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Infezioni ospedaliere in terapia intensiva neonatale: dal caso Bolzano l’allarme e le strategie di prevenzione

infezioni ospedaliere

Il recente episodio avvenuto presso l’Ospedale di Bolzano, dove due neonati ricoverati in terapia intensiva neonatale sono deceduti a seguito di un’infezione da Serratia marcescens, ha riacceso i riflettori sul tema delle infezioni ospedaliere nei reparti ad alta complessità. Secondo le informazioni diffuse dall’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, le indagini hanno identificato il batterio responsabile, noto per la sua resistenza a diversi antibiotici e per la particolare pericolosità nei pazienti fragili come i prematuri.

Episodi di questo tipo non sono rari: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia le infezioni correlate all’assistenza (ICA) colpiscono circa il 5-8% dei pazienti ospedalizzati, ma nelle unità di terapia intensiva neonatale (TIN) il rischio è significativamente più alto. Questo perché i neonati prematuri o con gravi patologie presentano un sistema immunitario immaturo, richiedono procedure invasive e restano ricoverati per periodi prolungati.

Infezioni ospedaliere nei neonati: un rischio noto ma sottovalutato

Le infezioni ospedaliere, note anche come infezioni nosocomiali, sono quelle che si manifestano dopo 48 ore dal ricovero e che non erano presenti o in incubazione al momento dell’ingresso. Nei reparti di neonatologia, queste infezioni possono avere un impatto drammatico per la particolare vulnerabilità dei pazienti.

Secondo i dati del Centers for Disease Control and Prevention (CDC), le principali cause includono:

  • Contaminazione di dispositivi medici (cateteri, ventilatori)
  • Scarsa igiene delle mani
  • Resistenza agli antibiotici
  • Contaminazione ambientale

Il rischio è aggravato dal fatto che i neonati in TIN necessitano spesso di nutrizione parenterale, accessi venosi centrali e supporto respiratorio prolungato, tutti fattori che possono diventare porte d’ingresso per i patogeni.

Serratia marcescens: il batterio al centro del caso di Bolzano

La Serratia marcescens è un batterio gram-negativo opportunista, presente in ambienti umidi e capace di colonizzare superfici ospedaliere, soluzioni mediche e dispositivi invasivi. È noto per la sua resistenza intrinseca a molti antibiotici, tra cui alcune cefalosporine e penicilline.

Un’infezione da S. marcescens in un neonato può provocare:

  • Sepsi neonatale
  • Polmonite
  • Meningite
  • Infezioni delle vie urinarie

L’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) segnala che i focolai in TIN richiedono spesso interventi immediati: isolamento dei pazienti, revisione delle pratiche igieniche e sanificazione straordinaria.

Perché i neonati sono così vulnerabili?

Sistema immunitario immaturo

I neonati prematuri non hanno ancora sviluppato una risposta immunitaria efficiente. La mancanza di anticorpi materni, che normalmente vengono trasmessi nelle ultime settimane di gravidanza, li espone a una maggiore suscettibilità alle infezioni.

Barriere cutanee e mucose fragili

La pelle e le mucose dei neonati, soprattutto dei prematuri, sono sottili e più permeabili, rendendo più facile l’ingresso dei patogeni.

Presenza di dispositivi invasivi

Cateteri, tubi endotracheali e sondini sono indispensabili per la sopravvivenza di molti neonati, ma costituiscono anche un potenziale punto di ingresso per i microrganismi.

Come si diffondono le infezioni in TIN

Le infezioni possono diffondersi tramite:

  • Trasmissione diretta da persona a persona (personale sanitario → paziente)
  • Trasmissione indiretta tramite superfici e strumenti contaminati
  • Aerosol in caso di procedure respiratorie

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Hospital Infection, una corretta igiene delle mani riduce del 40% il rischio di trasmissione.

Prevenzione: linee guida e strategie

Igiene delle mani

L’OMS ha stabilito le “5 indicazioni per l’igiene delle mani” come standard internazionale. Il rispetto di queste pratiche è considerato la misura più efficace per ridurre le ICA.

Sorveglianza epidemiologica

Monitorare costantemente i casi di infezione, identificare i patogeni e la loro resistenza agli antibiotici è fondamentale per intervenire rapidamente.

Isolamento e coorte dei pazienti

Nei casi di focolai, i neonati infetti devono essere isolati o gestiti in aree separate per ridurre la trasmissione.

