il dolore cronico e il sistema di allarme del corpo

Il dolore cronico è una condizione complessa e debilitante che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Si tratta di un dolore persistente che continua anche quando la causa originaria è scomparsa o non è più rilevabile. In questo articolo esploreremo i meccanismi scientifici alla base del dolore cronico, il funzionamento del nostro sistema di allarme naturale e cosa succede quando questo sistema “va in tilt”.

Cos’è il Dolore Cronico?

Il dolore cronico è definito come un dolore che persiste per più di tre mesi, superando la normale durata di guarigione della lesione o della condizione che lo ha causato. A differenza del dolore acuto, che rappresenta una risposta fisiologica immediata a un danno o l’infiammazione, il dolore cronico continua a esistere anche quando il danno iniziale è risolto. Questo tipo di dolore può manifestarsi in diverse forme, come dolore muscolare, mal di testa, dolore neuropatico e dolori articolari, tra altri.

Il Sistema di Allarme del Corpo: Come Funziona?

Senza entrare troppo in specifiche tecniche, è utile sapere che il nostro corpo è connesso al nostro cervello, per cui tutte le informazioni sia in entrata che in uscita passano dal nostro sistema centrale, compreso il dolore che al contrario di quello che si possa pensare è un’informazione in uscita e non in entrata. Infatti quando ci tagliamo al cervello arriva “semplicemente” un impulso elettrico che elabora in frazioni di millisecondi provocando (o non provocando) come risposta il dolore.

È scontato immaginare che proviamo dolore in caso di lesione o infortunio ma è importantissimo sapere che è possibile provare dolore anche senza una lesione o un infortunio.

In altre parole vi sarà sicuramente capitato di farvi un’escoriazione o un taglio senza accorgervene e nel momento in cui ve ne siete accorti e quindi la vostra consapevolezza va sulla lesione inizia a partire la sensazione di dolore. La lesione c’era già ma finchè il cervello non aveva realizzato non c’era dolore. È ovvio che in questi casi si parla di lesioni di poco conto ma ci fa capire la complessitá di questo sistema che non è direttamente dipendente dalla lesione. È proprio questa la base del dolore cronico!

Un altro esempio molto utile è nei casi di ernia del disco in cui succede molto spesso che questa non provochi dolore (ernia asintomatica). In quei casi la lesione c’è ma non provoca dolore.

Ma così come è possibile non provare dolore in presenza di lesione, è anche possibile provare dolore in assenza di lesione. E com’è possibile?

Questo avviene quando il nostro sistema di allarme va in “tilt” e inizia a dare una risposta di dolore anche se non c’è lesione o se la lesione è guarita. Un po ‘ come un antifurto di una casa in cui si altera la sua “sensibilitá”  e inizia a suonare per un soffio di vento o per la pioggia.

Riportandolo al nostro corpo, succede che il nostro cervello genera dolore anche se non ci sono stimoli dolorosi e questo perché lui elabora in maniera errata alcuni stimoli elettrici che gli arrivano provocando come risposta dolore.

In condizioni normali, quando la causa del dolore viene risolta, i segnali di dolore diminuiscono. Tuttavia, nel caso del dolore cronico, questo sistema di allarme continua a inviare segnali anche in assenza di una minaccia reale.

Perché il Sistema di Allarme va in Tilt?

Quando il sistema di allarme del dolore continua a inviare segnali anche dopo che il corpo è guarito, può essere descritto come un sistema “in tilt”. Le cause del dolore cronico sono complesse e possono includere una combinazione di fattori biologici, psicologici e sociali.

La causa principale e più comune è data dalla sensibilizzazione centrale: il sistema nervoso centrale diventa ipersensibile, generando dolore in risposta a stimoli normalmente innocui.

Altre cause correlate al dolore cronico sono dovute a problematiche quali:

  • Danno ai nervi: danni permanenti ai nervi possono portare a un dolore persistente.
  • Infiammazione cronica: alcune condizioni infiammatorie, come l’artrite reumatoide, possono causare dolore continuo.
  • Disfunzioni nei neurotrasmettitori: alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina, influenzano la percezione del dolore e possono essere squilibrati in alcune persone con dolore cronico.

