Negli ultimi giorni l’attenzione dei Media italiani si è concentrata su Candida auris, spesso definito “fungo killer” per la sua capacità di causare infezioni invasive difficili da trattare in ospedali e RSA. Le principali agenzie sanitarie ( ECDC, CDC e OMS/WHO ) confermano l’aumento dei casi e fissano le misure di prevenzione e trattamento.
In questa piccola guida, pensata per il paziente e per i caregiver, spieghiamo in modo chiaro cosa sapere, come proteggersi e cosa chiedere durante ricovero o visita.
Che cos’è Candida Auris (e perché viene chiamato “fungo killer”)
Candida Auris è un lievito identificato per la prima volta nel 2009 e capace di diffondersi tra pazienti e superfici in ambito sanitario. In documenti recenti europei può comparire anche come Candidozyma Auris, ma nella pratica clinica si usa Candida Auris. È importante perché può essere multiresistente agli antimicotici, persistere nell’ambiente e risultare difficile da identificare con metodi di laboratorio tradizionali. La priorità globale è confermata dalla Fungal Priority Pathogens List dell’OMS, dove C. Auris è nel gruppo “critico”.
Per capire perché se ne parla molto: in pazienti fragili (ad esempio in terapia intensiva) la candidemia può essere grave, ma per chi è in buona salute il rischio è basso.
Epidemiologia aggiornata: Italia ed Europa nel mirino
Il report ECDC conferma una crescita rapida in UE/SEE, con aumento dei focolai e trasmissione sostenuta in più Paesi. La nota ECDC segnala che l’Italia è tra i Paesi con endemicitá regionale, cioè con circolazione mantenuta nel tempo dentro alcune reti ospedaliere.
Per il contesto italiano, il Ministero della Salute ha diffuso indicazioni operative e aggiornamenti, reperibili nella Circolare 19/06/2023 pubblicata da FNOMCeO e in documenti regionali/aziendali come l’allegato AOU Pisa.
Come si diffonde: dal paziente all’ambiente (e ritorno)
- Auris colonizza spesso la pelle (ascelle/inguine) e contamina superfici e dispositivi mobili (sfigmomanometri, ecografi portatili, pompe). La trasmissione avviene soprattutto per contatto: mani, DPI non gestiti correttamente, oggetti condivisi. Alcuni disinfettanti di uso comune non sono efficaci: le linee guida CDC raccomandano prodotti con claim specifico per C. auris (es. referenziati nella EPA List P) e il rispetto dei tempi di contatto (vedi Infection Control Guidance e area disinfezione/ sicurezza).
Per i comportamenti quotidiani che riducono il rischio, ripassa le basi delle infezioni ospedaliere e dell’igiene delle mani con la guida pratica di DossierSalute Prevenzione e gestione delle infezioni associate all’assistenza sanitaria (IAS).
Chi è a rischio (e chi no)
Le infezioni invasive da Candida auris toccano soprattutto pazienti fragili: ricovero prolungato, terapia intensiva, cateteri o altri dispositivi, molte terapie antibiotiche/antimicotiche.
Per la popolazione sana il rischio è basso; l’attenzione va concentrata su ospedali e strutture assistenziali.
Un caso utile per capire come si prevengono i focolai è l’approfondimento DossierSalute Infezioni ospedaliere in terapia intensiva neonatale: dal caso Bolzano.
Diagnosi e screening: evitare le misidentificazioni
Identificazione di laboratorio: MALDI-TOF e/o PCR
I metodi fenotipici tradizionali possono confondere C. auris con altre specie (es. C. haemulonii). Per questo i CDC consigliano MALDI-TOF con librerie aggiornate e/o PCR per conferma (CDC – Identification of C. auris). Per un colpo d’occhio operativo consulta anche il Testing algorithm.
Screening della colonizzazione: tampone composito ascella + inguine
La raccomandazione CDC è una singola strisciata composita su ascelle e inguine (bilaterali), con PCR o coltura a seconda della capacità del laboratorio (Patient Swab Collection; Screening overview). In contesti ad alta prevalenza, utile un triage molecolare con coltura di conferma.
Infection Prevention & Control (IPC): cosa funziona davvero
Igiene delle mani e precauzioni da contatto
Le misure cardine, ribadite dai CDC, sono: soluzione alcolica per l’igiene delle mani, guanti e camici non sostituiscono l’igiene; stanza singola ove possibile; cohorting e personale dedicato durante focolai (Infection Control Guidance).
Per una visione pratica dell’igiene e della prevenzione, leggi Prevenzione e gestione delle IAS.
Sanificazione ambientale: attenzione ai QAC
Disinfettanti basati solo su sali quaternari d’ammonio (QAC) possono non funzionare su C. auris. Vanno scelti prodotti con efficacia documentata e rispettati i tempi di contatto (CDC – Safety/Disinfection). Tecnologie “no-touch” (UV, perossido) sono complementari alla pulizia manuale.
Trasferimenti e comunicazione
Alla conferma di colonizzazione/infezione, lo status C. auris deve essere comunicato ai colleghi quando il paziente viene trasferito (Prevention & Response).
Terapia: echinocandine in prima linea e gestione della resistenza
- Tratta solo l’infezione clinica: la colonizzazione non richiede terapia (CDC – Clinical Treatment).
- Prima linea: echinocandine (anidulafungina, caspofungina, micafungina) in adulti e bambini >2 mesi.