Formazione del personale

Aggiornamenti periodici sulle pratiche di prevenzione e sul corretto uso dei dispositivi di protezione individuale.

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Resistenza agli antibiotici: il problema nascosto

Un aspetto cruciale nella gestione delle infezioni ospedaliere è la resistenza antimicrobica. Patogeni come Serratia marcescens sono spesso resistenti a più classi di antibiotici, rendendo le terapie più complesse e i tempi di ricovero più lunghi. La resistenza agli antibiotici non è solo un problema tecnico: ha conseguenze dirette sulla vita dei pazienti, aumentando il rischio di complicazioni e mortalità.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la resistenza agli antibiotici è considerata una delle principali emergenze sanitarie globali. Nei reparti di terapia intensiva neonatale, dove i neonati sono estremamente fragili, ogni episodio di infezione resistente può avere esiti drammatici. È quindi essenziale promuovere pratiche di antibiotic stewardship, ovvero l’uso prudente e mirato degli antibiotici, e monitorare costantemente i ceppi batterici circolanti all’interno delle strutture ospedaliere.

Inoltre, la resistenza agli antibiotici rende indispensabile combinare la terapia farmacologica con misure di prevenzione e controllo delle infezioni, come sanificazione accurata delle superfici, isolamento dei pazienti infetti e rigoroso rispetto delle norme igieniche.

Il ruolo della comunicazione con i genitori

La gestione di un episodio di infezione in TIN non riguarda solo gli aspetti clinici: la comunicazione con le famiglie è altrettanto cruciale. I genitori, spesso già provati dal ricovero del neonato, hanno bisogno di informazioni chiare, tempestive e comprensibili su ciò che sta accadendo, sulle misure preventive e sul decorso clinico previsto.

Secondo studi pubblicati sul Journal of Neonatal Nursing, una comunicazione trasparente riduce ansia e stress nei genitori e favorisce la collaborazione con il personale sanitario. È importante spiegare le cause dell’infezione senza creare allarmismi, illustrare le pratiche di prevenzione adottate e offrire supporto psicologico, quando necessario. Coinvolgere i genitori nelle strategie di igiene e protezione può diventare un fattore aggiuntivo di sicurezza per i neonati.

Il ruolo del giornalismo medico: autorevolezza e responsabilità

In un contesto di crisi sanitaria, il giornalismo medico ha un ruolo fondamentale nel garantire informazioni affidabili, basate su dati scientifici e aggiornate. La corretta comunicazione non solo aiuta i genitori a comprendere rischi e precauzioni, ma supporta anche personale sanitario e ospedali, offrendo riferimenti chiari sulle migliori pratiche e sulle linee guida internazionali.

L’accesso a informazioni accurate riduce il rischio di fake news e interpretazioni errate, favorendo scelte consapevoli da parte delle famiglie e comportamenti corretti da parte degli operatori. In questo senso, testate come DossierSalute.com svolgono un ruolo chiave nel trasmettere conoscenze scientifiche in maniera chiara e comprensibile, con l’obiettivo di proteggere i pazienti più fragili e migliorare la cultura della prevenzione nelle strutture sanitarie.

Conclusioni

Il caso di Bolzano rappresenta un monito chiaro: nelle unità di terapia intensiva neonatale, la prevenzione delle infezioni non è solo una procedura clinica, ma un imperativo etico e sanitario. L’applicazione rigorosa delle linee guida internazionali, unita alla formazione costante del personale, alla sorveglianza epidemiologica e alla comunicazione efficace con le famiglie, può salvare vite.

Per approfondire

Se vuoi capire meglio alcuni dei temi trattati, su DossierSalute.com trovi diversi articoli utili:

 

Fonti

  1. Istituto Superiore di Sanità – Infezioni correlate all’assistenza
  2. World Health Organization – Hand hygiene in health care
  3. Centers for Disease Control and Prevention – Healthcare-associated Infections
  4. European Centre for Disease Prevention and Control – Serratia marcescens outbreaks
  5. Journal of Hospital Infection – “Prevention of neonatal sepsis”

Immagine:freepick

La Redazione – Lavinia Giganti

FAQ

Sono infezioni contratte durante il ricovero, non presenti all’ingresso del paziente.

Per l’immaturità del sistema immunitario e la necessità di dispositivi invasivi.

Con igiene delle mani, sorveglianza e isolamento dei casi.

Isolamento immediato, sanificazione straordinaria, revisione delle procedure.

Sì, riduce le opzioni terapeutiche e aumenta la mortalità.

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