 Come Viene Diagnosticato il Dolore Cronico?

La diagnosi del dolore cronico è complessa e richiede un approccio multidisciplinare. Per determinare la presenza di dolore cronico, i fisioterapisti e medici eseguono:

  • Valutazioni cliniche: esami fisici e discussioni approfondite sui sintomi e sulla storia medica del paziente.
  • Test neurologici: utili per esaminare la funzionalità nervosa e identificare eventuali problematiche ai nervi.
  • Imaging medico: come risonanza magnetica (RM) o tomografia computerizzata (TC), che permettono di osservare lesioni o infiammazioni non visibili a occhio nudo.
  • Questionario sul dolore: strumenti come la Scala Analogica Visiva (VAS) o la Scala Numerica del Dolore (NRS) aiutano a valutare l’intensità e l’impatto del dolore.

Trattamenti per il Dolore Cronico

Non esiste una soluzione unica per il dolore cronico, ma ci sono diverse opzioni terapeutiche che possono aiutare a gestire i sintomi.

In questo articolo ci soffermeremo sul trattamento del dolore cronico più comune in cui non vi è una lesione o una patologia: il dolore da sensibilizzazione centrale. In questi casi la fisioterapia è molto efficace per ripristinare il sistema nervoso centrale che è andato in tilt.

Come già accennato in precedenza, quando avviene una sensibilizzazione del sistema nervoso centrale gli impulsi nervosi generati dal movimento vengono mal interpretati dal cervello che in risposta evoca dolore. Attraverso l’esercizio terapeutico è possibile ripristinare questo sistema di allarme in tilt.

Infatti studi con forti evidenze scientifiche dimostrano come il movimento attivo possa ricalibrare tale sistema attraverso un approccio con esposizione graduale al dolore.

Il fisioterapista, dopo un’attenta valutazione clinica, predispone una serie di attività a diverso carico più o meno complesse in cui esporre il paziente al dolore nella misura in cui esso sia tollerabile. In pratica, attraverso gli esercizi terapeutici, lo si espone leggermente al di fuori della propria zona di comfort in modo da stimolare il suo sistema nervoso centrale e ricalibrarlo. Così facendo gli impulsi elettrici generati dal movimento vengono interpretati in modo corretto dal cervello che quindi non genera dolore.

Alcune opzioni terapeutiche a sostegno della fisioterapia sono:

Farmaci

  1. Analgesici: come il paracetamolo e i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), per il controllo del dolore lieve o moderato.
  2. Antidepressivi triciclici: utilizzati per il loro effetto sul sistema nervoso centrale, riducono la sensibilità al dolore.
  3. Antiepilettici: farmaci come il gabapentin, che influenzano i segnali nervosi anomali.
  4. Oppioidi: utilizzati solo in casi estremi per il dolore grave e refrattario di tipo neuropatico, ma con cautela a causa del rischio di dipendenza.

Terapie Fisiche

  • Terapie strumentali: la tecarterapia e la laserterapia utili per effetto antalgico sul breve termine
  • Terapie manuali: come la manipolazione articolare e il massaggio, che possono alleviare la tensione muscolare e hanno effetto antalgico

Terapie Psicologiche

Il dolore cronico è strettamente legato alla componente emotiva, e le terapie psicologiche possono essere utili per gestire lo stress e migliorare la qualità della vita. Alcuni approcci includono:

  • Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): aiuta i pazienti a riconoscere e modificare pensieri e comportamenti che possono peggiorare il dolore.
  • Mindfulness e meditazione: riducono lo stress e migliorano la resilienza psicologica.

Terapie Complementari

Terapie alternative come agopuntura, osteopatia possono fornire sollievo dal dolore e aiutare a migliorare il benessere generale.