- Neonati <2 mesi: amfotericina B deossicolato (valuta formulazioni liposomiali in caso di fallimento/intolleranza).
- Resistenze: in caso di fallimento o MIC elevate, gestione multidisciplinare e valutazione di opzioni emergenti (es. ibrexafungerp, fosmanogepix) in accesso controllato.
Italia: sorveglianza e notifica
In Italia sono attive indicazioni per la segnalazione e la gestione dei casi: vedi la Circolare 19/06/2023 (FNOMCeO) e gli allegati AOU Pisa utili per percorsi locali.
Dalla sorveglianza al triage: quando e come effettuare lo screening
- All’ingresso da strutture o aree con casi noti di C. auris.
- Contatti di casi confermati (stessa stanza/area, condivisione dispositivi).
- Unità critiche (TI, dialisi, lungodegenza) durante focolai.
Riferimenti pratici: CDC – Screening Recommendations.
Messaggi chiave per pazienti (chiari e veloci)
- Cos’è Candida auris: un fungo che può dare infezioni in ospedale/RSA, soprattutto in persone fragili. Per chi è in buona salute il rischio è basso.
- Come si trasmette: soprattutto per contatto con superfici o mani non igienizzate (vedi CDC – Infection control).
- Chi rischia di più: pazienti in terapia intensiva, con cateteri, dispositivi, ricovero lungo o molte terapie.
- Segnali d’allarme: febbre che non passa con la terapia, brividi, peggioramento del quadro in ricovero.
- Cosa posso fare io: igiene delle mani, chiedere con garbo a chi ti assiste di igienizzare le mani, limitare oggetti non necessari. Ripasso: IAS: prevenzione.
Cosa puoi fare tu (Checklist paziente & caregiver)
Prima di una visita o ricovero
- Porta solo il necessario per ridurre oggetti da sanificare.
- Tieni con te gel alcolico e usalo prima/dopo aver toccato superfici comuni.
- Se hai un catetere o altri dispositivi, chiedi istruzioni scritte su come gestirli.
Durante la degenza o la visita
- Igienizza le mani spesso e ricorda con gentilezza a operatori/visitatori di farlo (pratica riconosciuta anche da ECDC).
- Non appoggiare telefono e oggetti su letti o carrelli; puliscili ogni giorno (vedi CDC – disinfezione).
- Se c’è un isolamento in reparto, rispetta i cartelli e le indicazioni del personale.
Se assisti un familiare in RSA/struttura
- Chiedi dove sono i dispenser per l’igiene delle mani e come usarli correttamente.
- Limita visite affollate e lo scambio di oggetti tra stanze.
- Se compaiono febbre o nuovi sintomi, avvisa subito gli operatori.
A casa dopo le dimissioni
- Segui la terapia come indicato; non sospendere da solo gli antimicotici (CDC – Clinical treatment).
- Igiene delle mani prima/dopo medicazioni o gestione di dispositivi.
- Pulisci le superfici toccate spesso (maniglie, telefono, comodini) seguendo le etichette dei prodotti.
Quando chiamare il medico (campanelli d’allarme)
- Febbre alta persistente nonostante la terapia prescritta.
- Arrossamento/dolore vicino a cateteri o dispositivi, secrezioni, brividi.
- Peggioramento improvviso dello stato generale in persone fragili o immunodepresse.
Per informazione affidabile: ECDC – sintesi per il pubblico su Candida auris e guida DossierSalute sulle infezioni ospedaliere.
Miti & Fatti
- “È un rischio per chiunque?” → No: il rischio maggiore è in ospedale/RSA e per persone fragili.
- “Basta toccare una maniglia e mi ammalo?” → Serve contatto e spesso condizioni predisponenti; l’igiene delle mani riduce molto il rischio (ripassa i Five Moments WHO).
- “Devo fare test se sto bene?” → No: gli screening li decidono i medici in base alla situazione.
- “Posso pulire tutto con qualunque disinfettante?” → No: alcuni non sono efficaci su C. auris; segui etichette e indicazioni del reparto (CDC – disinfezione).
Per approfondire
Vuoi approfondire aspetti clinici e organizzativi con risorse affidabili? Su DossierSalute trovi:
- Prevenzione e gestione delle infezioni associate all’assistenza sanitaria (IAS)
- Infezioni ospedaliere in terapia intensiva neonatale: dal caso Bolzano
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- Influenza 2025-26: cosa aspettarsi e come proteggersi
Fonti
- ECDC : Drug-resistant fungus Candidozyma auris confirmed to spread rapidly in European hospitals
- ECDC : Survey on the epidemiological situation, laboratory capacity and preparedness for Candidozyma (Candida) auris (PDF)
- CDC : Infection Control Guidance: Candida auris
- CDC : Clinical Treatment of C. auris
- WHO : Fungal Priority Pathogens List (FPPL): Candida auris
foto:freepik
La redazione -Lavinia Giganti
FAQ
Di solito no: è un problema ospedaliero/RSA e riguarda soprattutto pazienti fragili.
Segui l’igiene delle mani e le indicazioni del reparto: il rischio per i visitatori è basso.
No. Si tratta solo l’infezione clinica, come indicato dai CDC.
Composito ascella + inguine (bilaterali), con PCR o coltura (CDC – Patient Swab Collection).
Prodotti con claim C. auris (es. EPA List P) e no a soli QAC; rispetta i tempi di contatto (CDC – disinfezione).