Strategie di Autogestione del Dolore

Oltre alle terapie cliniche, esistono strategie che i pazienti possono adottare nella propria quotidianità per gestire meglio il dolore cronico:

  • Esercizio fisico regolare: attività aerobica, sollevamento pesi, allenamenti ad alta intensitá (es. il crossfit) o lo yoga migliorano la forza muscolare e stimolano il rilascio di neurotrasmettitori del benessere come la dopamina e la serotonina che hanno un forte potere antalgico e modulano l’umore.
  • Dieta equilibrata: un’alimentazione ricca di antiossidanti, vitamine e minerali supporta il sistema immunitario e riduce l’infiammazione.
  • Sonno di qualità: il sonno è cruciale per la rigenerazione e il controllo del dolore.
  • Rilassamento e respirazione profonda: tecniche di respirazione aiutano a gestire lo stress, spesso correlato all’intensità del dolore.

Quando Consultare un Medico?

È consigliabile consultare un medico quando il dolore persiste per più di tre mesi, quando interferisce con le attività quotidiane o quando si manifestano sintomi come perdita di peso inspiegabile, febbre o debolezza muscolare. Un intervento tempestivo può prevenire che il dolore acuto si trasformi in dolore cronico.


 FAQ

1. Qual’è la differenza tra dolore acuto e dolore cronico?

Il dolore acuto è un segnale di allarme che il nostro corpo invia in risposta a una lesione o a uno stimolo dannoso. Ha una durata limitata e scompare una volta che la causa iniziale è stata rimossa. Il dolore cronico, invece, persiste oltre il tempo necessario alla guarigione e può durare settimane, mesi o addirittura anni. A differenza del dolore acuto, il dolore cronico non ha sempre una causa evidente e può diventare una malattia a sé stante.

2. Perché a volte il dolore diventa cronico?

Il dolore può diventare cronico per diversi motivi:

  • Sensibilizzazione del sistema nervoso: Il sistema nervoso può diventare ipersensibile, amplificando le sensazioni dolorose anche in assenza di stimoli nocivi.
  • Fattori psicologici: Ansia, depressione e stress possono influenzare la percezione del dolore e prolungare la durata.
  • Malattie infiammatorie: Alcune malattie infiammatorie croniche possono causare dolore persistente.

3. Qual è il ruolo del dolore come sistema di allarme?

Il dolore è un meccanismo di difesa fondamentale che ci avverte della presenza di una lesione o di un potenziale pericolo. Ci spinge a proteggere la parte del corpo interessata e a cercare un trattamento. Tuttavia, quando il dolore diventa cronico, perde la sua funzione di allarme e si trasforma in una malattia a sé stante.

4. Quali sono le conseguenze del dolore cronico?

Il dolore cronico ha un impatto significativo sulla qualità della vita. Può causare:

  • Disturbi del sonno: Il dolore può rendere difficile addormentarsi e mantenere un sonno ristoratore.
  • Depressione e ansia: Il dolore cronico può portare a isolamento sociale, frustrazione e perdita di speranza.
  • Riduzione della capacità lavorativa: Il dolore può limitare la capacità di svolgere attività quotidiane e lavorative.
  • Alterazioni del sistema immunitario: Il dolore cronico può indebolire il sistema immunitario, rendendo l’organismo più suscettibile alle infezioni.

5. Come si tratta il dolore cronico?

Il trattamento del dolore cronico è complesso e richiede un approccio multidisciplinare. Le terapie possono includere:

  • Farmaci: Antinfiammatori, analgesici, antidepressivi e anticonvulsivanti possono aiutare a controllare il dolore.
  • Fisioterapia: Esercizi specifici che oltre a migliorare la mobilità e la forza muscolare, riescono a ripristinare il sistema di allarme andato in tilt
  • Terapie psicologiche: La terapia cognitivo-comportamentale può aiutare a gestire il dolore e migliorare la qualità della vita.
  • Interventi invasivi: In alcuni casi, possono essere necessarie procedure invasive come le iniezioni di corticosteroidi o gli interventi chirurgici.

 Dott. Salvatore Maida, Centro Fisio-Omnia Milano


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